Oggi a Catania l’udienza preliminare nel processo che vede il leader della Lega indagato per sequestro di persona aggravato: i fatti risalgono al luglio 2019, quando era ancora ministro dell’Interno, e riguardano la mancata autorizzazione allo sbarco per la nave della Guardia costiera italiana che aveva salvato 131 migranti in mare. Ecco come si è arrivati fin qui
Oggi, sabato 12 dicembre 2020, Matteo Salvini dovrà presentarsi a Catania davanti al gup per l’udienza preliminare nel processo che lo vede indagato per sequestro di persona aggravato per il caso della nave Gregoretti. Il leader della Lega è accusato di aver impedito lo sbarco in Italia a 131 persone, nel luglio del 2019, soccorse dalla nave della guardia costiera italiana Gregoretti. I migranti, provenieniti dalla Libia, rimasero in mare – a bordo dell’imbarcazione – per cinque giorni. Solo dopo ottennero l’autorizzazione a sbarcare nel porto di Augusta.
Salvini arriva all’udienza preliminare dopo che la richiesta del tribunale dei ministri è stata votata dalla Giunta per le immunità del Senato e poi dalla stessa aula di Palazzo Madama. Una prima udienza si è tenuta, a Catania, lo scorso 3 ottobre: ma il gup Nunzio Sarpietro ha rinviato tutto al 20 novembre per poter sentire sui fatti anche Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Danilo Toninelli e al 4 dicembre per sentire Elisabetta Trenta, Luciana Lamorgese e l'ambasciatore italiano in Europa Maurizio Massari. L’udienza, poi, è ulteriormente slittata al 12 dicembre perché Giulia Bongiorno, avvocato di Salvini, ha contratto il Covid-19.
L'appuntamento per oggi è nell'aula bunker Bicocca della città etnea alle 9.30. Pare però che tra le persone ascoltate dal gup non ci sarà il premier Conte, che ha chiesto di essere ascoltato a Roma appellandosi a un articolo del codice di procedura penale che lo permette. Il gup dovrà decidere se rinviare Salvini a giudizio, chiedere un approfondimento delle indagini oppure non dar luogo a procedere. Un eventuale processo si terrebbe davanti a una sezione del tribunale penale di Catania con rito ordinario. In caso di condanna in primo grado per Salvini potrebbe scattare la legge Severino, che prevede la sospensione o la decadenza dalla carica di senatore, come avvenne per Silvio Berlusconi nel 2013.
Curiosamente, sempre per oggi era stata convocata l’udienza per l’altro processo a carico di Salvini, quello relativo alla nave Open Arms e che lo vede indagato di sequestro di persona e omissione d’atti d’ufficio. Ma i legali del segretario leghista hanno chiesto il rinvio per la contemporaneità con l’udienza del caso Gregoretti.
Ma perché Salvini è finito a processo per il caso della nave Gregoretti? Di seguito, una ricostruzione della vicenda.
Caso Gregoretti-Salvini, la ricostruzione
Nell'estate del 2019 Salvini, all’epoca ministro dell’Interno nel primo governo Conte, ha bloccato per più di cinque giorni lo sbarco di 131 persone tratte in salvo nel Mediterraneo centrale dalla nave della Marina militare Gregoretti. L’imbarcazione stava facendo rotta verso Lampedusa quando il Viminale ha negato lo sbarco. Così, la nave è rimasta per giorni in mare in attesa che la Commissione europea riuscisse ad ottenere da cinque Paesi la disponibilità ad accogliere parte dei migranti. L'autorizzazione allo sbarco nel porto di Augusta, da parte dello stesso Salvini, è arrivata solo il 31 luglio.
Salvini è stato quindi accusato dal Tribunale dei ministri di Catania di sequestro di persona aggravato, perché commesso da un pubblico ufficiale e con l’abuso dei poteri inerenti alle funzioni esercitate, ma anche per essere stato commesso in danno di minori. Secondo l’accusa, il leader della Lega avrebbe «privato della libertà personale i 131 migranti bloccati a bordo della nave Gregoretti della Guardia costiera italiana dalle 00:35 del 27 luglio 2019 fino al pomeriggio del 31 luglio». Nel formulare questa accusa, il Tribunale ha rigettato la richiesta di archiviazione avanzata dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, secondo il quale l’allora ministro dell’Interno aveva esercitato una prerogativa politica e non c’erano gli estremi per il reato di sequestro di persona.
Così la palla è passata alla Giunta delle immunità del Senato, che il 20 gennaio scorso ha dato il via libera alla richiesta di autorizzazione a procedere. Andando contro la richiesta del presidente della Giunta, il senatore Maurizio Gasparri, che aveva chiesto agli altri membri di votare «no» al processo a Salvini e negare dunque l’autorizzazione a procedere. In quell’occasione, lo stesso segretario della Lega aveva provocatoriamente chiesto ai suoi di votare sì al processo.
Così, la questione è arrivata al Senato. Il 12 febbraio 2020 l’aula di Palazzo Madama, con 152 voti contrari, 76 favorevoli e nessun astenuto, ha votato contro la richiesta delle opposizioni di ribaltare la decisione della Giunta delle immunità. Il Senato, dunque, ha accolto la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini, presentata del Tribunale dei ministri di Catania, sollevando così il leader della Lega dall’immunità parlamentare. Sul voto in questione ha avuto un certo peso anche il cambio di equilibri tra le forze di maggioranza, con il nuovo governo Pd-M5s-Italia Viva che ha votato compatto a favore del processo.
La difesa di Salvini
Secondo i magistrati, Salvini è colpevole del reato di sequestro di persona aggravato perché in base alle convenzioni internazionali sottoscritte dall’Italia le persone salvate in mare devono essere condotte nel più breve tempo possibile in un place of safety, cioè un luogo di sbarco sicuro. Le norme italiane contenute nei vari decreti sicurezza, che permettevano di proibire lo sbarco in Italia, non si sarebbero potute applicare poiché la Gregoretti è una nave militare italiana che stava conducendo un’operazione coordinata dalla centrale dei soccorsi di Roma.
Come si difenderà Salvini durante il processo Gregoretti? Secondo la memoria difensiva degli avvocati di Salvini, le norme internazionali non sarebbero state violate poiché i trattati non obbligano uno sbarco immediato delle persone salvate e perché la Gregoretti, in quanto nave ormeggiata a un molo e avente a bordo «beni di prima necessità e cure», poteva essere considerata un place of safety.
Ancora, il segretario del Carroccio sostiene che i cinque giorni in cui i migranti sono rimasti al largo di Lampedusa sono stati necessari perché le trattative sulla redistribuzione sono state particolarmente lunghe. Salvini, infine, ha parlato di una decisione collegiale di tutto il governo – e in particolare del premier Giuseppe Conte – sulla mancata autorizzazione allo sbarco.
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