Parla il deputato che ha scatenato il caso in Sardegna, sospettato di volersi candidare a governatore. «Niente di più lontano da me». «Se non arriva la sospensiva della decadenza, tutti gli atti della presidente possono diventare illegittimi. Solinas? Era un caso diverso»
Forzista, garbato e moderato, vicepresidente della commissione Giustizia della Camera, sardo di Nuoro anche se nato a Charleroi, in Belgio, da genitori emigrati, Pietro Pittalis è il segretario di Fi in Sardegna e l’uomo che ha scatenato il pasticcio Todde. Perché, si dice nell’isola, vuole candidarsi a presidente al prossimo giro.
Onorevole lei è il "puparo" del terremoto Todde?
No, la vicenda è nata dal lavoro che esegue l'ufficio elettorale di garanzia presso la Corte d'appello a ogni tornata. A me sono state inviate segnalazioni su irregolarità nella rendicontazione delle spese della presidente. Ho chiesto un accesso agli atti, ma poi non li ho neanche potuti visionare perché dal lunedì al venerdì sto a Montecitorio. Se fossi il puparo non l'avrei nascosto: nell'esercizio di una funzione politica e ispettiva, a parti invertite i miei avversari avrebbero fatto molto di più.
A parti invertite, lei non sarebbe garantista? Invece chiede un passo indietro a Todde.
Io sono garantista. Ma qui il garantismo non c’entra nulla, ci sono regole chiare che valgono per tutti i candidati. C’è un provvedimento di un organo indipendente che constata gravissime irregolarità, la mancanza di un mandatario e la mancata attivazione di un conto corrente dedicato: se riguardasse il consigliere regionale Todde sarebbe stato giusto opporsi all'atto e attendere il responso definitivo. Ma lei è la presidente. Quindi le rivolgo un invito alla riflessione. Oggi è vigente e ha efficacia un provvedimento che la dichiara decaduta: è possibile per lei fare atti di governo della Regione? Secondo me no, se non interviene un provvedimento che sospenda l'efficacia dell’ordinanza-ingiunzione. Non è il caso di restituire la parola agli elettori? Il garantismo non c'entra, è una valutazione politica. Se fa atti di governo mentre è dichiarata decaduta, possono essere travolti dall'illegittimità. Con evidenti danni per la comunità. Intendiamoci: auguro a Todde di dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati.
Ma l'ordinanza non è un provvedimento definitivo.
Lo è. La legge 515 del ‘93 recepita dal consiglio regionale "accerta” in modo definitivo.
Farà ricorso: non dovreste almeno aspettarne l’esito?
Se Todde ottiene la sospensiva, non ci sono problemi. Del resto se i suoi avvocati cercano di ottenerla, vuol dire che è un problema che si pongono anche loro. Ma se fosse confermata la decadenza? Lo chiedo a chi sinora si è ammantato del rispetto della legalità e delle statuizioni della magistratura.
Il precedente presidente Solinas fu oggetto di un'indagine e di un sequestro di beni, e andò avanti senza battere ciglio.
Ma è tutta un’altra storia, quelle sono vicende penali, si è innocenti fino a sentenza definitiva. Infatti sull’aspetto penale della vicenda Todde non ho proferito mezza parola. Ripeto: io pongo un problema giuridico e politico.
Il consiglio regionale voterà?
A mio avviso deve solo prendere atto. Può votare contro una sentenza della magistratura? Non esiste nell’ordinamento. Sarebbe un conflitto smaccato.
Sicuro che la destra sarda, che ha preso una scoppola alle scorse regionali, voglia tornare al voto?
Intanto il centrodestra non ha preso nessuna scoppola, ha avuto 43mila voti più del campo largo. La Todde ha prevalso su Truzzu per meno di 3mila voti. Poi, parlo dei consiglieri di Forza Italia, condividono in pieno quello che sto dicendo.
Lei è il papabile candidato della destra?
Ogni tanto mi chiamano in causa. Ma io ho anni di consiliatura regionale alle spalle, attualmente sono impegnato in diverse importanti commissioni qui alla Camera e continuerò a svolgere questo lavoro. È lontana da me anche solo l'idea. Se si porrà il problema, la coalizione farà le sue valutazioni, cercando di evitare gli errori del passato.
Quali sono stati?
Una sottovalutazione delle dinamiche elettorali sarde. Avevamo alcuni segnali negativi che partivano dal capoluogo.
Cagliari, dove avete preso una scoppola, nonostante il candidato Truzzu fosse il sindaco.
Obiettivamente quella di Cagliari è stata una scoppola.
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