L’Italia ha inviato il 30 dicembre la richiesta di pagamento per il 2022, la commissione ha due mesi di tempo per valutare se gli obiettivi richiesti finora sono stati raggiunti. Per il nuovo anno sono state già fissate nuove scadenze legislative
La Commissione europea sta valutando i primi obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza raggiunti dall’Italia, mentre il governo ha già messo in campo i nuovi per il 2022: si tratta di 102 traguardi e obiettivi tra cui rilevanti innovazioni che vanno dalla legge sulla Concorrenza alla riforma della carriera degli insegnanti.
L’accordo operativo
Il Senato ha avviato un monitoraggio online sull’andamento dei lavori. Sul sito di Palazzo madama si legge che il 22 dicembre 2021 la Commissione europea ha divulgato il testo dell'accordo operativo siglato tra il ministro dell'Economia, Daniele Franco, e il commissario europeo per l'Economia, Paolo Gentiloni.
Il testo reca disposizioni e scadenze per il monitoraggio e l'attuazione, disciplina gli indicatori rilevanti ai fini del raggiungimento dei target previsti e l'accesso ai dati.
Il pre-finanziamento
Il 13 agosto 2021 la Commissione europea aveva dato notizia dell'avvenuto pagamento all'Italia delle somme dovute a titolo di pre-finanziamento per un totale di 24,9 miliardi, equivalenti al 13 per cento sia del contributo finanziario, sia del prestito, ovvero quasi 9 miliardi di euro a titolo di sovvenzioni e 16 a titolo di prestiti. L’ammontare del pre-finanziamento verrà detratto proporzionalmente da ogni esborso successivo.
Una volta avviati i progetti e gli investimenti finanziati dall'Recovery Fund, il regolamento prevede che gli stati membri possano presentare alla Commissione due volte l'anno una richiesta di pagamento del contributo finanziario «debitamente motivata». La scadenza finale per il completamento di traguardi e obiettivi è fissata al 31 agosto 2026.
Le scadenze
Ogni finanziamento sarà scadenzato in termini trimestrali per singolo anno per le richieste di pagamento, relative sia ai prestiti, sia alle sovvenzioni. Eventuali modifiche al testo devono essere concordati tra le parti contraenti nella forma di scambio di lettere.
Il 30 dicembre 2021, si legge, il ministero dell’Economia ha reso noto che l'Italia ha recapitato la prima richiesta di pagamento per un ammontare pari a 21 miliardi al netto del pre-finanziamento. La richiesta - che comporta l'avvenuto raggiungimento di traguardi e obiettivi concordati e indicati nel Pnrr approvato - è stata formulata relativamente a 51 tappe nei settori della giustizia, della pubblica amministrazione, dell'audit e del controllo, dell'istruzione, delle politiche attive del mercato del lavoro, dei settori digitale e turistico, nonché della semplificazione della legislazione in settori come i rifiuti, l'acqua e trasporto ferroviario.
I controlli
Per permettere che il prossimo pagamento abbia luogo, è necessario che la Commissione europea valuti in via preliminare se obiettivi e traguardi siano stati effettivamente conseguiti «in maniera soddisfacente» e l’Italia è tenuta alla totale trasparenza dei dati, in modo che la valutazione avvenga «senza indebito ritardo e al più tardi entro due mesi dal ricevimento della richiesta». Per questo è stata prodotta una corposa relazione trasmessa precedentemente alle camere.
In caso di esito positivo, la Commissione comunicherà le proprie conclusioni al Comitato economico e finanziario, organo consultivo composto da alti funzionari di amministrazioni e banche centrali nazionali, e autorizza l'erogazione dei fondi.
In caso di esito negativo, invece, il pagamento può essere sospeso, e il paese interessato deve adottare le «misure necessarie per garantire un conseguimento soddisfacente dei traguardi e degli obiettivi».
Qualora non facesse nulla, entro sei mesi la Commissione potrebbe disporre la riduzione proporzionale dell'ammontare del contributo finanziario. Dopo 18 mesi l’Europa può tirarsi indietro, e chiedere che venga restituito quanto erogato.
In presenza di circostanze eccezionali, l'adozione della decisione che autorizza l'erogazione del contributo finanziario può essere rinviata fino a tre mesi: «Qualora uno o più Stati membri ritengano che vi siano stati seri scostamenti dall'adempimento soddisfacente di traguardi e obiettivi, potrebbe richiedere di deferire la questione al successivo Consiglio europeo».
I pagamenti per il 2022
L'accordo operativo di fine dicembre elenca le scadenze temporali per le richieste di pagamento fino al 2026. Per l’anno 2022, nel secondo trimestre – dunque entro giugno - è prevista qualora la procedura di richiesta andasse a buon fine, l’erogazione di 11,5 miliardi.
Altrettanti si dovrebbero aggiungere negli ultimi tre mesi dell’anno. Sul fronte dei prestiti invece si stratta di 12,6 miliardi entro giugno, e altri 10,3 miliardi entro fine anno.
I nuovi obiettivi
L’Agenzia per la coesione territoriale ha fatto un riassunto dei nuovi obiettivi normativi. Per il 2022 sono previste specifiche misure legislative:
- la riforma della carriera degli insegnanti, nello specifico al 30 giugno 2022; la delega per la riforma del codice degli appalti pubblici, sempre per il 30 giugno 2022;
- l’istituzione di un sistema di formazione di qualità per le scuole, entro il 31 dicembre 2022;
- l’istituzione di un sistema di certificazione della parità di genere e dei relativi meccanismi di incentivazione per le imprese, per il 31 dicembre 2022,
- la legge annuale sulla concorrenza 2021, da approvare sempre entro il 31 dicembre del 2022.
La legge sulla Concorrenza è stata stata inviata alle Camere a inizio dicembre, ma per dare una misura della sfida che governo e parlamento hanno davanti bisogna ricordare che l’unica legge sulla concorrenza già approvata negli anni scorsi risale al 2017: ha richiesto due anni e mezzo di dibattito parlamentare e quattro passaggi alle Camere.
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