- La piattaforma è «una tv con i commenti» dove, tra le altre cose, vengono discussi anche temi politici. L’utilizzo politico della piattaforma finora ha avuto successo soprattutto negli Stati Uniti.
- In Italia è più frequente imbattersi in host che ospitano nelle loro dirette esponenti politici. A puntare su questo tipo di confronti sono soprattutto i Cinque stelle.
- Il rischio è che sia un “flame”, una moda passeggera che presto lascerà il passo ad altre realtà, anche se ci sono esperti che attribuiscono grande importanza all’orientamento degli elettori al primo voto.
Chi segue la politica ultimamente ha potuto notare che i politici italiani non intervengono più soltanto in televisione e sui giornali, ma spesso frequentano anche Twitch, di solito nelle dirette di conduttori come Ivan Grieco.
Twitch, in realtà, sarebbe una piattaforma di videogiochi. Il suo tratto distintivo è che gli utenti e i loro eventuali ospiti trasmettono in diretta: sotto il loro streaming, cioè la trasmissione, le persone che seguono i profili degli organizzatori possono commentare quel che sta succedendo. I content creator si finanziano con abbonamenti che garantiscono vantaggi per chi li sottoscrive e vanno dai 4,99 euro ai 24,99 al mese. Inoltre sulla piattaforma si può donare direttamente ai creator per finanziarli.
Twitch esiste dal 2011 ed è stata acquisita nel 2014 da Amazon: da un certo momento in poi le conversazioni hanno riguardato anche altri argomenti oltre al gaming, e oggi è considerata uno dei canali più innovativi della comunicazione politica.
Il primo utilizzo in questo senso è stato quello dei parlamentari americani Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez nel periodo precedente alla pandemia Covid-19. Resta storica la diretta della deputata che nel 2020 aveva partecipato a una sessione di Among us, uno dei giochi più popolari in quel periodo. Con l’occasione, Ocasio-Cortez aveva parlato anche della sua campagna elettorale.
L’aspetto più stimolante della piattaforma, secondo gli esperti, è proprio l’interattività. Gli utenti apprezzano la possibilità di dire la loro durante una trasmissione: un pregio che però porta con sé anche due problemi rilevanti, l’impossibilità di controllare immediatamente la veridicità di tutte le gli elementi della conversazione – sia quelli indiretta che quelli proposti nella chat – e la difficoltà di regolamentare contenuti e commenti.
L’altra caratteristica apprezzata dagli utenti è l’autenticità delle dichiarazioni fornite in diretta. La rivista Wired per illustrare il concetto cita un creator di successo, Mychal Jefferson, 435mila follower: «Sii soltanto te stesso». Lo stesso concetto che funziona da anni nei talk show, d’altra parte.
La piattaforma in Italia
Ma la televisione ormai è appannaggio dei boomer, mentre Twitch vanta negli Stati Uniti 2,1 milioni di utenti medi, di cui il 55 per cento ha tra i 18 e i 34 anni, in Italia 4 milioni di utenti mensili di cui il 71 per cento appartiene alla categoria dei millennial, i nati tra il 1980 e il 1996. Una fetta di elettorato che può essere interessante soprattutto per i democratici negli Stati Uniti, secondo Wired. Va tenuto in considerazione anche il valore segnante del primo voto, che può determinare l’appartenenza politica per il resto della vita.
Il pubblico di Twitch in Italia è stato per ora aggredito in maniera piuttosto timida. «È interessante osservare come da noi nessuno dei leader principali abbia un proprio canale. La maggior parte dei politici che utilizzano la piattaforma si affidano alle ospitate dei creator: vanno in spazi già costituiti, così da un lato non devono costruire la loro comunità da zero e dall’altro possono usufruire della credibilità del padrone di casa» dice Pietro Raffa, amministratore delegato di MR&Associati Comunicazione. La prima e per ora unica politica di rilievo ad aver aperto un proprio canale è stata nel 2021 Fabiana Dadone, allora ministra delle Politiche giovanili, che aveva inaugurato la sua permanenza su Twitch con una diretta sui videogiochi con il campione Reynor Romiti.
Più probabile che si affidino a comunità già solide, come quella che si è formata intorno a Ivan Grieco. Classe 1992, una madre vicepresidente della provincia di Roma negli anni Dieci e un debutto in politica nei Cinque stelle, oggi si definisce apartitico, ma vicino a idee liberali e di mestiere fa il content creator.
Grieco ha iniziato nel 2014 su Youtube, poi si è spostato su Twitch, dove oggi ha oltre 216mila follower. In un primo momento si occupava di videogiochi, poi, in pandemia, ha allargato i temi che tratta nelle sue dirette anche all’attualità e alla politica. Le trasmissioni durano tre ore e oltre, e mentre sono in diretta sono accessibili a tutti gli utenti di Twitch. La registrazione integrale della diretta rimane poi disponibile ai soli abbonati, mentre gli estratti delle interviste finiscono su Youtube a qualche giorno di distanza.
Dall’inizio della pandemia il conduttore ha avuto ospiti di tutti i principali partiti, da Matteo Renzi e Giuseppe Conte a Enrico Letta, passando per Pier Luigi Bersani, Carlo Calenda, Stefano Bonaccini e Riccardo Magi. Il conduttore si fa affiancare da collaboratori che «smentiscono in diretta le imprecisioni che dicono gli ospiti».
Dal suo punto di vista, i millennial sono attratti dalle dirette Twitch per la possibilità di essere loro stessi coprotagonisti della conversazione e per il fatto che anche i conduttori fanno parte della loro stessa generazione. Grieco vede la superiorità delle sue trasmissioni rispetto a quelle televisive anche nella «mancanza di servilismo nei confronti della politica» che attribuisce a una parte del giornalismo italiano. «Per avere certi ospiti bisogna scendere a compromessi. Se ci fosse un servizio di maggiore qualità, ci sarebbe meno ignoranza» sostiene.
Il futuro
In ogni caso, però, «Twitch non è per tutti» dice Grieco. «I politici devono uscire dalla formalità: non è possibile mettersi davanti alla telecamera e ignorare i commenti che arrivano nella chat sotto alla diretta». Anche secondo Raffa il linguaggio rischia di essere un limite, che può però essere declinato anche in maniera provocatoria: «Ci si può adattare oppure si può cercare un obiettivo che vada oltre i limiti della piattaforma. Quando Berlusconi è sbarcato su TikTok ha puntato sull’effetto simpatia, ed effettivamente il suo debutto è stato sulla bocca di tutti, anche fuori dal social».
Un altro ostacolo alla diffusione della piattaforma come sede stabile per i dibattiti politici è la sua complessità in termini di accessibilità. «Per chi vuole seguire le dirette Youtube è molto più a portata di mano». La piattaforma video di Google è il grande concorrente che potrebbe insidiare il futuro di Twitch: «Non dobbiamo sottovalutare la visibilità che può garantire Google, anche se Twitch è più fresca». Il rischio, secondo l’esperto, è anche che si replichi un caso Clubhouse (il social che con chat audio), e che dopo l’entusiasmo iniziale gli utenti possano migrare altrove.
Nel frattempo, i partiti si portano avanti: a spingere finora sono soprattutto i Cinque stelle, che mandano quasi ogni settimana esponenti di punta sulla piattaforma. «Avranno più tempo per costruirsi una credibilità su Twitch: è quello che hanno cercato di fare Meloni e Salvini su TikTok. Sono arrivati prima degli altri, e in campagna elettorale hanno potuto contare su una comunità già consolidata».
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