Nel decreto Infrastrutture il partito di Salvini ha saziato gli appetiti di molti territori con generosi stanziamenti. Il capogruppo di FdI alla Camera Foti porta in dote 500mila euro per la sua Piacenza
C’è un premio per i dipendenti del ministero delle Infrastrutture, su proposta dello stesso Mit guidato da Matteo Salvini. E intorno non manca la solita pioggia di risorse destinate da nord a sud da parte dei deputati, sempre attenti ai territori d’elezione. Con la Lega che ha fatto bottino pieno.
Il decreto Infrastrutture è stato approvato alla Camera e approdato al Senato, che dovrà dare il via libera definitivo prima della fine del mese.
Il fulcro del provvedimento era il Ponte sullo Stretto, ma lungo la strada della conversione a Montecitorio sono state distribuite mancette, lontano dai riflettori e lontano dal Ponte, per un totale superiore ai 45 milioni. E l’80 per cento è stato sfruttato dal partito di Salvini, che si è intestato il decreto. Altro che parsimonia predicata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Passione teatrale
Un caso significativo, seppure per una somma minore, riguarda comunque il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, che voluto elargire mezzo milione di euro per la fondazione teatri di Piacenza. Guarda caso la città in cui è nato e vive il dirigente di FdI.
L’obiettivo è quello della rivitalizzazione «socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali del territorio, con particolare riguardo alla promozione del teatro musicale verdiano».
Una sorta di risarcimento per la bocciatura in precedenti provvedimenti di un finanziamento simile. Per la fondazione è una bella boccata d’ossigeno. Il bilancio ammonta a circa 3,6 milioni di euro.
L’iniziativa ha un retrogusto bipartisan, incontrando il gradimento della sindaca dem, Katia Tarasconi. Ma Foti ha potuto metterci il cappello parlamentare.
Il vecchio adagio «con la cultura non si mangia» attribuito a Giulio Tremonti (che ha poi smentito di aver pronunciato), viene capovolto quando si tratta di strizzare l’occhio a qualche territorio amico.
Il deputato di Forza Italia, Piergiorgo Cortelazzo, ha infatti garantito 7 milioni di euro alla fondazione «Accademia d’arti e mestieri dello spettacolo Teatro alla Scala» di Milano, con lo scopo di «accelerare gli interventi finalizzati alla realizzazione del polo di alta formazione coreutica».
Lega e opere amiche
Alla Lega, invece, interessa meno la cultura e ha fatto il pieno di risorse da spalmare qua e là. Per informazioni rivolgersi al deputato pisano della Lega, Edoardo Ziello. Per la città di Pisa è arrivato uno stanziamento di 30 milioni di euro totali, 10 milioni all’anno, dal 2024 al 2026. I fondi serviranno per le «opere di consolidamento delle sponde e di recupero funzionale dell’idrovia Pisa-Livorno, nota come il Canale dei Navicelli».
La proposta iniziale di Ziello chiedeva giusto un milione di euro. La maggioranza ha riformulato e dato più sostanza al finanziamento. La stessa scia a collega è stata seguita dalla leghista, Laura Cavandoli, ha portato a casa 6 milioni di euro, spalmati dal 2024 al 2026, per la sua terra natia, Parma. In questo modo arrivano denari freschi per Nuovo Ponte Nord. La gestione di questa infrastruttura, prevista da un decreto del 2019, non avrebbe dovuto gravare sulle casse pubbliche. Il blitz leghista ha cambiato le carte in tavola.
Non è stato da meno, infine, il genovese, Francesco Bruzzone, anche lui della Lega. Un suo emendamento ha concesso 2 milioni di euro all’Azienda regionale territoriale per l’edilizia della provincia di Genova per il quartiere di Begato. Un’operazione che, alla luce della situazione politica, assume anche un connotato elettorale.
Tanto che è stata subito rivendicata dall’assessore regionale, Marco Scajola. Ma non di soli quattrini è composto il decreto Infrastrutture. Il ministro Salvini si è dimostrato magnanimo verso il personale del suo dicastero. Arriva una novità: l’aspettativa formativa, come una sorta di premio per chi scegliere attività in proprio. L’emendamento, infilato nella versione definitiva del testo, prevede che «ai fini del potenziamento e del rafforzamento delle capacità tecniche e amministrative del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con particolare riguardo all’effettiva digitalizzazione dell’intero ciclo dei contratti pubblici, il personale dipendente a tempo indeterminato della predetta amministrazione può essere collocato in aspettativa per avviare o proseguire attività professionali e imprenditoriali».
Un paradosso: per rendere più efficiente il Mit, i dirigenti possano cercare esperienze altrove.
La proposta è stata voluto dal ministero, a firma dell’intera maggioranza. Il vicepremier leghista ha fatto il pieno. E c’è chi sussurra che la norma sia costruita per garantire ai funzionari ministeriali di trovare posto, per qualche tempo, nella società Ponte sullo Stretto.
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