Dopo l’inchiesta di Domani sul sistema del governatore Vincenzo De Luca in Campania, il partito regionale viene commissariato.

La segretaria del Pd, Elly Schlein, ospite al festival di Modena Tempi radicali, ha annunciato che Antonio Misiani sarà il nuovo commissario regionale e Susanna Camusso assumerà l’incarico di commissaria a Caserta, dove non si è votato alle primarie per mancata approvazione dell’anagrafe degli iscritti. La proposta di commissariamento è stata votata dalla Commissione nazionale di garanzia ed è la conseguenza della promessa che Schlein aveva fatto da neo-segretaria, di eliminare i «cacicchi e i padroni delle tessere». Anche a rischio di subire un costo politico. «Ma avrebbe un costo molto maggiore non essere conseguenti alla promessa di trasparenza e rispetto delle regole», ha detto Schlein, «facendo finta che anche al nostro interno non abbiamo problemi da risolvere». La segretaria ha però voluto difendere le primarie, spiegando che «abbiamo visto problemi in territori localizzati e li stiamo affrontando. È per rispetto nei confronti di quegli iscritti che abbiamo fatto una scelta di trasparenza», ha detto riferendosi al caso di Caserta. Nessun riferimento diretto a De Luca, ma è un primo messaggio che segnala un cambio di clima, insieme alla richiesta di «lavorare tutti insieme, perchè non è più il tempo delle divisioni».

La transizione ecologica

A confronto con l’editore di Domani, Carlo De Benedetti e intervistata da Daniela Preziosi, Schlein ha affrontato le principali questioni di dibattito: la riscrittura della storia da parte del governo; le migrazioni e la transizione ecologica.

«Il tentativo del presidente del Senato, Ignazio La Russa, di riscrivere la storia negando il contributo della resistenza e dell’antifascismo e le altre affermazioni gravi che ogni giorno un membro del governo fa sono un modo per non rispondere a due domande: lo stato di attuazione del Pnrr e la vera dinamica della strage di Cutro», ha detto la segretaria.

Con il risultato esplicitato da De Bendetti di «avere un governo incompetente e ignorante, che mette l’Italia in posizione di grande debolezza». Perchè se la premier Giorgia Meloni rientra dal vertice di Bruxelles dicendo di essere soddisfatta ma senza avere nei fatti ottenuto nulla, «i burocrati pensano che con l’Italia si può fare tutto, senza concedere nulla».

De Benedetti si è concentrato sul ruolo dell’Eni nel progetto di rendere l’Italia un hub europeo per il gas, dicendo che «questo è solo nominalmente il governo Meloni, in realtà è il governo Descalzi», ovvero dell’amministratore delegato del colosso energetico. «Chi prende le decisioni fondamentali su temi ecologici è l’Eni e l’hub del gas serve a farì che possa vendere in Europa e non solo in Italia. Ma con quale vantaggio per il paese? questo dimostra che siamo lontanissimi da minima sensibilità ecologica».

Nel giorno in cui i giovani attivisti per l’ambiente di Ultima generazione hanno colorato di nero l’acqua della “barcaccia” di piazza di Spagna, a Roma, Schlein si è espressa in modo diverso rispetto ai suoi sindaci di Roma, Roberto Gualtieri, e Firense, Dario Nardella: «Ultima generazione ha metodi che non condivido, io ho scelto un altro tipo di militanza. Ma il governo ha usato toni che spostano lo sguardo da luna al dito: le mobilitazioni di questi anni indicano la luna e tutti dobbiamo guardare».

Un mea culpa della politica, il suo, perchè «la politica è più indietro delle nostre imprese, che stanno gia innovando in modo ecologico. Ma il governo ascolta di più gli interessi delle potenti industrie fossili che quelli della comunità green» e ha garantito che il Pd sarà in prima linea su questa battaglia.

Le migrazioni

Anche sul tema migratorio, la neo segretaria ha chiarito la linea del Pd: basta finanziamenti alla guardia costiera libica e firme a memorandum che consentano di sparare contro le navi ong e di calpestare i diritti fondamentali con respingimenti collettivi. Una netta cesura, quindi, con la linea dell’ex ministro dell’Interno del governo Gentiloni, Marco Minniti.

Schlein ha criticato la linea del governo soprattutto nel suo atteggiamento in Europa sul tema dei migranti. «Ha fatto tutte le domande sbagliate», perchè non ha chiesto una operazione Mare nostrum europea di ricerca e soccorso istituzionale con mandato umanitario per salvare vite. E anche sull’accoglienza non ha chiesto perchè per i profughi in arrivo non si attivino le stesse procedure usate per i profughi in fuga dall’Ucraina. Per chi fuggiva dal conflitto ucraino, anche i paesi di Visegrad hanno attivato la direttiva sulla protezione temporanea, permettendo ai profughi un viaggio legale attraverso i altri confini europei, scavalcando il regolamento di Dublino che li ferma al paese di primo ingresso. «Se anche i suoi alleati nazionalisti hanno attivato direttiva in quel caso, perchè Meloni non chiede di farlo anche in altri casi?», ha attaccato Schlein.

Lavoro

Elemento fondamentale della linea della nuova segretaria riguarda il tema del lavoro e del salario minimo, che è stato oggetto del suo primo faccia a faccia in parlamento con Meloni. «La destra non vede il lavoro povero, ma si appassiona al tema importante della crisi della natalità non vedendo il nesso con la precarietà che colpisce giovani e donne soprattutto al Sud», ha detto, ribadendo che la battaglia del Pd sarà per far alzare i salari e per chiedere il salario minimo.

Il cambio di linea del Pd è chiaro, ora la prova di Schlein – che non ha ancora composto la sua segreteria – sarà quella di guidare l’opposizione.

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