- Riparte il processo Ruby Ter dopo i tre mesi di stop imposti dal tribunale di Milano per i problemi di salute di Silvio Berlusconi. Ma l’ex premier ha presentato una richiesta di legittimo impedimento per rinviare ulteriormente l’udienza.
- Secondo i medici che l’assistono, lo stress dell’udienza sarebbe incompatibile con le precarie condizioni sanitarie di Berlusconi, che rischierebbe grosso a causa del suo cuore.
- I giudici dovranno decidere se accettare per l’ennesima volta questa richiesta di stop al processo o se cambiare intendimento. La procura potrebbe chiedere una perizia indipendente
Non ce la farà neanche questa volta a partecipare all'udienza del processo milanese Ruby Ter, che riprende dopo i tre mesi di stop imposti dai giudici lo scorso maggio per le sue precarie condizioni di salute. Colpa, come sempre, di quel cuore ballerino che potrebbe non reggere lo stress dell'aula di giustizia, nonostante l'intervento coronarico del 2016 al San Raffaele abbia avuto un esito molto favorevole che ha permesso al presidente Berlusconi di restare ancora sulla scena politica e imprenditoriale fino ad oggi.
Ma il Covid, che ha costretto l'ex premier a un ricovero controvoglia nell'estate del 2020, lo ha reso più fragile e l'avanzare dell'età fa il resto, con le 85 primavere che saranno festeggiate il 29 di settembre prossimo. Meglio non rischiare, e per questo motivo il suo difensore Federico Cecconi ha chiesto nuovamente al Tribunale di Milano che l'udienza (di domani, di oggi) sia sospesa per «legittimo impedimento» fino a quando le condizioni di salute gli permetteranno di potersi adeguatamente difendere dall'accusa di corruzione in atti giudiziari per la quale è imputato.
La richiesta del suo legale, l'ennesima giunta sul tavolo dei giudici a partire dal 2016 quando è iniziata l'udienza preliminare (il processo in aula è iniziato nel 2017), è stata corredata dalla consulenza firmata dai tre luminari della scienza medica che da tempo monitorano lo stato di salute dell'ex premier: il neuropsicologo forense Giuseppe Sartori, il medico legale Marco Di Paolo e lo psichiatra Pietro Pietrini. Oltre, ovviamente, al referto del medico di fiducia Alberto Zangrillo, che nelle ultime due settimane ha richiamato per tre volte B. al San Raffaele per i soliti controlli. La palla ripassa ai giudici che dovranno decidere se cambiare posizione o continuare ad accettare le richieste della difesa.
La salute di Berlusconi
I tre mesi di stop al processo, imposti lo scorso maggio dal collegio presieduto dal giudice Marco Tremolada, non sembrano aver migliorato lo stato di salute del presidente di Forza Italia. Allora il tribunale aveva scelto la strada di non stralciare la sua posizione e far continuare il procedimento per le altre imputate – una trentina in totale, tra cui molte Olgettine – che devono difendersi anche dall'accusa di falsa testimonianza oltre che da quella di corruzione. A Siena, dove è finito uno dei tanti rivoli di questa inchiesta, hanno fatto così e il pianista Danilo Mariani è stato condannato a due anni per falsa testimonianza, mentre per l'accusa di corruzione si torna in aula a ottobre. La falsa testimonianza delle coimputate milanesi di B.sarebbe anche prescritta, peraltro, se questo procedimento non fosse stato sospeso mille volte per il legittimo impedimento.
Ma qual è il reale stato di salute di Berlusconi? Lo scorso maggio il pubblico ministero milanese Tiziana Siciliano, che porta avanti l'accusa con il collega Luca Gaglio, aveva parlato anche di «problemi neurologici» e «psicologici» per il Cavaliere (ex in realtà dopo la revoca dell'onorificenza) dopo aver letto le consulenze dei medici che lo hanno esaminato.
Problemi che si aggiungono a quelli cardiaci di cui si sa certamente di più: la famosa aritmia cardiaca che va tenuta al riparo dallo stress, tanto più se indotto da quei giudici così «antropologicamente» diversi da lui. La situazione probabilmente non dev'essere cambiata molto se c'è necessità di un altro rinvio, che potrebbe essere di qualche mese. La richiesta di uno stralcio della sua posizione, avanzata dai pm a maggio e bocciata dal tribunale, che aveva preferito lo stop, non dovrebbe essere ripresentata domani. Non è escluso, al contrario, che la procura chieda ai giudici di procedere a una perizia medica del tribunale che metta una parola definitiva sul reale stato di salute del presidente. E che dica, incidentalmente, se le consulenze di parte di Zangrillo e degli altri luminari abbiano realmente fotografato lo stato di salute di B. o se vi sia stato un eccesso di precauzione nel disegnare la sua situazione medica. Potrebbe essere la svolta al processo, da troppi anni impantanato per le questioni mediche del presidente senza che si intravveda mai la possibilità di portarlo a termine. In ogni modo domani potrebbe anche essere sentito il ragionier Giuseppe Spinelli, il fedele collaboratore (e pagatore delle ragazze) citato come come testimone dalla procura.
D'altronde l'impressione estiva è stata quella di un Berlusconi in discreta salute, certamente in ripresa rispetto alla primavera nella quale si erano presentati alcuni strascichi del Covid. Il Cavaliere, candidato alla presidenza della Repubblica (ma non ha problemi neurologici?), è entrato anche nella partita delle liste elettorali per la tornata di amministrative ottobrine e sta lavorando alla creazione di un partito federato con Matteo Salvini.
Con il leader della Lega si è fatto anche fotografare a fine agosto e dalla foto appare abbronzato e in discreta forma. Una condizione che striderebbe con gli allarmati referti medici inviati ai giudici del tribunale milanese e degli altri fori dove sono finiti i rivoli dei questa inchiesta. Che è nata nel 2013 – giova ricordarlo - dalle sentenze dei processi Ruby e Ruby Bis per la richiesta dei giudici di indagare anche sulla veridicità delle deposizioni in aula delle ragazze che frequentavano Arcore e la Sardegna e che erano testimoni obbligate a dire la verità, secondo le disposizioni del codice penale.
Il processo Ruby, com'è noto, si è chiuso con l'assoluzione di Berlusconi dal reato di concussione e prostituzione minorile mentre il Ruby Bis con la condanna dell'ex direttore del Tg4 Emilio Fede e Nicole Minetti, l'igienista dentale ora Dj a Ibiza. In ogni caso, però, le sentenze hanno evidenziato un consolidato «sistema» di prostituzione che ruotava intorno all'ex premier, che avrebbe pagato anche durante i processi le ragazze che frequentavano le sue ville per comprare il loro silenzio o edulcorare i racconti delle serate del Bunga Bunga. Da qui l'accusa di corruzione in atti giudiziari sulla quale prima o poi il tribunale dovrà esprimersi.
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