Dopo il vertice di palazzo Chigi, i ministri degli Esteri e della Difesa hanno ribadito una tesi già avanzata dalla nostra intelligence: i mercenari russi del gruppo Wagner sarebbero dietro l’aumento dei barconi salpati dalla Libia, in ottica di destabilizzare l’Italia e i paesi che sostengono l’Ucraina. L’ipotesi, però, non convince gli analisti e l’Ue
La nuova linea del governo italiano sui migranti è quella di accusare il gruppo Wagner, un esercito di mercenari che però è affine al governo russo, di pilotare l’aumento dei flussi verso l’Italia. Si tratterebbe, infatti, di una strategia di Mosca per destabilizzare i paesi che stanno sostenendo l’Ucraina nel conflitto militare.
Questa tesi ha iniziato a venire proposta nel luglio scorso ma solo ora è stata sposata formalmente dall’Esecutivo di Meloni. In particolare, dopo il vertice di palazzo Chigi all’indomani del naufragio di Cutro con il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, quello della Difesa, Guido Crosetto, i due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini e i vertici dell'intelligence, la direttrice del Dis Elisabetta Belloni e il direttore dell'Aise Giovanni Caravelli.
Difesa ed Esteri
All’esito dell’incontro, sono infatti intervenuti due ministri di peso. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha rilasciato una nota in cui ha scritto che «ormai si può affermare che l'aumento esponenziale del fenomeno migratorio che parte dalle coste africane sia anche, in misura non indifferente, parte di una strategia chiara di guerra ibrida che la divisione Wagner, mercenari al soldo della Russia, sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni paesi africani». Ha poi messo in relazione i flussi con la necessità di un maggiore impegno dell’Alleanza atlantica sul tema migratorio: «Ue, Nato e Occidente, così come si sono accorti che gli attacchi cyber facevano parte dello scontro globale che il conflitto ucraino ha aperto, oggi sarebbe opportuno capissero che anche il fronte sud europeo sta diventando ogni giorno più pericoloso». Infatti, il rapporto ««rischia di incrinarsi se i paesi più esposti a ritorsioni di vario tipo (come aprire i “rubinetti” dell'immigrazione da parte di alcuni Stati) vengono lasciati soli».
Le dichiarazioni di Crosetto sono state smentite dal capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, che ha affermato che «non sappiamo coa stia succedendo con la crisi dei migranti e non ci occupiamo di queste cose».
Un intervento di tenore analogo è stato ripetuto anche dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al termine dell'incontro con il premier Benyamin Netanyahu a Gerusalemme. Il ministro, infatti, ha sottolineato la sua «preoccupazione» perchè «molti migranti arrivano da aree controllate dal gruppo Wagner. Non vorrei ci fosse un tentativo di spingere migranti verso l'Italia». Tajani ha argomentato meglio la posizione in un’intervista al Giornale, in cui ha spiegato che il gruppo Wagner «in Libia è in contatto con le bande di trafficanti e di miliziani interessati al traffico di migranti e svolge un ruolo diretto nella destabilizzazione del Paese». La compagnia mercenaria, infatti, è presente non solo in Libia ma in molti paesi dell’Africa subsahariana. «Noi abbiamo indicazioni che li dicono molto attivi e in contatto con bande di trafficanti e di miliziani interessati al traffico di migranti».
Il ministro degli Esteri ha allargato il fenomeno oltre la Libia, dicendo che la crisi economica in Tunisia ha fatto sì che il paese sia «letteralmente popolato da migranti sub-sahariani che da settimane hanno quasi invaso il Paese e che si preparano a un salto verso l'Europa». Lo stesso varrebbe per la Turchia e la Siria, dove il terremoto «spingerà migliaia di persone a partire».
Le posizioni sono state riprese anche da parlamentari di Fratelli d’Italia come il capogruppo alla Camera, Tommaso Foti e quello al Senato, Lucio Malan.
La tesi è stata sposata anche dal ministro per le Imprese, Adolfo Urso secondo cui «già due anni fa il comitato parlamentare per sicurezza della Repubblica aveva allarmato il Parlamento in relazioni ufficiali, dopo indagini conoscitive secretate sull'azione di accerchiamento della Russia verso l'Europa».
L’intelligence italiana
Per ora non esistono rapporti pubblici che confermino un rapporto di causalità tra russi e flussi migratori. Tuttavia nel luglio scorso il quotidiano Repubblica aveva scritto – citando fonti della sicurezza – che «La Libia è un cannone puntato sulla campagna elettorale: l’immigrazione è forse l’arma più potente per chi ha interesse a destabilizzare e, dunque, a interferire sul voto di settembre».
Secondo l’ipotesi dell’intelligence, il Cremlino potrebbe usare la sua influenza in Cirenaica per aumentare le partenze dei migranti.
Le coste della Libia, infatti, sono sotto il controllo delle milizie del generale Haftar, con il sostegno dei mercenari russi del Gruppo Wagner. In particolare dai porti di Derna e Tobruk, per per molto tempo erano rimasti “dormienti” stanno cominciando a partire molti più barconi rispetto agli ultimi due anni.
Le smentite
Sul fronte degli analisti, invece, dubbi sulla tesi sono stati posti da Jalel Harchaoui, politologo specializzato in Nord Africa e Libia del Royal United Services Institute (Rusi), think tank di sicurezza internazionale e difesa del Regno Unito.
All’agenzia Dire, ha spiegato che «Non c’è prova alcuna di un ruolo di Mosca o di entità legate a Mosca nell’attuale fenomeno migratorio che proviene dal Nord Africa». Secondo lui, l’aumento dei flussi dalla zona della Cirenaica e quindi l’apertura di una nuova rotta ha altre ragioni.
«Le navi che partono dall’est sono in genere pescherecci più robusti delle imbarcazioni, spesso fatiscenti, che prendono le acque dall’ovest. Cambiano anche le nazionalità coinvolte- dice il politologo- dalla Cirenaica partono cittadini egiziani, libici e siriani mentre dall’ovest molte persone che provengono dai Paesi dell’Africa subsahariana, tanti dal Corno d’Africa». Secondo Harchaoui, infine, «è possibile che chi controlla la Cirenaica abbia aumentato la sua tolleranza verso questa economia illegale, magari nell’ottica di incrementare le sue fonti di guadagno».
Anche il vicepresidente della Commissione Ue, Margaritis Schinas è intervenuta sul tema, ridimensionando la tesi della presenza del gruppo Wagner dietro le partenze e definendolo «qualcosa di accessorio» perchè «La causa della migrazione è che le persone fuggono da guerre e persecuzioni o scappano per una vita migliore».
Il tweet di Salvini
Ora il governo, tuttavia, si è riposizionato su questa tesi. Quando per la prima volta è emersa la possibilità di un coinvolgimento dei mercenari russi nei flussi migratori, proprio l’attuale vicepremier, Matteo Salvini, aveva liquidato la tesi.
In un tweet del luglio 2022, quando Repubblica per prima aveva avanzato l’ipotesi citando fonti di intelligence, Salvini aveva scritto: «per la sinistra sarebbe Putin a spingere i barconi pieni di clandestini verso l'Italia. Siamo alle comiche! La paura di perdere la poltrona fa brutti scherzi! Spoiler: la colpa è di PD e Lamorgese».
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