- A scorrere gli ultimi post del profilo Facebook della sindaca, nessuno potrebbe mai sospettare che si tratta della prima cittadina che ha eliminato Roma dalla corsa per le Olimpiadi.
- E se da un lato si muove in armonia con le società, visto che soprattutto con la As Roma c’è un rapporto da ricostruire praticamente da zero dopo la vicenda dello stadio, a fiorire negli anni è stato anche il rapporto con il presidente del Coni Giovanni Malagò.
- Dopo il no alle Olimpiadi, è come se Raggi avesse cambiato totalmente posizione sugli eventi: quasi per contrappasso ha voluto ospitare numerose gare sportive e sempre più spesso si è presentata a conferenze di presentazione e finali, quasi a volersene intestare del tutto la maternità.
La campagna elettorale farsi rieleggere sindaca di Roma di Virginia Raggi la sta portando a conoscere mondi che finora ha ignorato o addirittura evitato. E di cui, evidentemente, per essere rieletti a Roma non si può fare a meno.
A scorrere gli ultimi post del profilo Facebook della sindaca, nessuno potrebbe mai sospettare che si tratta della prima cittadina che ha eliminato Roma dalla corsa per le Olimpiadi: un contributo dopo l’altro su tutti gli eventi sportivi che riguardano la capitale anche solo di sfuggita. La sindaca non ha perso neanche occasione di partecipare a eventi come la finale degli Internazionali di tennis.
Si potrebbe considerare un invito di cortesia, ma inserendolo in una panoramica più ampia si può individuare un preciso schema dell’inquilina del Campidoglio: Raggi ha scelto di andare a toccare tutte le realtà dello sport, e coinvolgere i volti più importanti nelle dinamiche politiche romane per poter poi godere del loro appoggio. E se da un lato si muove in armonia con le società, visto che soprattutto con la As Roma c’è un rapporto da ricostruire praticamente da zero dopo la vicenda dello stadio, a fiorire negli anni è stato anche il rapporto con il presidente del Coni Giovanni Malagò.
Eppure, l’inizio non era stato brillante. Soprattutto con il Coni i rapporti erano, per usare un eufemismo, freddi, soprattutto dopo l’invito della sindaca al Campidoglio, poi disatteso da Raggi per un pranzo (ufficialmente un evento istituzionale). Allo sgarbo formale era seguito lo scontro nei fatti, con il blocco definitivo della candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024, un pensiero «criminale», a dire della sindaca: a maggio scorso il presidente diceva ancora che «per un anno sono stato lì a leccarmi le ferite».
Le società
Raggi sta investendo moltissimo sul rapporto con le squadre della capitale anche per raccogliere la vita cittadina che si muove intorno al mondo del calcio: la sindaca, che nel 2016 dichiarava fieramente di avere simpatie per la Lazio, squadra del cuore del marito, ma di tenere nel cuore solo la Ternana, nelle ultime settimane non ha lesinato complimenti agli ingaggi dei nuovi allenatori di Trigoria e Formello.
Raggi ha accolto sulla terrazza Caffarelli, a due passi dal Campidoglio, José Mourinho, appena accolto dalla Roma: non è mancata la photo opportunity affianco alla Lupa e sotto l’attento occhio della statua originale di Marco Aurelio. Stessa, calorosa accoglienza per Maurizio Sarri, assoldato dai biancocelesti, che la prima cittadina ha raggiunto a Formello. Poi, per non farsi mancare nulla o essere accusata di partigianeria, un post riassuntivo con veduta della città e le foto dei due allenatori «fuoriclasse»: «Per il primo è stata coniata una parola, il sarrismo, per descrivere il suo "tipo" di calcio. Il secondo è semplicemente lo Special One».
Insomma, per Raggi i due arrivi sono solo il coronamento del rilancio della città: «Sono tutti segnali positivi di un cambiamento che, dopo anni di interventi non immediatamente evidenti ma sostanziali, è iniziato e non va fermato».
Resta aperta la questione stadio. A fine giugno, Raggi ha festeggiato l’anniversario dello scudetto della Roma al Roma Club di Testaccio, ritrovo storico dei tifosi romanisti: con l’occasione la sindaca ha anche provveduto a fare gli auguri a Retesport. È soltanto una delle tante occasioni di contatto dello staff dell’inquilina del Campidoglio con la rete di medium che viaggia intorno al calcio romano. A tenere i rapporti pensa anche Maurizio Costanzo, spin doctor d’eccezione della sindaca, ma anche, oltre che capo della comunicazione della As Roma, curatore di numerose rubriche, prima fra tutte Pensieri giallorossi sul Corriere dello Sport: da lì in più occasioni ha sostenuto il progetto dello stadio e si è scagliato contro i consiglieri comunali restii a votare la delibera di revoca del progetto dello stadio a Tor di Valle. «Spero che non sia vero, che si tratti soltanto di un pettegolezzo, perché altrimenti se, all’insaputa di tutti, i lettori dei giornali o gli ascoltatori delle radio, approvassero una delibera per non eleggerli alla prossima tornata elettorale?», scrive.
Se per la società giallorossa il progetto arenato è ormai da dimenticare, la sindaca ha a disposizione voti contati (soprattutto dopo l’addio di quattro consiglieri di maggioranza) e tempi molto stretti prima della fine della consiliatura. Resta poi da vedere se davvero sarà in grado di svelare un nuovo sito dove far sorgere l’opera.
Anche la tessitura del rapporto con Trigoria è dunque da leggere con elemento di una narrativa che legge tutti gli eventi sportivi della capitale come conferma del rilancio di Roma: non è un caso che le parole che più spesso tornano nella comunicazione di Raggi siano «ripartenza», «rilancio» e «attrarre», quasi sempre di nuovi capitali e l’interesse di aziende estere, ma, appunto, anche di prestigiosi appuntamenti del tempo libero.
Il rapporto col Coni
Nel corso della sua consiliatura, Raggi ha anche deciso di cambiare linea nei confronti del Coni. Lontani sono ormai i tempi in cui Beppe Grillo e Alessandro Di Battista avevano annunciato il loro giudizio devastante sull’opportunità di ospitare i giochi e la sindaca aveva seguito diligentemente le indicazioni dall’alto, mandando a sbattere l’ambizioso triplice presidente del Comitato olimpico.
Oggi non perde occasione di frequentarlo, a inizio mese sono anche andati a cena insieme al Circolo canottieri Aniene, storico fortino del mondo di Malagò. Un’immagine impensabile nel 2016, quando il presidente era percepito come lontano, se non ostile, al mondo grillino. Ma dopo il no alle Olimpiadi, è come se Raggi avesse cambiato totalmente posizione sugli eventi: quasi per contrappasso ha voluto ospitare numerose gare sportive e sempre più spesso si è presentata a conferenze di presentazione e finali, quasi a volersene intestare del tutto la maternità.
È successo per Formula E e mondiali di skate, ma anche per Internazionali di tennis e presentazione dell’Open d’Italia (dai cui green, secondo Raggi era possibile intravedere «la cupola del Colosseo»), ma anche in occasione degli Europei. Oltre a ospitare diverse partite del torneo, l’amministrazione ha organizzato una vasta fan zone: Raggi ha voluto ribadire quanto fosse «orgogliosa di aver ospitato nella capitale quattro partite del torneo intinerante».
Stesso discorso per l’incontro con la Nazionale organizzato dopo la vittoria, accompagnato dalla fotografia di un affettuoso abbraccio con il capitano Giorgio Chiellini. «Da Roma è iniziato questo grande sogno che ci avete fatto vivere. Questa vittoria rappresenta il simbolo della ripartenza della nostra città e del paese. Ringrazio i ragazzi della nostra Nazionale che nonostante le partite difficili non si sono mai arresi», scrive. Lo sport è un valore, anche alle elezioni.
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