Il sindaco e coordinatore di Fi della Liguria Bagnasco: «Non abbiamo niente contro di loro, ma ci avevano detto che era un corso». Pellegrini, rappresentante del festival: «Hanno visto il programma e non hanno voluto»
«La Liguria è la seconda regione più anziana d’Europa» esordisce Chiara Pellegrini, socia 25enne di Nassa Rapallo. Ma lei e un’altra trentina di giovani parte dell’associazione hanno deciso di organizzare il Sextival, il festival sulla salute sessuale che esplora il benessere psicofisico legato al sesso partendo dai racconti di attivisti ed esperti. Dal profilo Instagram agli interventi, ci hanno messo tutto il loro impegno, raccontano, ma la giunta di centrodestra guidata dal sindaco e coordinatore di Forzia Italia della Liguria Carlo Bagnasco ha negato loro il patrocinio.
La genesi dell’evento
L’organizzazione è partita mesi fa. Nassa Rapallo ha avviato un sondaggio sugli interessi dei giovani a cui hanno risposto 160 persone. L’educazione sessuale e i temi Lgbtqia+ hanno avuto la meglio. A quel punto sono partite le ricerche per creare un evento. «Ci siamo imbattuti nel sito dell’Oms che ha stilato le linee guida per affrontare la salute sessuale», racconta Pellegrini. Nel documento vengono affrontate tutte le componenti della sessualità: «ambientali, psicofisiche, sociali che devono fare sentire a una persona a proprio agio con il piacere e con l’identità sessuale»
Dall’affossamento con applauso del ddl Zan a novembre scorso, tra polemiche contro le minigonne l’estate scorsa e il Pride quest’anno «il periodo storico è quello che è», aggiunge, «ma ha tirato su un tappeto con tanta polvere sotto».
Così l’evento che parte questo sabato è passato da un giorno a due, e si parlerà di prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili, Hiv e test, servizi pubblici e servizi pubblici che mancano, omogenitorialità e educazione dei bambini alle tematiche di genere.
Verrà affrontata anche la dimensione della disabilità e della sessualità con i due attivisti e autori Maximiliano Ulivieri e Iacopo Melio: «Ci siamo resi conto di quanto la persona disabile sia infantilizzata», senza dimenticare il tema della transizione di genere, tornato alla ribalta dopo il suicidio della professoressa Cloe Bianco, docente che era stata sanzionata dopo aver deciso di presentarsi ai suoi studenti in abiti femminili.
Tra gli ospiti, le associazioni Edusex, Anlaids, Arcigay, Comitato Vulvodinia e Neuropatia del Pudendo, lo sportello Zena Trans, l'antropologo Francesco Ferreri del podcast Antropoché, Caterina di Loreto della onlus Love Giver che si occupa di assistenza sessuale a persone con disabilità, l'andrologo Nicola Macchione.
La collaborazione
Nonostante l’ispirazione all’Oms e il programma non c’è stata la reazione che i ragazzi si aspettavano: «Non c’è stata collaborazione con le istituzioni locali, né del comune né dell’Asl». L’associazione ha mandato l’estratto del progetto per chiederne il patrocinio e ha atteso la riposta.
Ma è arrivato un no. Bagnasco dice che non ha niente contro di loro: «Ci avevano presentato un progetto diverso, dicendoci che era un corso, un progetto sanitario e che c’era il patrocinio dell’Asl, poi non c’era, non c’era il risvolto sanitario. Poi sono dei bravissimi ragazzi… che facciano tutto con libertà. Il patrocinio non è mica necessario».
Il testo presentato in corsa è stato mediato da un tecnico, in attesa di scoprire che cosa abbia discusso realmente il comune, Pellegrini si dà un’altra spiegazione: «Hanno visto il programma e non hanno voluto. Sono temi percepiti come legati alla politica purtroppo. Il no ha una sua logica, non posso negarlo. Noi veniamo da un periodo storico specifico. Siamo la prima organizzazione giovanile del nostro territorio, abbiamo fatto fatica. E il Sextival è stato un passo in più».
E mentre racconta questa storia cerca di pesare le risposte: «Non ci siamo esposti in polemiche, non è quello il nostro scopo, vogliamo creare un legame, più che un’opposizione. Abbiamo accettato e capito. Andiamo avanti e siamo orgogliosi di farlo con le nostre gambe».
Hanno lanciato «una magica raccolta fondi dei sostenitori che hanno creduto in noi» e ci tengono a dire: «Ci definiamo politici nell’interesse della società, però non siamo per nulla partitici e non siamo un gruppo di attivisti».
Il festival comunque ci sarà, e lo stesso sindaco che ha detto no al patrocinio potrebbe passare (dice). La rappresentante di Nassa Rapallo confida nella partecipazione che verrà grazie al programma: «Abbiamo voluto davvero sviscerare la cosa, per offrire tanti punti di vista differenti perché è un argomento che sta diventando divisivo e invece bisogna unirsi e cercare di capirsi». Le persone, conclude, stanno male, e Pellegrini ricorda la vicenda della professoressa che ha deciso di togliersi la vita: «Quanto le è accaduto fa riflettere. Sennò rimane sempre un noi contro voi».
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