La costruzione di alloggi universitari, il contenimento della peste suina africana, l’eradicazione della brucellosi bufalina e ovina, e la realizzazione dello scalo portuale a Tremestieri, in provincia di Messina.

Ogni emergenza ha il proprio commissario straordinario, figure a cui vengono assegnati “pieni poteri”, ampie deroghe alle procedure per l’assegnazione di lavori e incarichi. Uno degli ultimi in ordine cronologico è il commissario per la realizzazione del Vulcan project di Novara. Il ruolo (a titolo gratuito) è stato attribuito ad Alessandro Canelli, sindaco leghista della città, che dovrà sovrintendere la costruzione di un maxi stabilimento industriale. Nell’èra del governo Meloni c’è una bulimia di commissari.

In assenza di una visione sui problemi si ricorre all’uomo della provvidenza, calato dall’alto per risolvere tutti i mali: fin dall’insediamento a palazzo Chigi il sottosegretario alla presidenza, Alfredo Mantovano, ha firmato oltre 40 decreti per indicare nuovi commissari, senza conteggiare i subcommissari. Si arriva quindi a quota 61 (secondo quanto riferisce l’apposito portale), mettendoli insieme a quelli in carica dalla precedente legislatura, tra cui il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, commissario per il Giubileo.

La differenza con il passato è scolpita nelle cifre: nel 2020, durante il governo Conte II, c’erano 32 commissari straordinari. Il numero è quasi raddoppiato, per un conto di oltre 10 milioni di euro, tra le remunerazioni ai commissari, gli stanziamenti per pagare gli esperti e le dotazioni messe a disposizione delle apposite strutture. E spesso i risultati non sono così eccezionali.

Risorse senza acqua

Uno dei casi di scuola è il commissario per la siccità, Nicola Dell’Acqua, nominato nel dicembre 2023 per un compenso annuo totale (tra parte fissa e parte variabile) di 70mila euro più il plafond di 250mila euro per assumere un massimo di cinque esperti. Il leader della Lega Matteo Salvini, all’epoca, voleva per sé l’incarico, ma alla fine la spuntò Giorgia Meloni, indicando Dell’Acqua. Ma il vicepremier non sta certo fermo: ha annunciato il primo stralcio della programmazione prevista dal Piano nazionale di interventi per la sicurezza nel settore idrico.

Tuttavia, l’unica pioggia che si intravede contro la crisi idrica è quella delle risorse assegnate alla struttura commissariale, che ha a disposizione 2,3 milioni di euro in due anni solo per pagare il personale. Agli atti ci sono cabine di regia, tavoli e 20 decreti firmati da Dell’Acqua. Poco di concreto sull’emergenza.

Tanto che pochi giorni fa lo stesso Dell’Acqua ha lanciato l’allarme: «Il Sud e le isole hanno per i bacini una situazione peggiore dell’anno scorso. La prossima estate sarà particolarmente dura». Parole che hanno provocato reazioni. «Diventa incomprensibile la ragione della funzione del commissario se la sua azione si limita a fotografare lo stato dei bacini prima dell’estate», ha attaccato il deputato del Pd Marco Sarracino.

Il commissario uno e trino è però il dirigente di Anas, Fulvio Maria Soccodato, chiamato a gestire dal luglio 2024 la situazione nei Campi Flegrei dopo le scosse di terremoto che hanno interessato la zona scatenando la paura nella popolazione. Soccodato risulta già commissario per la costruzione delle infrastrutture legate al G7 in Italia del 2024 e alla ricostruzione del viadotto di Albiano sul fiume Magra, in Toscana. La sua remunerazione per il ruolo nei Campi Flegrei ammonta a 100mila euro in totale (il massimo per l’incarico), e ha a disposizione altri 250mila per il reclutamento di esperti. Anche in questo caso i risultati non si scorgono, a dispetto di poteri e risorse.

La poltrona da commissario è talvolta un trampolino di lancio per la carriera. Ne sa qualcosa Fabio Ciciliano, convocato da Meloni a far rifiorire Caivano dopo gli atti violenti legati alla criminalità, e poi promosso capo Protezione civile, con tanto di scivolone mediatico quando da numero uno del dipartimento ha risposto, piccato, alle preoccupazioni degli abitanti nelle zone dei Campi Flegrei: «Con la scossa di quinto grado cadono i palazzi e conti morti. Funziona così».

Odissea Pnrr

C’è poi l’odissea del Pnrr. Il governo si affida ai poteri speciali per provare a realizzare le opere inserite nel cronoprogramma del Piano.

Alla manager Manuela Manenti, presente anche nel cda di Simico la società che si occupa delle infrastrutture dell’Olimpiade invernale Milano-Cortina, è stata assegnata una cassaforte da 800mila euro all’anno (fino al 2026) per realizzare gli alloggi universitari, il famoso housing. A Manenti viene riconosciuta una retribuzione complessiva di 90mila euro oltre alla possibilità di assumere collaboratori e consulenti per un tetto di 150mila euro.

Sempre nell’ambito del Pnrr, il governo Meloni ha indicato il prefetto Maurizio Falco come commissario per il contrasto agli insediamenti abusivi e allo sfruttamento in agricoltura. In questo caso la remunerazione è di 44mila euro, inferiore rispetto agli altri, ma con la possibilità di assumere collaboratori (sempre a tempo) per un massimo di 250mila euro più una dotazione di 1,6 milioni di euro all’anno (per il 2025 e il 2026).

Non gli alloggi per studenti, ma le carceri è chiamato invece a costruire il commissario per l’edilizia penitenziaria, Marco Doglio, fino al 2022 a capo della Direzione immobiliare di Cdp e con una lunga esperienza nel settore delle infrastrutture edilizie.

A Doglio viene corrisposta la remunerazione di 100mila euro oltre a 1,1 milioni di euro garantiti per il funzionamento della struttura di supporto. Il compito è di prendere decisioni per risolvere il sovraffollamento delle carceri. Ma basta leggere l’ultima lettera dell’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno («nelle celle condizioni inumane»), per capire che il commissario – senza una politica strutturale del governo – si trovi a fronteggiare le onde dell’oceano con il secchiello.

I commissari straordinari non sempre sono dei tecnici prestati alle missioni speciali. Per informazioni basta sfogliare l’organigramma della struttura preposta alla realizzazione degli interventi di collettamento, fognatura e depurazione delle acque reflue urbane. Il commissario è Fabio Fatuzzo, vecchia conoscenza della fiamma, ex deputato di Alleanza nazionale e già componente di spicco della giunta Scapagnini a Catania. A Fatuzzo viene riconosciuto un compenso di 100mila euro. Stessa somma è corrisposta ai due subcommissari, Toto Cordaro, ex assessore della regione Sicilia con l’allora governatore e ora ministro Nello Musumeci, e Antonino Daffinà, unico vero tecnico della triade.

Non di matrice politica, ma assimilabile alla definizione di tecnico d’area, è Massimo Ferrarese (compenso di circa 60mila euro), commissario per la realizzazione dei Giochi del Mediterraneo di Taranto del 2026, fortemente voluto dall’ex ministro Raffaele Fitto. Ferrarese è attivo sui media, ma spesso accusato di aver accumulato ritardi per la realizzazione delle strutture. L’ex direttore del comitato organizzatore, Elio Sannicandro, ha denunciato: «Si rischia di scivolare verso un’occasione mancata». Ferrarese ha tranquillizzato: «Lavoriamo notte e giorno».

I commissari a volte possono essere pure trasversali. Prova ne è Giovanni Legnini, una storia a sinistra tra Pci e Pd ed ex vicepresidente del Csm, che è riuscito a ottenere la riconferma di Mantovano come commissario per la ricostruzione post sisma a Ischia (risalente al 2017) dopo la prima nomina dell’esecutivo di Mario Draghi. Anche per lui il compenso è di 100mila euro.

Sempre in materia di interventi dopo i terremoti, il commissario a Campobasso è (a titolo gratuito), il presidente della regione Molise, Francesco Roberti, recentemente indagato per l’ipotesi di reato di corruzione nell’ambito di un’ampia inchiesta della dda di Campobasso. Mentre per l’alluvione in Emilia-Romagna e Toscana il governo ha convocato uno specialista in emergenze, Fabrizio Curcio, per un compenso «nella misura massima» prevista dalla legge. Quindi non oltre i 100mila euro.

Da Taranto a Torino

La lista prosegue con Vito Felice Uricchio a capo della struttura per la bonifica delle aree di Taranto, che ha una dotazione di 800mila euro tra 2024 e 2025, Nicola D’Alterio, che si batte contro l’emergenza per la brucellosi bufalina, ed Enrico Caterino, commissario per la piaga del granchio blu.

Marco Corsini deve invece provvedere alla realizzazione del Parco della salute, della ricerca e dell'innovazione di Torino. Addirittura all’Aci è arrivato il commissario, Tullio Del Sette. Almeno qua senza costi per le casse pubbliche.

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