Il Movimento 5 stelle, impegnato anche nello scontro interno tra i due leader Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, fatica a dire la sua sui referendum su cui in queste ore sta decidendo la Corte costituzionale. I Cinque stelle ultimamente sono stati impegnati su tanti fronti, primo fra tutti l’impasse legale in cui è bloccato il partito da quando il tribunale di Napoli ha sospeso tutti i suoi vertici. 

Occupato a risolvere questa questione, il Movimento ha perso di vista la scadenza dei quesiti: ora il ritardo lo costringe a un’assemblea convocata a più riprese negli ultimi tre giorni. Eppure, i Cinque stelle una linea sui quesiti, ce l’avrebbero. 

Eutanasia

Nonostante l’urgenza di confrontarsi, però, le prese di posizione pubbliche del Movimento sui quesiti in discussione sono pochissime. La più rilevante finora è stata quella di Conte uscita subito dopo la notizia dell’inammissibilità del quesito sull’eutanasia: «Su #eutanasia non possiamo gettare al vento le firme e la partecipazione dei cittadini. È imperativo del parlamento dare una risposta subito a tutela della dignità di tante persone e famiglie che soffrono. Il M5s c’è, abbiamo già un testo: basta attese». 

La speranza del leader è anche quella di poter coinvolgere la base su questo tipo di tematiche proponendo una linea che gli iscritti possano spalleggiare. Secondo alcuni, una foglia di fico per nascondere una sua insicurezza di base sul tema. Ma sul suicidio assistito il Movimento ha anche collaborato a presentare il testo dei deputati Nicola Provenza e Alfredo Bazoli attualmente in parlamento: un ottimo piano B, «anche se è meno incisivo del referendum, ma dobbiamo comunque dare una risposta in parlamento» dice Eugenio Saitta, capogruppo dei Cinque stelle in Commissione giustizia. 

Cannabis

Anche sulla cannabis il Movimento già dispone di una posizione solida. La legalizzazione è da sempre uno dei cavalli di battaglia della corrente più di “sinistra” dei Cinque stelle. Il senatore Matteo Mantero, oggi passato a Potere al popolo, aveva presentato un testo che andava in quella direzione già durante il governo gialloverde. Anche la ministra per le Politiche giovanili Fabiana Dadone ha spiegato in passato che «bisogna ragionare di droghe spogliandoci delle ideologie».

«Il referendum riprende il contenuto del testo che ha depositato il presidente della Commissione giustizia della Camera Mario Perantoni. Anche in questo caso il punto centrale è la depenalizzazione dell’autocoltivazione» dice Saitta. «La nostra proposta andava addirittura oltre, inasprendo le sanzioni per chi spaccia ai minori e in prossimità dei luoghi sensibili, ma ovviamente il referendum non può intervenire in questo senso». 

Giustizia

Il punto dolente per il Movimento sono i quattro quesiti sulla giustizia: secondo i Cinque stelle tre dei punti sono riassorbibili nella riforma dell’ordinamento giudiziario approvata all’unanimità dal Consiglio dei ministri la settimana scorsa. Ora, la riforma Cartabia passerà al parlamento, dove Draghi ha promesso di non mettere la fiducia: ma l’aspetto più problematico della strategia del Movimento sono le tempistiche. Per evitare il referendum come vorrebbero i Cinque stelle, infatti, il provvedimento andrebbe convertito entro la data della consultazione, che verosimilmente si terrà a inizio giugno: un termine troppo vicino perché il parlamento possa riuscire ad approvare il testo senza un voto di fiducia. 

Per quanto riguarda le modifiche alla legge Severino sull’incandidabilità, invece, i Cinque stelle possono confermare la loro strenua opposizione.

Soprattutto sulla giustizia, il Movimento promette battaglia appena si avrà la decisione definitiva sull’ammissibilità dei quesiti. Già martedì sera, tanti parlamentari hanno arricchito i loro profili social anche con dichiarazioni a favore della legalizzazione. Resta da vedere se è il primo passo per una campagna davvero incisiva. 

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