- Ora Pd e Cinquestelle hanno un candidato che corre per il vertice del governo regionale in Calabria. È Amalia Cecilia Bruni, 66 anni, neurologa, nata a Lamezia Terme dove dirige il Centro Regionale di Neurogenetica.
- Tracce di un qualsiasi impegno politico o sociale, zero. «È il candidato della disperazione», è il commento di un dirigente del Pd calabrese. Che riassume la chilometrica girandola di nomi (“civici” e politici) bruciati dal centrosinistra.
- La scelta della Bruni ha il consenso di Pd, Cinquestelle e Art1, e, secondo indiscrezioni, sarebbe sostenuta anche da Carlo Tansi. Si tratta dell’ex capo della Protezione civile già in corsa alle ultime regionali, e teorico del “Put”, il partito unico della torta.
Il “casting” è chiuso. Finito. Stop. Non c’è più spazio neppure per comparse e figuranti. Ora Pd e Cinquestelle hanno un candidato che corre per il vertice del governo regionale in Calabria. È Amalia Cecilia Bruni, 66 anni, neurologa, nata a Lamezia Terme dove dirige il Centro Regionale di Neurogenetica. Professore Ordinario di Neurologia e di Genetica Medica. Membro del tavolo Nazionale Demenze; membro del comitato Tecnico Scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità, Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana.
Chi è
Sposata, due figli, Amalia Cecilia Bruni si è laureata in medicina a 24 anni, specialista in Neurologia a 28, e vanta importanti collaborazioni internazionali con Francia e Usa per progetti sulla malattia di Alzheimer. Fin qui i dati “tecnico scientifici” della biografia. Tracce di un qualsiasi impegno politico o sociale, zero. «È il candidato della disperazione», è il commento di un dirigente del Pd calabrese. Che riassume la chilometrica girandola di nomi (“civici” e politici) bruciati dal centrosinistra nella ricerca di un candidato presidente da opporre alla destra e alle liste di Luigi de Magistris.
Il caso Ventura
Ultimo nome in ordine di tempo, quello dell’imprenditrice del ramo grandi lavori ferroviari, Maria Antonietta Ventura. Aveva già accettato, era pronta alla campagna elettorale, aveva il sostegno di Enrico Letta e Giuseppe Conte, qualche quotidiano nazionale le aveva già fatto interviste entusiastiche. Poi il frettoloso ritiro causato dalle troppe indiscrezioni sulle interdittive antimafia che avrebbero interessato le aziende di famiglia. Un disastro politico unico nel suo genere, quello di Pd e Cinquestelle, che a tre mesi dalle elezioni non riuscivano a trovare un candidato credibile.
Accuse incrociate dentro il Pd calabrese, e con i vertici nazionali. Soprattutto Conte e Letta, ma anche l’ex ministro Francesco Boccia, plenipotenziario dei dem per gli enti locali. Anche i giorni che hanno preceduto la scelta della scienziata, sono stati frenetici. Altri contatti, con l’imprenditore Nino De Masi, simbolo della lotta alla ‘ndrangheta nella Piana di Gioia Tauro, e altri secchi no.
Ampio consenso
La scelta della Bruni ha il consenso di Pd, Cinquestelle e Art1, e, secondo indiscrezioni, sarebbe sostenuta anche da Carlo Tansi. Si tratta dell’ex capo della Protezione civile già in corsa alle ultime regionali, e teorico del “Put”, il partito unico della torta. Tansi fino a poche settimane fa era in corsa con Luigi de Magistris, che ha abbandonato dopo un furioso litigio.
Tutto si muove in Calabria, anche se, per quanto riguarda il Pd, col passo della tartaruga. Ed è proprio il ritardo nella scelta del candidato a far discutere i dem calabresi. Non circolano sondaggi, ma la sensazione diffusa è che la partita sia stata già vinta dalla destra, con il capogruppo alla Camera di Fi Roberto Occhiuto candidato governatore. L’accordo con la Lega di Salvini è ferreo, e prevede un ticket con Nino Spirlì. L’ attuale facente funzioni sarà il numero due della Regione, ma non affronterà il giudizio degli elettori (“non ho tempo da perdere”).
La corsa di De Magistris
Pd e centrosinistra concorrerebbero al secondo posto, da contendere alla coalizione guidata dal sindaco di Napoli. Luigi de Magistris è in corsa da mesi, le sue liste si arricchiscono ogni giorno di più di presenze importanti della società civile diffusa sul territorio. Con lui due nomi di peso, Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace, e Anna Falcone, volto noto ai tempi dei referendum renziani.
Il rischio concreto, secondo molti osservatori della politica calabrese, è che il centrosinistra allargato a quella parte dei grillini non schierati con de Magistris, tracolli al terzo posto condannandosi alla irrilevanza politica nella regione. E già questo sarebbe un disastro politico. A renderlo più pesante, la conquista della leadership dell’opposizione da parte del movimento di de Magistris in una realtà simbolo come la Calabria.
Ovviamente l’ex sindaco di Napoli in ogni sua dichiarazione pubblica si dice certo della vittoria, ma la conquista dell’opposizione in Calabria, unita ad un buon piazzamento della sua candidata Alessandra Clemente nella corsa a sindaco di Napoli, getterebbe basi solide per la costruzione di un movimento meridionalista, civico e di sinistra da sempre obiettivo dell’ex pm.
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