Partita la partita delle vicepresidenze: «Ci sono sei posizioni, non potete non darmi nulla. Alla fine Franceschini e Patuanelli sono due bravi ragazzi», dice Matteo Renzi
È giallo in parlamento, e il nome del “colpevole” che gira è quello di Matteo Renzi, il leader di Italia viva: «Gallina che canta ha fatto l’uovo», dice il senatore pentastellato Ettore Licheri, puntando il dito contro di lui.
Ignazio Benito Maria La Russa, di Fratelli d’Italia, è stato eletto presidente del Senato, ma non con i voti di tutta la coalizione di centrodestra come ci si sarebbe aspettati. Fino all’ultimo Forza Italia non ha confermato il suo appoggio, e all’ultimo lo hanno votato per gli azzurri solo Silvio Berlusconi e Elisabetta Casellati, la presidente uscente. Eppure La Russa ha avuto l’ampia maggioranza: con i voti di chi? «Non siamo stati noi, lo avrei rivendicato», ha detto Matteo Renzi all’uscita dall’Aula circondato da un nugolo di giornalisti.
La “discolpa” di Matteo Renzi però lascia molti dubbi: «Sarà stato un regolamento di conti interno al centrodestra», dai tabulati risulta nero su bianco che nessuno degli azzurri ha tradito, e non è chiaro da dove potrebbero arrivare tutti i voti che mancano per il regolamento di conti.
Il suo è il nome che circola tra i principali indiziati. Licheri tra i corridoi commenta: «Chi ha fatto eleggere La Russa presidente del Senato? Abbiamo appena parlato di Renzi».
La vicepresidenza
Dietro l’operazione ci sarebbe l’intenzione di trovare uno spazio per le prossime cariche del parlamento. Mercoledì 19 il Senato è stato riconvocato per l’elezione dei vicepresidenti e dei segretari. Renzi ci pensa già da mercoledì, quando ha accusato gli altri colleghi d’opposizione di volerlo tagliare fuori: «Posso prendere la vicepresidenza? Solo se c’è un accordo con le opposizioni, la vicepresidenza la possono dare solo Franceschini e Patuanelli», rispettivamente del Pd e del Movimento: «Ci sono sei posizioni, non potete non darmi nulla. Alla fine sono due bravi ragazzi». Domani si aprirà un nuovo capitolo alla Camera. Licheri smentisce: «A me non risulta alcuna interlocuzione».
Calenda dice ancora una volta che non è il Terzo polo ad aver appoggiato il nome voluto da Giorgia Meloni: «Ci deve essere un’opposizione che ha 19 messo voti per spaccare la maggioranza. Chiaro che è un’azione coordinata». E Calenda controaccusa: «O è il Movimento 5 stelle o è il Partito democratico». Agli atti resta il ringraziamento di La Russa nel suo primo discorso, rivolto anche a chi lo ha votato «e non fa parte della maggioranza».
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