A occupare i banchi dei due emicicli, per effetto del taglio del numero dei parlamentari, saranno 400 deputati e 200 senatori. Tra i favoriti per la presidenza delle camere Ignazio La Russa e Riccardo Molinari
Primo giorno per i parlamentari, comincia il 10 ottobre 2022 la XIX legislatura. Dopo che il ministero dell’Interno è riuscito infine a stilare la lista definitiva dei parlamentari che entreranno alla Camera e al Senato, le camere hanno aperto le porte per avviare la registrazione di deputati e senatori a cui sarà fatta la foto digitale per il “facciario”.
La prima seduta alla Camera dei deputati, il 13 ottobre alle 10, verrà presieduta da Ettore Rosato, parlamentare di Italia viva ex Pd che ha dato il nome alla legge elettorale (Rosatellum). Prima seduta dal valore simbolico, sempre il 13 ottobre ma alle 10:30 per palazzo Madama: la riunione d’Aula verrà presieduta dalla senatrice a vita Liliana Segre.
Segre, deportata nel 1944 nel campo di concentramento di Birkenau-Auschwitz, sopravvisse all’olocausto. Da allora continua a portare avanti la sua testimonianza combattendo per i diritti e contro la violenza. Nella scorsa legislatura, è stata nominata presidente della commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza.
In base ai regolamenti, a Montecitorio il compito di presidente provvisorio è assegnato al più anziano per elezione tra i vicepresidenti della legislatura precedente, quindi il coordinatore nazionale di Italia Viva.
A Palazzo Madama, invece, il ruolo sarebbe spettato al senatore più anziano d'età, quindi al presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, ma le sue condizioni di salute non gli permetteranno di svolgere questo compito. Dopo Segre (92 anni) per età ci sarebbe Carlo Rubbia (88 anni), fisico e premio Nobel, senatore a vita dal 2013. Per quarto, pronto a rientrare in parlamento, il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi (86 anni). La senatrice tuttavia al momento ha confermato la sua presenza.
Dopo il taglio
A occupare i banchi dei due emicicli - per effetto del taglio del numero dei parlamentari - saranno 400 deputati e 200 senatori.
Dopo la proclamazione degli eletti, il primo atto politico delle nuove Camere sarà quindi l'elezione dei presidenti dei due rami del Parlamento.
Secondo il regolamento del Senato, il voto si svolge in modalità segreta. È eletto presidente chi raggiunge la maggioranza assoluta dei voti dei componenti (104, considerando anche i 6 senatori a vita). Qualora invece non si raggiunga questa maggioranza neanche con un secondo scrutinio, si procede, nel giorno successivo, ad una terza votazione nella quale è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando tra i voti anche le schede bianche.
Se anche in questo caso nessuno risulta eletto, il Senato procede lo stesso giorno al ballottaggio tra i candidati che abbiano ottenuto, nel terzo scrutinio, il maggior numero di voti. A parità di voti, è eletto o entra in ballottaggio il più anziano di età. Potendo il centrodestra contare su almeno 112 senatori, dunque, il nome potrebbe già essere deciso dalla prima chiama di giovedì.
A Montecitorio potrebbero volerci uno o due giorni in più. Alla Camera, sempre secondo il regolamento, al primo scrutinio viene eletto il deputato che riceve il voto di almeno due terzi dei membri della Camera (267). Se nessuno raggiunge questa cifra, al secondo e terzo scrutinio il quorum si abbassa a due terzi dei votanti.
Se ancora nessuno è eletto, dal quarto scrutinio in poi basta la maggioranza assoluta (201) e il voto va avanti a oltranza. Poiché il centrodestra può contare su 235 deputati, è probabile che il successore di Roberto Fico sia eletto solo alla quarta votazione, che potrebbe avere luogo nel pomeriggio di venerdì 14 ottobre o la mattina di sabato.
Le commissioni e i gruppi
Una volta eletti i presidenti delle Camere, i parlamentari dovranno dichiarare a quale gruppo vogliono iscriversi. Da regolamento, per costituire un gruppo alla Camera servono 20 deputati, al Senato 10 senatori. Sono però possibili deroghe a discrezione delle presidenze in base ad alcuni criteri. I parlamentari che non fanno dichiarazione di appartenenza a nessun gruppo confluiscono nel gruppo Misto. Si procede quindi con l'elezione dei capigruppo.
I gruppi saranno formati entro domenica 16 ottobre. Solo dopo è attesa la convocazione da parte del Quirinale delle consultazioni, che porteranno alla formazione del nuovo esecutivo.
Le commissioni saranno formate entro il 20 settembre e i presidenti dovranno essere nominati entro il 25. A quel punto il parlamento ricomincerà a lavorare nel pieno delle sue funzioni.
I nomi in lizza
Per la seconda carica dello stato i nomi più circolati sono quelli di Ignazio La Russa (FdI), Roberto Calderoli (Lega) e Anna Maria Bernini (Forza Italia). A palazzo Madama, considerati i numeri della maggioranza, l'elezione del successore di Elisabetta Alberti Casellati (Forza Italia) potrebbe avvenire già al primo scrutinio. Per la Camera sta prendendo quota il nome del leghista Riccardo Molinari.
La scelta finale dipenderà da palazzo Madama e anche dagli equilibri interni che si creeranno nell’esecutivo. Lo schema di Meloni prevede di assegnare lo stesso numero di ministeri a Lega e Forza Italia lasciando la presidenza di una camera alla Lega.
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