Per lo pneumologo del Gemelli scatta ora la richiesta di rinvio a giudizio, che verrà vagliata nella prossima udienza. I difensori hanno scelto il rito ordinario. Secondo il gup «l'ipotesi di reato non era lieve» e dunque la richiesta di patteggiamento con pena sospesa di 11 mesi e 10 giorni non era congrua
Il gup di Roma ha respinto la nuova richiesta di patteggiamento per il reato di violenza sessuale aggravata avanzata da Luca Richeldi, primario di pneumologia del policlinico Agostino Gemelli di Roma. Per il medico scatta ora la richiesta di rinvio a giudizio, che verrà vagliata nella prossima udienza, e i difensori hanno annunciato la scelta del rito ordinario.
La seconda richiesta di patteggiamento prevedeva una pena di 11 mesi e 10 giorni sospesa. Il gup l’ha respinta ritenendo che «l’ipotesi di reato non era lieve» e dunque non possono essere riconosciute le attenuanti generiche. Una prima proposta era stata respinta lo scorso luglio: pena di 10 mesi riconvertita in pecuniaria da 49mila euro e sospesa.
Secondo quanto denunciato, infatti, l’iniziativa sessuale sarebbe avvenuta in due tempi: prima sul divano dello studio e poi nel momento in cui la denunciante è uscita dalla porta. Inoltre la gup ha ritenuto che non ci sia stata una presa di coscienza da parte di Richeldi, il quale avrebbe ridimensionato i fatti e si sarebbe limitato a fare una offerta economica – rifiutata – dalla vittima. «Quindi la pena proposta nel patteggiamento non è congrua», è stata la conclusione.
In tribunale era presente anche la parte offesa, una professionista romana accompagnata dalla sua avvocata Ilenia Guerrieri, che ha commentato l’esito dell’udienza dicendo che «bisogna denunciare sempre, non importa quanto potente sia chi c’è dall’altra parte».
I difensori di Richeldi, Carlo Bonzano e Ilaria Barsanti, invece, hanno dichiarato: «Eravamo certi che – al netto del merito e senza alcuna ammissione di responsabilità – la soluzione del patteggiamento potesse rappresentare un epilogo utile a sollevare gli animi di tutte le parti coinvolte in questa vicenda, ivi compresi i rispettivi familiari. A questo punto, affronteremo il giudizio con serenità e determinazione, fiduciosi che il fatto possa essere finalmente valutato nella sua obiettività».
Hanno poi aggiunto di aver chiesto l’astensione del gup «perché vi sono nella diffusa ordinanza di rigetto ampi ed espliciti riferimenti al merito, tali da rendere evidente che questo stesso giudice si sia ormai formato un convincimento e non possa, dunque, svolgere un vero filtro in fase di udienza preliminare». La prossima scadenza è quella del 2 ottobre, quando il presidente del tribunale di Roma deciderà sulla richiesta di astensione e quindi se sostituire o meno il gup in vista dell’udienza per la richiesta di rinvio a giudizio.
I fatti
Quanto ai fatti che hanno dato origine al procedimento penale, risalgono al 2022 e, secondo la denuncia della parte offesa, Richeldi avrebbe imposto a una sua paziente di subire palpeggiamenti «sotto i vestiti e a contatto con la pelle», poi le si sarebbe gettato addosso «baciandola sulla bocca» e avrebbe continuato anche «dopo che lei si era alzata per sottrarsi alla condotta, esplicitando il suo diniego», infine «le cingeva alle spalle con le braccia stringendole il seno con le mani ed appoggiandosi con il suo corpo contro di lei».
Il tutto sarebbe avvenuto subito dopo una visita, visto che lui era il suo medico di fiducia. Lei non avrebbe avuto alcun margine di reazione, perché lui avrebbe agito con violenza e «gesti repentini».
Per questo l’accusa a carico di Richeldi, professore ordinario delle malattie dell’apparato respiratorio alla Cattolica del Sacro Cuore di Roma e primario di pneumologia dell’ospedale Gemelli ma anche volto televisivo, è di violenza sessuale, aggravata dall’aver commesso il fatto abusando della sua autorità, visto il suo ruolo di medico di fiducia della donna.
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