«In assenza della maggioranza richiesta, Rai ritiene di non poter programmare alcun confronto nei termini precedentemente proposti», spiega viale Mazzini. Soltanto quattro delle otto liste rappresentate in parlamento hanno accettato l'invito di Bruno Vespa. Il confronto televisivo era inizialmente previsto per il 23 maggio a Porta a Porta su Rai 1
Qualche giorno dopo l’annuncio, il passo indietro. Il confronto televisivo tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein, inizialmente previsto per il 23 maggio a Porta a Porta, non si farà.
«Soltanto quattro delle otto liste rappresentate in Parlamento hanno accettato l'invito di Rai a un confronto a due tra leader sulla base della forza rappresentativa», si legge in una nota diffusa da viale Mazzini. «Per questo motivo, in assenza della maggioranza richiesta dall'Agcom, Rai ritiene di non poter programmare alcun confronto nei termini precedentemente proposti», spiega la Rai.
«Il servizio pubblico continuerà a garantire, come ha sempre fatto, il rispetto della par condicio nei notiziari e nei programmi di approfondimento con l'equilibrio e la correttezza riconosciuti dalla stessa Autorità», conclude la nota.
A quanto si apprende, infatti, a viale Mazzini si registra il via libera di Fratelli d’Italia, Partito democratico, Italia viva e Lega, e la contrarietà di AVS, Forza Italia, Movimento 5 Stelle e Azione.
Il comunicato dell’Agcom
Nella tarda serata di ieri l’Agcom aveva dato il proprio via libera all’organizzazione dei duelli televisivi in vista delle elezioni europee in Rai, a patto che venga garantita «parità di trattamento» a tutti i soggetti politici, offrendo «a tutti la medesima opportunità di confronto». Parità di trattamento che – con la contrarietà di quattro delle otto liste presenti in parlamento – verrebbe meno, perché sarebbe stato necessario. Da qui la scelta di viale Mazzini di annullare il confronto tv tra la presidente del Consiglio e leader di Fd’I Giorgia Meloni e la segretaria del Pd Elly Schlein.
«Il Consiglio dell’Autorità ritiene che le trasmissioni dedicate al confronto possano considerarsi legittime ove il relativo format sia accettato da una larga maggioranza delle liste in competizione elettorale e comunque dalla maggioranza delle liste con rappresentanza in Parlamento», si legge nel comunicato dell’Agcom pubblicato ieri.
Dunque «eventuali spazi compensativi per coloro che dovessero rinunciare al format dei confronti dovranno essere organizzati nel rispetto dei principi previsti dalla citata normativa e in particolare del principio delle stesse opportunità di ascolto», conclude. Tradotto: il confronto a due si sarebbe potuto tenere solo se non esclusivo.
L’offerta di Mentana
Intanto negli scorsi giorni è arrivato l’invito del direttore del tg La7 Enrico Mentana che ha proposto ai leader politici confronti televisivi «all’americana» per il 5 e 6 giugno prossimi, con più concorrenti che si sfidano di fronte a un intervistatore: prima un giro dei partiti più piccoli e poi una seconda serata con le formazioni più grandi.
Un’offerta – quella di Mentana – appetibile per alcuni dei leader che avevano già dato forfait a Bruno Vespa: su tutti, Giuseppe Conte – che ha già invitato pubblicamente Meloni la confronto su La7 – e Antonio Tajani, oltre a Carlo Calenda. Dall’altro lato, la proposta del direttore del tg La7 era meno attraente per Meloni e Schlein, entrambe politicamente interessate a polarizzare lo scontro politico, accreditandosi – sul piccolo schermo e davanti agli elettori – come le due dominus della politica italiana.
Ora la decisione della Rai di annullare il duello tv tra le due leader cambia ancora una volta le carte in tavola: a questo punto si vedrà se Vespa tenterà altre formule, proponendo ad esempio anche lui una formula «all’americana».
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