La proposta della meloniana Montaruli sul ritorno del fondo morosità incolpevole è nella finanziaria. Il leader leghista lo definiva un «intervento sporadico», e il governo aveva cancellato lo strumento
La destra ha prima azzerato il fondo morosità incolpevole per gli affitti, provocando le proteste delle opposizioni, e ora, con un emendamento di Fratelli d’Italia, prova a ripristinarlo.
Un cortocircuito totale a destra. Matteo Salvini aveva definito il fondo «un intervento sporadico, un bonus una tantum». In sintesi: qualcosa di inadeguato a risolvere l’emergenza casa.
Gli alleati sono però pronti al dietrofront e chiedono il ritorno della misura al loro stesso governo. C’è infatti una certezza: il grande piano casa – annunciato in pompa magna dal leader della Lega durante un question time di novembre 2023 alla Camera – ha prodotto una serie di riunioni e tavoli. Ma mancano le mura e le travi del progetto.
Sfida in manovra
La tensione è destinata ad aumentare. La sfida nella maggioranza passa dai battibecchi a mezzo stampa agli emendamenti da approvare o bocciare nella manovra.
La proposta ha un suo peso specifico, è stata presentata da una fedelissima di Giorgia Meloni, la deputata ed ex sottosegretaria, Augusta Montaruli, ed è stata sottoscritta dalle colleghe di partito, Cristina Almici e Monica Ciaburro.
Non solo. L’emendamento è nel faldone dei cosiddetti super segnalati di FdI, cioè sarà tra quelli messi in votazione nella prossima settimana durante l’esame della legge di Bilancio, in commissione alla Camera. A meno di retromarce last minute, che sarebbero la spia di un’ulteriore tensione.
Il fondo morosità incolpevole è stato lo strumento che, negli anni passati, ha consentito a decine di migliaia di famiglie, piombate in improvvisa difficoltà economica (per la perdita del lavoro o per problemi di salute), di fronteggiare il pagamento dell’affitto in attesa di superare la condizione di povertà inattesa.
Prima il governo Conte e poi quello di Draghi avevano previsto un mix di sostegni tra il fondo per gli affitti, con una platea di beneficiari più ampia, e il fondo per gli inquilini morosi incolpevoli. Il plafond complessivo ammontava a oltre 300 milioni di euro. Era stato previsto un mezzo di primo soccorso sulle politiche abitative. Il governo Meloni, dietro la regia salviniana, ha azzerato tutto.
D’altra parte Salvini è stato sempre in difficoltà a giustificare la scelta. Per questo aveva detto di voler chiedere un rifinanziamento nella manovra, quella approvata a dicembre 2023. Alla fine non sono state trovate le risorse e quindi il fondo è stato sminuito dallo stesso ministro a «intervento una tantum». Montaruli punta a stanziare 50 milioni di euro all’anno – dal 2025 al 2027 – per rivitalizzarlo.
«Saremmo più che disponibili a votare questa proposta, chiedendo anzi un potenziamento delle risorse», è il ragionamento che circola informalmente a Montecitorio tra le forze di opposizione, dal Partito democratico all’Alleanza verdi-sinistra, passando per il Movimento 5 stelle. Su questo, insomma, nessuna divisione con la destra.
Pierfrancesco Majorino, responsabile delle politiche abitative per il Pd, spiega a Domani le posizioni del suo partito: «Dobbiamo ricordare prima di tutto che il governo Meloni ha azzerato il fondo sostegno affitti e il fondo morosità incolpevole. Uno strumento che avrebbero bisogno di centinaia di milioni.
Quindi 50 milioni sono quindi solo un piccolissimo passo avanti». Al netto della dotazione, di sicuro la prossima settimana la Lega si troverà con le spalle al muro: Salvini deve dare il via libera alla misura o fare pollice verso rimandandola indietro.
Moderati per il fondo
Peraltro anche il gruppo di Noi Moderati vuole favorire il ripristino del fondo. Ilaria Cavo ha presentato un altro emendamento sulla materia con il risultato che una buona fetta della maggioranza vuole fare qualcosa di fronte all’emergenza. La misura, contestualmente, risulta funzionale pure per i proprietari di casa, che potrebbero beneficiare di qualche garanzia aggiuntiva sui casi di improvvisa morosità.
Salvini ora deve fare un esercizio di equilibrismo. Per questo scruta con preoccupazione l’emendamento di Fratelli d’Italia. «Bisogna valutare il reperimento delle risorse», è la posizione attendista che filtra dal Mit. Una linea che, in fondo, è un implicito scaricabarile con Giorgetti. È il ministro dell’Economia che deve decidere il finanziamento o meno di determinate misure.
Dinanzi alle difficoltà sul fondo morosità incolpevole, Salvini ha pensato al rilancio propagandistico: da mesi, esattamente dalla fine del 2023, racconta di un grande piano casa. Un’iniziativa ambiziosa di cui però non si ha alcuna traccia concreta.
Certo, ci sono stati vari incontri con le associazioni di settore che hanno prodotto dei documenti messi a disposizione su un apposito sito. Ma tanto per rendere l’idea, il portale web è fermo all’ultimo aggiornamento del 2 febbraio del 2024. Oltre dieci mesi fa.
«Un tavolo tecnico proseguirà l’attività iniziata», garantiscono ancora dal ministero. Una lista di buone intenzioni di cui non si vede nulla di concreto. «È una vergogna che Salvini sulla casa sia ancora immobile», attacca Majorino, che aggiunge: «Ha promesso il piano casa e ha solo fatto qualche condono. Di fronte a emergenza abitativa Meloni dovrebbe togliergli la delega e anzi dare vita a un vero ministero sulla casa». Prima di guardare a traguardi più difficili da raggiungere, c’è di mezzo l’approvazione o la bocciatura del fondo. Diventato priorità anche a destra.
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