- Nell’ultima settimana, Matteo Salvini ha speso 11.098 euro con un significativo aumento (più seimila euro) in confronto all’inizio di agosto. Sotto attacco gli avversari politici per le politiche sui migranti.
- Una novità è l’aumento della spesa, per un totale di 1.507 euro, di Carlo Calenda. Tra i contenuti sponsorizzati c’è un filmato in cui il fondatore di Azione fa un «colloquio di lavoro con i cittadini».
- Attenzione a chi praticherà il «digiuno di informazione elettorale», stando lontano dal dibattito elettorale, mette in guardia la docente di Sociologia della comunicazione Claudia Hassan.
Una martellante propaganda social che inizia a costare decine di migliaia di euro. Matteo Salvini, in prossimità dell’inizio ufficiale della campagna elettorale, ha incrementato gli investimenti sulle pagine Facebook e Instagram. Nell’ultima settimana, ha speso 11.098 euro con un significativo aumento (più seimila euro) in confronto all’inizio di agosto, salendo al secondo posto tra chi spende maggiormente, considerando qualsiasi organizzazione, in promozione sui social. Arriva così pure il sorpasso sul Partito democratico, che nella prima metà del mese aveva pianificato la promozione a pagamento di molti messaggi. Nei sette giorni appena trascorsi la spesa social è scesa a 8.601 euro, quattromila euro in meno. Al contrario, Carlo Calenda sta cambiando passo, mentre altri leader, da Giorgia Meloni a Matteo Renzi, non stanno prevedendo nemmeno un euro di esborso per le proprie fan page.
Valanga Lega
La strategia di Salvini è quella dell’attacco e della derisione degli avversari. Tra le card sponsorizzate campeggia un’affermazione dell’ex presidente della regione Lazio, Francesco Storace, che dice: «Credo sia giusto far provare il sapore dell’opposizione al Pd».
Il leader leghista insiste pubblicando il video di uno sbarco sulle coste italiane e denunciando le «frontiere colabrodo» con il commento «purtroppo l’Italia è lo zimbello d’Europa». E poi a seguire altri post a pagamento, che invitano a mandare a casa il segretario del Pd, Enrico Letta, la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, e il ministro della Salute, Roberto Speranza, considerati i responsabili delle politiche migratorie.
Nonostante l’accelerazione di Salvini «la campagna elettorale non sta procedendo a velocità sostenuta» dice Claudia Hassan, docente associata di Sociologia della comunicazione all’università di Roma Tor Vergata. Secondo la sua analisi esiste una fascia «no public», elettori che si affidano a uno «scetticismo pragmatico, che possono essere coinvolti facendo leva sia sulla ragione che sulla passione».
Salvini prova quindi ad anticipare i tempi, trainando con sé l’intero partito.
La Lega ha speso 1.215 euro in una settimana per rilanciare, ancora una volta, l’accusa a Lamorgese sulla crescita di sbarchi di migranti. Sommando la cifra con quella del segretario si arriva oltre i 12mila euro, in media più di 1.700 al giorno. E ci sono tanti altri esponenti leghisti che sponsorizzano con costanza i contenuti.
L’europarlamentare leghista, Mara Bizzotto, ha messo in conto quasi 891 euro per promuovere la card «stop invasione», poco più della collega Susanna Ceccardi, che invita «difendere i confini». Sopra la soglia dei 500 euro a settimana figura il deputato Massimo Bitonci, più attento alla «pace fiscale».
Calenda a colloquio
Tra i maggiori investitori social, poi, resiste il Pd, che punta sulla promozione della «difesa dei diritti» e rilancia il video di Letta in cui assume l’impegno di garantire una mensilità di stipendio aggiuntiva. Una misura che, secondo quanto sostiene, non è stata attuata da subito per la caduta del governo Draghi, la cui responsabilità è attribuita, in quest’ordine, a «Conte, Berlusconi e Salvini».
«Il Pd ha grandi potenzialità», osserva Hassan, ma Letta deve «includere quell’area che va riconquistata. Ed è proprio lì che si trova il no public».
Una delle novità settimanali è l’aumento della spesa, per un totale di 1.507 euro, di Carlo Calenda. Tra i post sponsorizzati c’è un filmato in cui il fondatore di Azione fa un «colloquio di lavoro con i cittadini».
Le pagine di Fdi di Camera e Senato hanno invece previsto nel complesso investimenti per un totale di 1.050 per cercare di aumentare i propri follower.
Tra gli altri protagonisti politici, spicca l’impegno del fondatore di Italexit, Gianluigi Paragone, che ha programmato un esborso di circa cento euro al giorno, ricorrendo alle parole d’ordine contro «green pass» e «obbligo vaccinale».
E prendendo di mira il centrodestra che ha avallato queste misure. Sulla stessa cifra si attesta il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, che elogia l’appartenenza del suo partito al Ppe. Sempre sopra la soglia dei 500 euro settimanali ci sono la sottosegretaria all’Economia, Laura Castelli, ora in Impegno civico con Luigi Di Maio, e il deputato di Italia, Luciano Nobili. Candidati sullo sfondo che si preparano alla campagna elettorale. Ma, come avverte Hassan, bisogna fare attenzione a chi praticherà «il digiuno di informazione elettorale», stando lontano dal dibattito. Nell’attesa di un confronto «by discussion, sui temi, che al momento non si vede».
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