Il giornalista ha detto a Repubblica che è disposto a fondare «il partito che non c’è». Punto di partenza è la serata per la pace al teatro Ghione
Michele Santoro scende in politica. È pronto a lavorare a una lista pacifista che affianchi il Pd, dice a Repubblica. «Di sicuro non mi interessa fare il candidato indipendente senza un progetto che guardi al futuro. Serve il partito che non c'è e che non c'è mai stato».
La lista pacifista dovrebbe coprire il fianco sinistro dei dem: «Il Pd è scoperto a sinistra. Di Calenda ne ha già tanti al suo interno. Se Letta insiste nell'ammucchiata di centrodestra dentro la sinistra, resta lo spazio per un campo alternativo. Se in questo campo ci fosse spazio per una lista per la pace, perché no?»
Il punto di partenza della nuova formazione sarebbe la serata pacifista organizzata da Santoro qualche mese fa contro la guerra in Ucraina, ma come primi interlocutori il giornalista individua Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, e Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle.
Il giornalista conferma l’apprezzamento per i Cinque stelle «nonostante le contraddizioni». «Gli riconosco la qualità di aver saputo interpretare un pezzo di società che non aveva voce, pur con tutte le contraddizioni. Reddito di cittadinanza e superbonus sono provvedimenti mal fatti ma importantissimi».
La caduta del governo Draghi
La linea della nuova lista, oltre alla completa opposizione alla guerra in Ucraina e al sostegno con armi degli ucraini, è parzialmente sovrapponibile con quella del Movimento 5 stelle, che attribuisce a Mario Draghi la responsabilità della caduta del governo. «Draghi la crisi l'ha provocata prima quando ha consentito a un suo ministro di fare una scissione nel principale partito di maggioranza sostenendo che non ne sapeva nulla. Doveva impedire che avvenisse» dice Santoro.
Il giornalista concede però che ci possano essere stati tentativi di ingerenza russa: il riferimento è alle notizie di stampa degli ultimi giorni sui contatti russi di Matteo Salvini: «Si combatte con tutte le armi, come gli americani provano a ingerire, così fanno i russi»..
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