Il finanziamento di feste di paese, sagre e carnevali, reso disponibile dal prelievo sulla Carta della cultura per i giovani, che potrebbero pagare un tributo di 20 milioni di euro alla volontà di destinare fondi a iniziative legate al folklore.

Un must del governo Meloni. E poi su tutt’altro versante ci sono il sostegno diretto alle famiglie di Scampia, interessate dal crollo del 24 luglio, al settore sciistico dell’Appennino colpito dalla crisi legata alle scarse precipitazioni nevose dell’inverno scorso. La bozza del decreto di agosto del governo Meloni, che verrà discusso nel consiglio dei ministri di oggi, conferma insomma un contenuto omnibus, come circolato dalle indiscrezioni dei giorni scorsi.

È una marmellata di norme di diversi settori inserite in un unico calderone legislativo. Se ci fosse bisogno di un’ulteriore conferma dell’eterogeneità di materie, all’interno dello stesso testo si ritrovano pure interventi sulle società sportive dilettantistiche, piccole proroghe di termini in materia fiscale e per gli agenti della riscossione, insieme al potenziamento del dipartimento di Protezione civile, recentemente oggetto dell’ennesima operazione di spoil system meloniano, con l’insediamento di Fabio Ciciliano al posto di Fabrizio Curcio.

Un modus operandi che farà sobbalzare dalla sedia chi vorrebbe un comportamento più rispettoso del parlamento come le massime cariche della Repubblica, a cominciare dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, continuando con il presidente del Senato, Ignazio La Russa, e il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, che ha addirittura annunciato l’invio di una lettera a palazzo Chigi per chiedere meno decreti.

E cosa fa l’esecutivo pochi giorni dopo? Prepara un decreto che più disomogeneo non si può, provocando inevitabilmente un certo fastidio al Quirinale.

Fatto sta che gli appelli vengono puntualmente ignorati. Gli ultimi giorni di lavoro della politica hanno seguito il canovaccio consolidato negli ultimi mesi. Ci sarà tempo per meditare sul rapporto tra palazzo Chigi e il parlamento, visto che tra oggi e domani suona la campanella estiva per tutti: la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, staccherà per qualche giorno andando nella sua amata Valle d’Itria, mentre deputati e senatori hanno fatto il loro dovere con la conversione della pioggia di decreti arrivati sulle aule.

Del resto, la corsa alle ferie, ha spinto l’esecutivo a calpestare ogni bon ton istituzionale: un incastro di voti di fiducia tra Camera e Senato consentirà la partenza dei parlamentari verso i lidi di vacanza prima del 10 agosto. La media è ormai di quasi 3 voti di fiducia al mese. Sono cifre che con un governo politico non si erano mai visti.

Bonus senza pace

Il contenuto della bozza del decreto omnibus ha quindi un focus particolare sulla cultura. Nel caso fosse confermato nel testo definitivo, uno degli elementi più significativi è la riduzione di 20 milioni di euro del fondo utilizzato dalla Carta giovani, il bonus di 500 euro all’anno riservato ai 18enni con lo scopo di favorire i consumi culturali, dall’acquisto dei libri alla partecipazione ai concerti.

Già in precedenza il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, aveva rivisto la misura, inserendo dei paletti e portando a 190 milioni di euro la dotazione rispetto ai 230 milioni di euro stanziati dal governo Renzi.E non manca l’attenzione di Sangiuliano, per la sua Napoli, con la possibile istituzione di un apposito comitato per la celebrazione del patrimonio artistico e culturale del capoluogo campano in vista dei 2.500 anni dalla sua fondazione. Insomma, sarà pur vero che il ministro, come ripete sempre, non vuole candidarsi alle regionali in Campania e restare in via del Collegio romano. Intanto, un milioncino di euro lo punta su un’iniziativa tutta made in Naples, anzi in Neapolis 2500 (nome del comitato).

Di natura diversa invece la misura prevista per le famiglie delle Vele di Scampia con un contributo fino a un massimo di 1.100 euro mensili, a patto che vengano meno altre forme di sussidio eventualmente erogate. Misure che vanno a braccetto con tanto altro. Un decreto di tutto, di più.

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