Scontri a Casal Bertone per lo sgombero di una sede a CasaPound, mentre quella a via Napoleone III non viene toccata. L’anno prossimo saranno 20 anni dall’inizio dell’occupazione. Prima c’era una questione di proprietà, ora il problema, dicono dal comune, «è lo scopo abitativo»
Siamo arrivati al 2022, e questa mattina è stato sgomberato tra gli scontri il circolo di Casal Bertone di CasaPound: «Noi andremo avanti sulla strada della legalità, non ci faremo intimidire e proseguiremo su questa strada», ha detto il sindaco Roberto Gualtieri.
L’anno prossimo saranno 20 anni che il movimento neofascista occupa abusivamente un’altra sede, quella di via Napoleone III numero 8, nel quartiere Esquilino, a Roma, e il sindaco Gualtieri ha promesso di intervenire.
Secondo il comune, a rendere complicato lo sgombero della storica sede sarebbe la funzione abitativa dell’edificio, mentre in passato c’erano stati problemi per via della proprietà, poi la responsabilità è stata data alla prefettura e così di anno in anno il movimento ha continuato a occupare l'edificio.
L’occupazione
L’edificio di via Napoleone III è di proprietà pubblica ed è stato occupato il 27 dicembre del 2003. Da allora, il palazzo di sei piani a due passi dalla stazione Termini di Roma, è diventato il quartier generale di CasaPound, che fa risalire la sua nascita proprio a quel momento.
L’unica vittoria finora ottenuta dallo stato è che l’immobile è stato inserito nella lista degli sgomberi della prefettura, a cui si aggiunge l’azione di maquillage dell’ex sindaca Cinque stelle Virginia Raggi. Nel 2019 la sindaca ha rimosso la scritta CasaPound dalla facciata. Anzi, lo ha minacciato, visto che gli stessi attivisti di estrema destra hanno deciso polemicamente di rimuoverla da soli prima che intervenisse il comune.
Il danno
L'edificio è di proprietà dell’Agenzia del demanio, mentre i diritti del suo utilizzo appartengono al ministero dell’Istruzione che, per anni, ha utilizzato i suoi spazi come uffici. Nel 2019 la Corte dei conti ha deciso di citare in giudizio sia i dipendenti del Demanio sia quelli del ministero dell’Istruzione per danno erariale.
Secondo il procuratore regionale Pio Silvestri «il bene immobile, di proprietà dello stato, appartiene al patrimonio indisponibile ed era in uso governativo al Miur, il quale lo ha utilizzato per oltre quarant’anni, per le proprie finalità istituzionali, come sede di alcuni uffici dell’Amministrazione centrale».
L'occupazione poi, ha detto il procuratore, «sarebbe stata tollerata senza peraltro che né il titolare del diritto di uso governativo (Miur) né il titolare dei diritti demaniali (Agenzia), abbiano mai avviato le azioni amministrative, civili e penali del caso, finalizzate allo sgombero e al risarcimento dei danni». Non solo, nessuno ha mai nemmeno fatto un tentativo per chiedere agli occupanti di pagare l’affitto.
La procura ha contestato un danno concreto di 4,5 milioni di euro, a cui si aggiungono altri 3,4 milioni di danni per le omesse azioni civili e penali. Nel 2021, la Corte dei conti ha però deciso che nessuno avrebbe dovuto pagare niente.
I tentativi di Raggi
Fino ad ora tra comune, retto da sindaci di diverso colore, e governo, ognuno ha dato la colpa all’altro. Le proprietà infatti è dello stato, ma gli sgomberi devono essere stabiliti di comune accordo tra il comune e la prefettura. Durante il suo mandato l’ex sindaca Raggi si è mossa chiedendo l’intervento dell’esecutivo e criticandolo per l’inazione.
L’ultimo capitolo risale al 2020. A giugno è stata completata la procedura del sequestro dell'immobile, non ancora lo sgombero. Il decreto di sequestro preventivo è stato comunicato ai leader di CasaPound: Gianluca Iannone, Davide di Stefano, Simone Di Stefano e Alberto Palladino.
Per lo sgombero la decisione è dunque passata al Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza. Raggi ha scritto sui social: «Ci auguriamo che il ministero dell’Economia – che controlla l’Agenzia del demanio – ci segua in questa battaglia»
Il ministero dell’Economia, retto dall’allora ministro e oggi sindaco di Roma Roberto Gualtieri (Pd), aveva replicato: «Gentile sindaca @virginiaraggi, come sa, il Mef ha da tempo intrapreso tutte le iniziative per il ripristino della #legalità. Ha emesso un'ordinanza di sgombero e ha sollecitato la sua esecuzione che, come noto, spetta alla prefettura in raccordo con Roma Capitale. Buon lavoro», si legge in un tweet.
Le elezioni
A luglio del 2021, poco prima delle elezioni, Raggi ha partecipato a una riunione con il prefetto Matteo Piantedosi – ex capo di gabinetto di Matteo Salvini – sulle occupazioni abusive in città: «Lo avevo detto anni fa, e ora finalmente ci siamo - ha twittato Raggi, condividendo una foto che la ritrae davanti allo stabile - il palazzo di via Napoleone III, a due passi dalla stazione Termini, dovrà essere liberato a breve».
Il comune ha deciso di fare prima un censimento sulle persone presenti all’interno, e Raggi ha ricordato che lo stabile non è occupato solo dai neofascisti: «In modo che coloro che hanno delle fragilità possano essere assistiti in altro luogo dagli assistenti sociali di Roma Capitale. Chi non ha alcun diritto, invece - ha aggiunto - dovrà lasciare quegli spazi immediatamente. La legge è uguale per tutti».
Dopo le elezioni il dossier adesso è passato a Roberto Gualtieri, e la questione sembra tutt’altro che risolta. Il sindaco in campagna elettorale aveva assicurato: «La sindaca non ha proceduto a fare il suo, io lo farò sicuramente». Oggi il Pd esulta per lo sgombero del circolo di Casal Bertone, ma il consigliere Giovanni Zannola specifica: «Quello non era a scopo abitativo».
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