Si tratta di Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto. Per i primi interventi sono stati stanziati 36 milioni di euro. Slitta il decreto per il commissario straordinario
Stato d’emergenza in cinque regioni per la siccità. Il consiglio dei ministri ha deciso oggi di varare la dichiarazione dello stato di emergenza in relazione alla situazione di deficit idrico in atto nei territori delle regioni e delle province autonome ricadenti nei bacini distrettuali del Po e delle Alpi orientali, nonché per le peculiari condizioni ed esigenze rilevate nel territorio delle regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto.
Lo stato di emergenza è volto a fronteggiare con mezzi e poteri straordinari la situazione in atto, con interventi di soccorso e assistenza alla popolazione interessata, e al ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche.
Per far fronte ai primi interventi sono stati stanziati 36 milioni di euro a carico del Fondo per le emergenze nazionali, così ripartiti:
- 10.900.000 euro alla Regione Emilia Romagna;
- 4.200.000 euro alla Regione Friuli Venezia Giulia;
- 9.000.000 euro alla Regione Lombardia;
- 7.600.000 euro alla Regione Piemonte;
- 4.800.000 euro alla Regione Veneto.
All’esito di ulteriori approfondimenti, comunica Palazzo Chigi, potranno essere adottate ulteriori deliberazioni per il completamento delle attività o per l’avvio di nuovi e diversi interventi.
Il commissario
Sempre per oggi era prevista la nomina del Commissario straordinario che sarà chiamato a coordinare gli interventi strutturali previsti dal decreto. In queste ore, riporta il Sole 24 ore, si cercano le risorse per le coperture. Nella bozza del decreto circolato nei giorni scorsi se si individuavano venti interventi prioritari da realizzare «entro e non oltre» il 2024 per mitigare i danni.
Il commissario si dovrà occupare delle perdite dei tubi, che a quanto risulta all’Autorità di regolazione per l’energia, le reti e l’ambiente ammontano a oltre il 40 per cento della portata, e dovrà verificare da parte delle Regioni delle misure per razionalizzare i consumi ed eliminare gli sprechi della risorsa idrica occupandosi anche di segnalare le inadempienze dei gestori.
La ministra per gli Affari regionali, Maria Stella Gelmini, ha ricordato che nel Piano sono previsti 2 miliardi e 800 milioni euro per interventi al sistema: «Sarà fondamentale dotarsi di un sistema avanzato di monitoraggio e previsione, utile per mitigare e gestire meglio il rischio idrogeologico. Tutto questo ci permetterà di salvaguardare la risorsa idrica di cui disponiamo e di rendere il Paese più resiliente ai cambiamenti climatici, proteggendo la natura e le biodiversità».
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