I primi progetti di fattibilità dei nove Centri voluti per decreto dal governo Meloni sono già contestati dai sindaci, che finora, lamentano, non sono stati nemmeno coinvolti. E le critiche arrivano anche dai primi cittadini dei partiti di maggioranza
Panopticon. I primi progetti di fattibilità dei nove Centri per la permanenza e il rimpatrio dei migranti (Cpr), voluti per decreto dal governo Meloni, ricordano l’occhio che tutto vede, lo strumento di sorveglianza preso a modello da Michel Focault nel suo saggio Sorvegliare e punire. Il carcere ideale progettato nel 1791 dal filosofo e giurista Jeremy Bentham. Ma il governo non ha visto arrivare i sindaci, nemmeno quelli dei partiti di maggioranza. Il giorno dopo la notizia pubblicata da Domani, che oltre ai progetti ha svelato anche i luoghi, sono pronti a dire no e chiedere spiegazioni.
Luigi Petrella, il sindaco di Fratelli d’Italia di Castel Volturno, uno dei comuni interessati, è addirittura pronto a creare alleanze contro il governo guidato dalla leader del suo partito. «Contatterò il sindaco di Villa Literno, Nicola Tamburrino – dice – pure lui è di Fratelli d’Italia.
Un Cpr nel nostro territorio non è una notizia di sollievo. Il comune di Castel Volturno dovrebbe essere ristorato, non aggravato. Non può esserci una decisione così calata dall’alto». Si contano circa 20mila immigrati irregolari, spesso vittime di sfruttamento sessuale e di caporali: «Chiamerò i nostri rappresentanti Gimmi Cangiano, Giovanna Petrenga, Marco Cerreto (parlamentari di FdI campani ndr) per portare all’attenzione del governo la nostra situazione».
Il progetto
Il ministero della Difesa guidato da Guido Crosetto è incaricato, dal decreto approvato lo scorso settembre, «della progettazione e della realizzazione delle strutture individuate dal piano dislocate sul territorio». I Cpr dovranno essere costruiti in zone scarsamente popolate e facilmente sorvegliabili per evitare fughe. La lista è provvisoria.
Oltre a Castel Volturno, ci sono Bolzano, Diano Castello (Imperia), Albenga, nel savonese, Aulla (Massa Carrara), Falconara Marittima, nelle Marche, Catanzaro, in Calabria, Brindisi, in Puglia. E anche Ferrara, nell’area dell’ex aeroporto militare. Anche qui il sindaco è di centrodestra, Alan Fabbri, della Lega. In passato candidato come presidente di regione in Emilia-Romagna. Anche lui non ne sapeva niente: «È chiaro che dopo aver letto la vostra notizia contatterò il prefetto». Non vuole commentare, ma aggiunge: «Io credo che in ogni situazione di questo tipo debba essere coinvolto l’ente locale. Noi non abbiamo mai dato disponibilità».
Molto più battagliera la sindaca di Falconara, Stefania Signorini, civica di centrodestra vicina a Forza Italia: «Ci sono state zone individuate in passato, ma volere non significa che si possa fare. Abbiamo già l’aeroporto, la raffineria, siamo una zona Pai, esondabile». Il Cpr dovrebbe sorgere in una via a ridosso dell’uscita autostradale appena fuori la cittadina. «Sono pronta a dire di no. Sono solo ipotesi, da noi non è possibile che venga costruito per una serie di motivi. Forse non hanno contezza delle criticità che le sto enumerando».
Con i sindaci di centrodestra, ci saranno anche quelli di centrosinistra. Roberto Valettini, sindaco di Aulla, eletto con una civica di centrosinistra, spiega: «Il nostro comune è densamente urbanizzato, è il più popoloso della Lunigiana, mi parrebbe che i presupposti per una scelta felice da noi non ci sarebbero». C’è l’area della Marina: «Si trova in un terreno lontano dagli abitati minori, ma appunto l’unica realtà è già occupata per intero».
Adesso se ne discuterà anche con l’Anci, l’Associazione nazionale dei comuni: «Con il presidente Antonio Decaro avremo occasione di raccogliere altri elementi. Le istituzioni locali devono essere coinvolte sin dall’inizio».
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