Un gruppo di cui fa parte Fattori, la deputata che nel 2019 aveva visitato un centro gestito dalla famiglia Soumahoro, ha chiesto al segretario senza nominarlo di assumersi le sue responsabilità, visto che era stato informato «a tempo debito». Un comunicato dell’ufficio stampa della segreteria li accusa di mentire
Sinistra Italiana si spacca sul caso Aboubakar Soumahoro: alcuni componenti della Direzione e della Assemblea Nazionale di Sinistra Italiana hanno inviato a Nicola Fratoianni una nota con la quale ricordano, con dovizia di particolari, le ragioni per le quali avevano sostenuto l’inopportunità della candidatura di Soumahoro, riferisce un gruppo di politici del partito. Lo avevano fatto, sottolienano, «a tempo debito».
L’ufficio stampa risponde che non è vero: «La segreteria nazionale di Sinistra Italiana non era a conoscenza di notizie che configurassero condotte illecite o di indubbia gravità a carico delle cooperative riconducibili ai familiari di Aboubakar Soumahoro prima della sua candidatura».
La nota
Tra i firmatari della nota a Fratoianni, Elena Fattori, l’ex pentastellata che nel 2019 effettuò un’ispezione in uno dei centri di accoglienza gestiti dalla moglie e dalla suocera del deputato, quest’ultima oggi indagata per malversazione. «Non le ripercorriamo nel dettaglio perché non intendiamo prendere parte al linciaggio mediatico in corso che ha ormai largamente superato il merito degli addebiti politici che gli sono rivolti».
Chi ha scelto di candidarlo, proseguono, non può oggi scaricarlo «con lo stesso disinvolto cinismo che lo ha indotto ieri a sfruttarne in termini elettorali la popolarità».
Accusano il segretario Fratoianni per questa decisione: «Chi ha scelto di candidarlo ha prodotto un immenso danno di immagine a Sinistra Italiana, a quanti si battono tutti i giorni contro la piaga del caporalato, a chi è impegnato con correttezza e generosità nel settore dell’accoglienza», e chiedono, senza nominarlo, di assumere «su di sé per intero la responsabilità politica di ciò che era prevedibile che accadesse ed è accaduto e ne tragga le conseguenze convocando una apposita riunione della Assemblea Nazionale di Sinistra Italiana». Oltre a Fattori, firmano Edoardo Biancardi, Stefano Ciccone, Sandro Fucito, Claudio Grassi, Alessia Petraglia, Serena Pillozzi, Antonio Placido, Silvia Prodi e Roberto Sconciaforni. Nessuno di loro è stato rieletto alla Camera o al Senato, nessuno a quanto riferiscono, ha accettato di farsi candidare.
Interpellato da Domani, l’ufficio stampa del partito riferisce che l’assemblea era già in programma per dicembre.
La risposta
La segreteria nazionale, tramite l’ufficio stampa, replica che stanno mentendo: «Chi lo afferma mente e cerca di strumentalizzare a fini politici un caso che sta amareggiando ogni cittadino di sinistra, noi per primi». E respingono «ogni strumentale illazione: lo sciacallaggio a posteriori è sempre un brutto spettacolo, e noi non abbiamo intenzione di partecipare».
E arriva la controaccusa. Cioè che avrebbero invece dovuto parlare prima: «Chi sostiene di aver sempre saputo dovrebbe chiedere a se stesso come mai non ha informato i cittadini o la magistratura prima delle elezioni».
Tuttavia il dossier di Fattori risulta realizzato nel 2019.
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