- Quanto pesano la corruzione e il voto di scambio nelle urne? Secondo quanto emerge da un rapporto dell’Istat del 2017 oltre 1 milione e 700mila italiani, tra i 18 e gli 80 anni, sono considerati bancomat elettorali da ungere con denaro, favori o regali.
- Avviso Pubblico, la rete degli Enti locali e delle Regioni contro le mafie e la corruzione ha lanciato ai candidati alle Elezioni Amministrative e Regionali della Calabria del 3 e 4 ottobre l’Appello #SoloVotiPuliti.
- Chiediamo ai candidati e alle candidate che pongono tra i punti principali del loro programma politico-elettorale la lotta alle mafie e alla corruzione e la diffusione della cittadinanza responsabile di sottoscrivere l’Appello di Avviso Pubblico.
Continua con la sua 18esima puntata la rubrica “Politica resiliente” curata da Avviso Pubblico, l’associazione nata nel 1996 per riunire gli amministratori pubblici che si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica.
Quanto pesano la corruzione e il voto di scambio nelle urne? Secondo quanto emerge da un rapporto dell’Istat del 2017 oltre 1 milione e 700mila italiani, tra i 18 e gli 80 anni, sono considerati bancomat elettorali da ungere con denaro, favori o regali. Che siano organizzazioni criminali, che con i loro intermediari bivaccano persino di fronte alle urne, o politici che “agevolano diritti” altrimenti incastrati in una macchina burocratica lenta, il voto di scambio riguarda almeno il 3,7 per cento dell’elettorato italiano.
Un sistema che macina voti e decapita le relazioni democratiche tra cittadini e istituzioni. Ma è un rapporto biunivoco, fatto di prevaricazione da un lato e di sudditanza consapevole e rassegnata a logiche mafiose dall'altra.
Il sistema è ben rodato in caso di elezioni comunali o regionali, e raggiunge i picchi più alti al sud e nelle isole. Ma la logica del do ut des non riguarda solo la scheda elettorale. Infatti, il dato che emerge con preoccupazione è che addirittura l’85,2 per cento ritiene che l’atto corruttivo sia stato utile per ottenere quanto desiderato. Non solo un fenomeno diffuso, ma persino «bonariamente compreso», avverte ancora l’Istat.
Sindaci, assessori e funzionari rappresentano la classe dirigente di prossimità che più di tutte è esposta alle pressioni che arrivano dall'esterno e ai tentativi di corruzione. Ma sono anche quelli che rappresentano il primo argine ai tentacoli e alle mire dei gruppi criminali. E questa barriera va eretta fin dalla fase della costruzione del consenso elettorale.
L’appello
Forti di questa convinzione Avviso Pubblico, la rete degli Enti locali e delle Regioni contro le mafie e la corruzione ha lanciato ai candidati alle Elezioni Amministrative e Regionali della Calabria del 3 e 4 ottobre l’Appello #SoloVotiPuliti: «Quando le mafie incontrano una politica debole che vuole vincere a tutti i costi, la qualità della nostra democrazia, della nostra libertà, del nostro sviluppo, della nostra vita peggiorano vistosamente - si legge nell’appello scaricabile qui - tutto questo è ancora più vero oggi che stiamo affrontando una crisi sociale ed economica senza precedenti e di cui non conosciamo ancora tutte le conseguenze nel futuro. E solo se affrontata con responsabilità e competenza può rinsaldare le basi democratiche e il patto sociale su cui si fondano».
Non si tratta solo di firmare un documento, ma di impegnarsi concretamente a promuovere una cultura politica libera da logiche mafiose, dichiarando innanzitutto pubblicamente in campagna elettorale il rifiuto di voti e altre forme di sostegno da parte di chi opera e vive nella criminalità e nell’illegalità. E, in caso di elezione, a elaborare una proposta politica volta all’interesse collettivo. E infine di assumersi fin da ora l’impegno a sottoscrivere la Carta di Avviso Pubblico e i suoi valori.
Non si parte da zero: come sanno i lettori di Domani, gli amministratori che hanno aderito ad Avviso Pubblico sono promotori da anni di buone pratiche di governo che raccontano su queste pagine.
In ballo c'è molto di più di una vittoria: c'è il futuro stesso dei nostri territori e del nostro Paese, travolto ancora dalla piena della crisi economica e sociale dovuta alla pandemia, di cui ancora non conosciamo tutte le ricadute. Da qui l'urgenza di selezionare i candidati giusti che possano governare la riprogrammazione del futuro – in considerazione anche della gestione delle risorse del Recovery Fund – con responsabilità e competenza. Solo così sarà possibile rinsaldare le basi democratiche e il patto sociale su cui si fondano.
Per questo chiediamo ai candidati e alle candidate che pongono tra i punti principali del loro programma politico-elettorale la lotta alle mafie e alla corruzione e la diffusione della cittadinanza responsabile di sottoscrivere l’Appello di Avviso Pubblico.
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