Alla fine di una giornata convulsa anche Giorgia Meloni dice la sua sul caso di Francesco Spano, capo di gabinetto del ministro della Cultura, Alessandro Giuli, che si è dimesso dopo appena dieci giorni. La premier dice di aver «capito poco della vicenda» e di non aver parlato con il ministro.

Ma poi coglie subito la palla al balzo per fare un po’ di vittimismo: «Leggo dalle agenzie che ci sarebbe un conflitto di interesse tra il capo di gabinetto e un’altra persona che risale al MAXXI, al tempo di Giovanna Melandri. Penso che si debba chiedere a chi c’era prima. Non capisco perché esca adesso. Se lavori con quelli di destra diventa tutto più complicato, ci sono due pesi e due misure. Questo è tutto quello che ho capito di questa vicenda».

In realtà anche la premier non può non ricordare che la nomina di Spano, dichiaratamente omosessuale, ha provocato un po’ di «nervosismo» dentro FdI («ho detto di parlarne con Giuli»). E non solo. L’associazione anti-diritti Pro-vita ha accusato l’ex direttore dell’Unar e segretario generale del MAXXI, di essere «un militante Lgbt» nonché «l’ex direttore dell’Unar che finanziò con 55mila euro un’associazione Lgbt che praticava prostituzione».

Ma è stata la redazione di Report che ha messo nei motori della polemica la benzina di cui gli ultra cattolici avevano bisogno, annunciando per domenica un servizio su «due nuovi» “casi Boccia” al ministero della Cultura.

Le dimissioni

A nulla è servito il silenzio stampa della coppia più chiacchierata del momento: Giuli e Spano. «Il contesto venutosi a creare, non privo di sgradevoli attacchi personali, non mi consente di svolgere questo ruolo così importante», ha scritto il capo di gabinetto nella lettera di dimissioni consegnata al ministro nel primo pomeriggio. Giuli, dopo averle accettate «con grande rammarico» e aver denunciato «il barbarico clima di mostrificazione cui è sottoposto in queste ore», ha risposto sibillino ai cronisti che lo inseguivano a Montecitorio commenta: «La volete la notizia del giorno? L’apparenza inganna, commedia francese».

Il servizio di Report è stato anticipato da una clip in cui si vede un’intervista a una donna di spalle, secondo la quale «da almeno sei anni il compagno di Spano riceve l’incarico di consulente legale del MAXXI». Spano «andò a lavorare per la Human Foundation di Giovanna Melandri nel 2017 e l’anno dopo la Human Foundation offre una consulenza legale anche all’avvocato di Spano, Marco Carnabuci, che nel medesimo periodo ottiene una nomina a consulente legale anche dal MAXXI, allora presieduto da Giovanna Melandri. Carnabuci fino a oggi ha sempre ottenuto il rinnovo della consulenza legale da parte del MAXXI, anche quando nel 2022 Francesco Spano è stato richiamato a fare il segretario del museo durante la presidenza di Giuli».

Qual è la vera storia?

Ma qual è veramente la storia dietro la nomina del compagno di Spano, con il quale si è unito civilmente questa estate? Marco Carnabuci, classe 1979, avvocato della Privacy, iscritto all’albo presso il tribunale di Palermo è arrivato al MAXXI grazie a un obbligo, ma dell’Unione europea. Il 25 maggio 2018 è entrato in vigore il Regolamento (UE) relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali. Il regolamento chiede alle aziende di assumere un «responsabile per la protezione dei dati personali».

In quell’anno il MAXXI è sotto la presidenza di Melandri, segretario generale è Pietro Barrera che chiede a Federculture, l’associazione che raduna le principali aziende culturali del paese, un nome per coprire quel ruolo prescritto dal regolamento europeo. Arriva così Carnabucci esperto in sistemi di gestione della privacy e consulente di alcune fondazioni culturali.

L’incarico è visibile anche nella sezione amministrazione trasparente del sito del MAXXI. Ha una durata triennale, rinnovabile. E viene rinnovato, sempre dal segretario Barrera. Intanto è nota la storia d’amore tra Spano e Carnabucci. «Non ne hanno mai fatto mistero. Nel nostro mondo non è mai stato un problema», racconta un lavoratore del museo.

Nel 2023 Spano ritorna al MAXXI in sostituzione di Barrera in pensione. A guidare il museo viene nominato Alessandro Giuli. E, proprio da Giuli, Carnabuci riceve un incarico di tre mesi per redigere un modello organizzativo, compenso di quattordicimila euro.

L’iter per l’incarico non prevede il coinvolgimento del segretario generale, cioè Spano, ma del presidente. Una questione di opportunità, spiegano dal MAXXI, anziché cercare un esterno si è preferito trovare una persona che conosceva il museo. Finito il lavoro, il contratto di Carnabuci non è stato rinnovato. Proprio in quei giorni Spano ha seguito Giuli al ministero come capo gabinetto del Mic, carica dalla quale adesso è stato costretto a dimettersi.

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