La società pubblica aveva chiuso lo scorso anno tagliando sul personale e frenando le assunzioni. Nel 2024 sono fioccati aumenti per i dirigenti e create nuove divisioni per accontentare tutti
Stipendi più alti, che volano ben sopra i 150mila euro, e nuove poltrone a Sport e Salute, la società pubblica cassaforte dello sport che si occupa appunto dell’attività sportiva di base. Per soddisfare appetiti e premiare un po’ di dirigenti, in poche settimane è stato creato un posto ad hoc per gestire gli affitti delle strutture della società, è stato messo in cantiere lo sdoppiamento della comunicazione e infine sono state garantite maggiori spese per i vertici amministrativi. Con una conseguenza: il ritocco al rialzo degli compensi di varie figure interne. Sono state settimane movimentate a Sport e Salute, considerata la cassaforte del mondo sportivo.
I cambiamenti interni avranno un costo di circa 150mila euro all’anno sulle casse della società del ministero dell’Economia. E dire che, per quanto riguarda la gestione interna, nel bilancio del 2023 era stata rivendicata la diminuzione del costo del personale, grazie alla riduzione della forza lavoro di 13 unità in totale e al freno al piano assunzioni. Ma evidentemente con il 2024 è cambiato qualcosa, almeno in termini di remunerazioni ai vertici dirigenziali,
Un’ulteriore novità potrebbe essere l’introduzione di un direttore generale, funzione oggi accorpata a quella dell’amministratore delegato, Diego Nepi Molineris. L’operazione provocherebbe con un altro aumento delle spese. Il nome che circola è quello di Giuseppe De Mita, figlio dello storico leader democristiano Ciriaco, che nei giorni scorsi ha rifiutato la poltrona di ad a Cinecittà. Al momento è stato confermato come componente del cda della società di via Tuscolana. Dietro il rifiuto ci sarebbe la possibilità di un salto di qualità all’interno Sport e Salute, in cui già si occupa di progetti specifici di marketing. Se non diventerà dg, acquisirà comunque maggiore peso in altri modi. È questo il pensiero delle sorelle Meloni, Arianna in testa, che vanta un solido legame con il rampollo di Nusco. La battaglia ha un risvolto politico: con De Mita, FdI metterebbe del tutto le mani sulla gestione della società, facendo asse pieno con il presidente, Marco Mezzaroma, amico di vecchia data di Giorgia e Arianna Meloni. L’imprenditore ha già voluto nell’organigramma un ruolo specifico: il capo dello staff presidenziale, Marco Sanetti.
L’ad Nepi sarebbe più isolato, per quanto sia “benedetto” dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e stia provando a costruire un canale diretto con palazzo Chigi. Al netto di queste manovre, resta un profilo principalmente tecnico (con una storia proveniente dal Coni) che lo ha reso il “principe del Foro Italico”: da lui passano le manifestazioni sportive più importanti nella struttura romana.
Da Sport e Salute viene informalmente smentita l’indiscrezione sull’istituzione della figura di un direttore generale. Se il futuro di De Mita jr. è in fase di definizione, ci sono dei cambiamenti già certificati all’interno della società. La soppressione dell’ufficio stampa (l’ex giornalista politico di Repubblica Goffredo De Marchis è andato via da qualche mese) non ha portato a un risparmio: è già prevista una doppia poltrona, una per i rapporti istituzionali e un’altra per la comunicazione istituzionale. Le caselle per adesso sono vuote, nei prossimi mesi dovrebbero essere riempite.
Pioggia di soldi
Agli atti c’è poi la “promozione” di alcune figure, considerate molto vicine ma sicuramente molto gradite all’amministratore delegato. Una grande scalata è stata quella di Roberta Odoardi, che da aprile è diventata chief financial officer (capo dell’amministrazione), funzione che prima non esisteva. Ecco che c’è stata un’impennata della retribuzione, arrivata ora a 187mila e 500 euro lordi (mettendo insieme parte fissa e variabile del compenso), esattamente 37,5 mila euro in più rispetto allo scorso anno. Rispetto agli anni precedenti il balzo è stato ancora più sostanzioso: in precedenza era responsabile dell’area sviluppo e budget. Altro nome in rampa di lancio è quello di Emiliano Curi, responsabile di Spazio Sport e tra le altre cose del progetto di Caivano, apprezzato dalle parti di palazzo Chigi e non solo.
Il successo, fiore all’occhiello di Meloni, ha portato all’incremento della retribuzione, oggi di oltre 190mila euro. Stipendio rivisto al rialzo pure per Marco Befera, capo dell’audit interno e figlio di Attilio Befera, ex ad di Equitalia. Befera è passato da una remunerazione da 137mila a una da 175mila euro. Identiche cifre e stessa dinamica per la responsabile degli affari legale societari, Monica Rufo.
Interpellata da Domani, Sport e Salute ha spiegato: «Tutti i provvedimenti vengono assegnati sulla base della crescita nel ruolo e sui risultati conseguiti, valorizzando il personale interno nella nuova organizzazione, anche promuovendo under 35». La società sottolinea ancora: «I dirigenti di prima linea interessati recentemente a progressioni retributive, restano ancora al di sotto dei riferimenti di mercato e hanno comunque visto in tutti i casi una crescita delle responsabilità e dei ruoli assegnati molto rilevante rispetto alle posizioni precedenti».
Ritorno da Cortina
Tra un aumento e l’altro, al Foro Italico, sede della società, si è materializzato di nuovo Luigivalerio Sant’Andrea, ex commissario della Simico, la società che si occupa delle infrastrutture per i Giochi olimpici invernali Milano-Cortina 2026. Dopo l’esperienza esterna, il dirigente torna alla base. La sua casella era occupata, proprio da Curi ed ecco che è arrivata una funzione nuova di zecca: la divisione real estate e dei servizi di prevenzione e protezione. Si occuperà delle richieste di affitto delle strutture di Sport e Salute, ma sempre a riporto di Nepi. L’ultima parola spetterà infatti all’amministratore delegato della società.
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