La segretaria manda i suoi ai cortei ma senza aderire. Ma la competizione è forte: Conte venerdì aveva chiesto di parlare fra i pacifisti. La gara fra rossoverdi e Santoro
«Mentre lavoriamo per evitare una escalation e un allargamento del conflitto, la priorità è senz’altro quella umanitaria: garantire tutti gli aiuti, i corridoi umanitari, e naturalmente la sicurezza della popolazione, particolarmente nella situazione drammatica di Gaza dove le vittime sono già troppe». Da Bruxelles, dalla riunione dei partiti socialisti dell’Ue, Elly Schlein torna sulla guerra in Medio Oriente. La segretaria schiera il Pd sulla richiesta di «pausa umanitaria», come l’Europarlamento, e riesce a tenere uniti i suoi, anche il gruppo di Bruxelles in cui sono rappresentate più esplicitamente le anime filo-Israele. Il tentativo è non farsi strattonare da una parte o dall’altra. Oggi lei non sarà alla manifestazione organizzata a Roma da Amnesty e dalla Rete per la pace e il disarmo.
«Esponenti» Pd in piazza
Ma non rompe il dialogo con i pacifisti. Perché non vuole, e anche perché i Cinque stelle lì ci saranno: Giuseppe Conte aveva persino chiesto di parlare. La segretaria Pd invece sarà a Mestre, all’iniziativa sul diritto alla casa. Anche il responsabile Esteri, Peppe Provenzano, sarà impegnato lontano dalla capitale. Il pacifista Arturo Scotto sarà a Napoli e Marco Furfaro, il candidato a rappresentare il gruppo dirigente, anche lui a Mestre. E fino a ieri sera non era del tutto sicuro di poter raggiungere Roma. Così ieri, a metà pomeriggio, Provenzano ha annunciato la modalità della partecipazione dem: «Alcune associazioni della società civile hanno chiamato non i partiti ma i cittadini, a manifestare in diverse piazze senza bandiere e in silenzio, per proteggere tutta la popolazione civile in Israele e Palestina. Il Pd ha espresso anche in parlamento e al Pse la sua posizione sulla drammatica situazione in Medio Oriente, compresa l’urgenza di liberare gli ostaggi senza condizioni e di proteggere tutti i civili nel pieno rispetto del diritto internazionale umanitario». Oggi «in quelle piazze, tra i molti cittadini, sicuramente ci saranno anche tanti esponenti del Pd».
Presenti, dunque, ma senza un’adesione formale. Anche perché il corteo ha come parola d’ordine «fermare gli interventi militari». E non è la linea del Pd. In più potrebbe essere rovinato da qualche slogan anti Israele. Non a caso gli organizzatori hanno voluto un’iniziativa «silenziosa».
Dunque Schlein va avanti con attenzione. Anche in vista delle europee. Perché sul lato sinistro Conte prova, come con la guerra russo-ucraina, ad attirare a sé il “popolo della pace”. E a sinistra del M5s fanno altrettanto i rossoverdi di Fratoianni e Bonelli, che il 5 novembre lanceranno la loro nuova “piattaforma” a Roma. Obiettivo: una lista sul modello della spagnola Sumar, imbarcando una serie di reti civiche.
Alcune di queste reti si riuniscono oggi a Napoli sotto la sigla “Alternativa comune”. Ci saranno Massimo Zedda e Francesca Ghirra, dei progressisti sardi, Amedeo Ciaccheri, presidente del municipio “rosso” di Roma, l’ottavo, e il consigliere della regione Lazio, Claudio Marotta, Anita Pirovano della rete milanese, Megu Chionetti, della genovese Comunità San Benedetto al Porto. Padrone di casa l’assessore Sergio D’Angelo, di Napoli solidale, special guest Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, conclusioni dell’eurodeputato Massimiliano Smeriglio, indipendente nel gruppo Pd ma in rotta di collisione proprio sulle questioni della guerra e della pace.
La guerra dei pacifisti
A sinistra della sinistra, i rossoverdi a loro volta sono incalzati dalla lista di Michele Santoro che, grazie alla concessione del simbolo della Sinistra europea, potrebbe non dover raccogliere le firme per correre. Fra le due aggregazioni ci sono stati confronti, ma le possibilità di convergere sono zero. Il Prc è della partita di Santoro, forse anche Unione popolare. «Credo che la lista si farà – spiega il segretario Prc Maurizio Acerbo – C’è bisogno di un’iniziativa che rompa il coro della grande coalizione guerrafondaia». In scontro diretto con la lista rossoverde, «che non mi sembra una lista pacifista. Hanno fatto un appello per il clima in cui non c’è la parola guerra. Segnalo inoltre che i Verdi europei, in particolare i tedeschi, oggi sono la formazione più guerrafondaia. Sono sicuro che l’elettorato di Sinistra italiana e Verdi condivide appello di Raniero La Valle e Santoro. Nichi Vendola lo ha anche firmato».
Con tutto questo attivismo izquierdista, per le europee Schlein deve attrezzarsi con nomi di richiamo per la sinistra, fuori e dentro il Pd. Nel primo caso circola quello di Cecilia Strada, e quello (meno probabile) dello scrittore Roberto Saviano. Nel secondo caso, quello dell’ex ministro Andrea Orlando.
Ma prima di tutto, la segretaria deve sciogliere un nodo: se candidarsi capolista in tutte le circoscrizioni. Sarebbe un modo per assumersi direttamente la competizione, in una campagna che sarà tutta giocata sui temi dell’ambiente, del clima e della pace. Ma la scelta ha controindicazioni da valutare seriamente. Ad esempio il fatto di voler comunque poi restare alla Camera e di penalizzare le candidate donne.
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