Nei giorni in cui la morte del ciclista Davide Rebellin, investito da un camion, riporta di attualità la pericolosità delle strade italiane il ministero guidato da Matteo Salvini taglia quasi 100 milioni destinati alla viabilità a due ruote
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta subito quando mercoledì si è diffusa la notizia della morte di Davide Rebellin, 51enne campione di ciclismo ucciso da un camion che lo ha investito. «Sono turbata e rattristata», ha fatto sapere Meloni. «Non possiamo far finta di niente, i numeri sugli incidenti sono impressionanti», ha aggiunto il ministro dello Sport Andrea Abodi. Mercoledì sera un altro ciclista è stato ucciso da un automobile, si tratta di Manuel Lorenzo Ntube, 16enne difensore della giovanile del Padova.
Proprio mentre questi episodi riportavano l’attenzione sulla pericolosità delle strade italiane, il testo della manovra economica approdava in parlamento con un codicillo che taglia completamente i fondi per la costruzione di piste ciclabili. Il taglio è di 94 milioni e porta all’azzeramento del fondo istituito nel 2019 dal secondo governo Conte.
Il taglio è stato deciso dal ministero delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini ed è presente nella nota integrativa allegata al testo della manovra inviato alla Camera. Non ci sono spiegazioni per il definanziamento del fondo e fino ad ora né il ministro né il governo hanno fornito alcuna spiegazione.
Il contesto
In Europa l’Italia è uno dei paesi più arretrati nel favorire la viabilità tramite bicicletta. Le strade italiane restano estremamente pericolose e poco adatte ai ciclisti. Secondo i dati dell’Osservatorio Asaps, sono almeno 103 i ciclisti morti dall'inizio del 2022. Nel 2021 i morti erano stati 229 e i feriti oltre 18mila, un aumento del 22 per cento rispetto all’anno precedente.
Secondo il rapporto “L’Italia non è un paese per bici”, realizzato da Clean Cities, FIAB, Kyoto Club e Legambiente, le città italiane hanno una media di appena 2,8 km di ciclabili ogni diecimila abitanti. Le grandi città fanno anche peggio di questa media, con Milano che ne ha appena 2,1, Roma, 1 soltanto e Napoli appena 0,3. I campioni europei, tutti situati in nord Europa, hanno multipli di queste cifre: Amsterdam, ad esempio, ha 14 chilometri di piste ciclabili ogni 10mila abitanti, Copenaghen 8 e persino Varsavia fa meglio delle grandi città italiane con i suoi 3,1 chilometri.
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