L’esecutivo deve decidere se passare dallo stato di pre-allarme a quello di allarme. Mercoledì incontro con gli operatori che si occupano di stoccaggio in vista dell’inverno, siamo ancora intorno al 55 per cento, il governo lavora a garanzie pubbliche
Dopo sette giorni di taglio delle forniture di metano da parte della società russa Gazprom, nel primo pomeriggio ci sarà l’incontro al ministero della Transizione ecologica per discutere se sarà necessario passare dallo stato di pre-allarme a quello di allarme sul metano. Il ministro Roberto Cingolani dovrà quindi decidere se incrementare l’utilizzo delle centrali a carbone attualmente operative per risparmiare il metano delle centrali termoelettriche, e se sfruttare il taglio dei consumi delle imprese energivore che hanno contratti interrompibili.
Un sacrificio che viene compensato economicamente per legge: «Noi vogliamo mantenere la road map al 55 per cento della decarbonizzazione mentre facciamo la contingenza dell'emergenza russa- ha detto Cingolani - che purtroppo nessuno si poteva né immaginare né aspettare».
Il ministro è intervenuto all’assemblea di Elettricità futura, l’associazione di Confindustria delle imprese di energia elettrica. In un periodo in cui «più risparmiamo, meglio è», è accettabile «che si possa usufruire di un po' di produzione a carbone soprattutto nel periodo degli stoccaggi, per un periodo transitorio di 6-12 mesi». L'impatto ambientale ha detto il ministro, «è piccolissimo e ampiamente compensato dalla crescita delle rinnovabili».
Un anno fa di questi tempi, ha ricordato, un metro cubo di gas costava 20 centesimi, ora costa 1 euro: «Le linee di credito rimangono quelle e per gli operatori c'è un rischio sul cash flow. Bisognerà quindi pensare a come dare più garanzie, ci stiamo lavorando in questo momento».
Eni e le comunicazioni
Eni intanto, che negli scorsi giorni ha usato toni rassicuranti, ha deciso di non comunicare più sul sito l’entità dei tagli di Gazprom. I flussi infatti, ha riferito lo stesso amministratore delegato Claudio Descalzi, sono rimasti stabili intorno ai 30 milioni di metri cubi. Una situazione che a quanto scrive il Sole24Ore significa che le consegne sono ferme al 50 per cento delle richieste: «Eni – si legge sul sito della compagnia - si riserva di comunicare eventuali aggiornamenti nel caso in cui vi fossero variazioni significative nelle quantità in consegna comunicate da Gazprom».
I partecipanti
Al vertice al Mite partecipano il direttore generale della direzione generale (dg) Infrastrutture e sicurezza del Mite che svolge la funzione di presidente; il direttore generale della dg Competitività ed efficienza energetica; un rappresentante dell’Autorità per l’Energia; un rappresentante per ciascuna impresa di trasporto del gas naturale, operante sul territorio nazionale e dunque in primo luogo Snam; un rappresentante per ciascuna impresa di stoccaggio del gas naturale, operante sul territorio nazionale; un rappresentante per ciascuna impresa titolare di impianti di rigassificazione di Gnl, operante sul territorio nazionale; un rappresentante di Terna, la società che si occupa del trasporto dell’energia elettrica.
Gli stoccaggi
Un altro incontro è stato fissato per mercoledì e questa volta avrà come tema proprio gli stoccaggi. A fronte dei cali di forniture di Gazprom e dell’aumento dei prezzi, le compagnie stanno faticando a riempire le riserve in vista dell’inverno, il vero problema che preoccupa il governo. Al momento siamo fermi intorno al 55 per cento. Se le riserve non arrivassero all’80 per cento entro ottobre, ha detto l’amministratore delegato dell’Eni Descalzi nel fine settimana, l’Italia avrebbe difficoltà ad affrontare i consumi dell’inverno.
A questo secondo incontro parteciperanno Eni, Snam e le altre compagnie che si occupano dei siti di stoccaggio: Stogit, Edison e Ital Gas storage. L’esecutivo sta lavorando a degli incentivi economici per spingere tutte queste società che si approvvigionano sul mercato ad aumentare i tassi di riempimento. A quanto anticipato dal Cingolani, si lavora a linee di credito e garanzie pubbliche per gli operatori. Sul fronte prezzo inoltre, come anticipato da Domani, il presidente del Consiglio Mario Draghi presenterà durante il Consiglio europeo il piano per stabilire un tetto ai costi del metano importato dalla Russia.
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