- In nessuna delle due risoluzioni che saranno discusse stasera in commissione Vigilanza Rai è previsto un vero limite agli ospiti da invitare nei programmi: insomma, nessun limite a esperti controversi come Orsini
- Già il testo proposto dal presidente Alberto Barachini (senatore di Forza Italia) era rimasto piuttosto vago nella definizione degli obblighi della televisione pubblica nella scelta degli ospiti da invitare.
- Il documento alternativo presentato dal Movimento 5 stelle è breve: propone soltanto un «invito alla società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo a rispettare il dettato e lo spirito del contratto di servizio».
Le polemiche nate intorno alle ospitate di Alessandro Orsini in Rai si sono risolte con un nulla di fatto. Nello specifico, la risoluzione parlamentare della Vigilanza Rai, che doveva dare indicazioni sulla gestione degli ospiti in Rai, è diventata un documento che non dà nessuna vera indicazione alle trasmissioni della televisione pubblica su come muoversi per non dare spazio alla disinformazione.
La prima proposta
Già il testo proposto dal presidente Alberto Barachini (senatore di Forza Italia) era rimasto piuttosto vago nella definizione degli obblighi della televisione pubblica nella scelta degli ospiti da invitare. Nel documento si elencavano raccomandazioni abbastanza sovrapponibili con le regole del giornalismo, come la selezione di commentatori e opinionisti «di comprovata competenza e autorevolezza», la rotazione delle presenze, il contrasto alle fake news, l’opportunità di privilegiare le ospitate gratuite e la moderazione dei commenti online.
Il testo, condiviso da tutti i partiti, non è però piaciuto ai Cinque stelle, che lo hanno valutato come troppo invasivo rispetto ai ruoli di manager e giornalisti. Una lettura che riflette una posizione inedita per il Movimento, in passato spesso pronto a criticare il lavoro dei giornalisti, anche della Rai. Alla riunione della commissione di questa sera proporranno un testo concorrente.
L’alternativa grillina
Il documento alternativo presentato dal Movimento 5 stelle è breve: propone soltanto un «invito alla società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo a rispettare il dettato e lo spirito del contratto di servizio, in particolare dell’articolo 6, affinché l’informazione pubblica sia autorevole, pluralista, equilibrata e indipendente».
L’articolo 6 riguarda i «canoni di equilibrio, pluralismo, completezza, obiettività, imparzialità, indipendenza e apertura alle diverse formazioni politiche e sociali e a garantire un rigoroso rispetto della deontologia professionale». Non si citano esplicitamente elementi come la rotazione degli ospiti, i compensi e il fact checking delle tesi degli ospiti.
La seconda indicazione del testo Cinque stelle è un impegno all’azienda di riferire mensilmente a proposito del rispetto delle linee guida. C’è chi legge nella proposta un’occasione persa, ma sicuramente avrà un effetto collaterale apprezzato nella sede di via di Campo Marzio: non pone limiti a ospiti controversi come Alessandro Orsini, che però ormai sono un punto di riferimento per l’elettorato Cinque stelle.
Dal centrodestra si dicono pronti a votare il testo del Movimento, a patto che i Cinque stelle votino anche quello proposto dagli altri partiti. Una prospettiva improbabile, che porterebbe la risoluzione di Barachini a essere avallata da tutti gli altri partiti eccetto il Movimento e quella dei grillini, che una volta in più romperebbero con il resto della maggioranza, a essere respinta. In ogni caso, nessun ospite rischierà di essere escluso dal bacino a cui attinge la Rai, neanche Orsini.
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