12 novembre 2022 • 18:30Aggiornato, 13 novembre 2022 • 11:52
Uno dei tanti morti dimenticati della Palermo del 1982. Assassinato per il suo prezioso contributo offerto al giudice Giovanni Falcone e al maxi processo a Cosa Nostra.
Le sue indagini a bordo di un Vespone nella borgata di Ciaculli con una finta fidanzata che era una collega poliziotta. Gli appostamenti, fino a quando un sicario non l’ha riconosciuto.
La lotta alla mafia portata avanti dai singoli investigatori che pagavano la benzina di tasca propria per inseguire i latitanti. Lo stato non c’era e quando c’era dormiva. Domenica a Sutera, paese di origine di Lillo, la Benemerita Cittadinanza alla memoria
Giornalista, scrive di mafie. Ha iniziato come cronista al giornale L'Ora di Palermo, poi a Repubblica per quarant'anni. Tra i suoi libri: Il capo dei capi e La Giustizia èCosa Nostra firmati con Giuseppe D'Avanzo, Paroled'Onore, Uomini Soli, Faq Mafia e Il Padrino dell'Antimafia.