Questa settimana inizia la discussione del provvedimento che se approvato permettera a chi è arrivato in Italia prima dei 12 anni di acquisire la cittadinanza dopo aver completato un ciclo scolastico di cinque anni
Il presidente della Camera Roberto Fico ha detto oggi che la discussione sul cosiddetto “ius scholae”, un provvedimento per rendere più facile l’accesso alla cittadinanza ai minori stranieri che hanno frequentato le scuole in Italia, inizierà questo venerdì.
«Oggi ci sono delle persone che fanno 10 anni di ciclo scolastico, parlano non solo italiano ma anche i nostri dialetti, e non hanno la cittadinanza italiana: siamo all'assurdo», ha detto Fico annunciando la discussione del provvedimento.
Il disegno di legge che contiene lo ius scholae era stato approvato in commissione Affari costituzionali anche grazie ai voti di Forza Italia, oltre a quelli del centrosinistra. Ora però inizia un difficile percorso, tra emendamenti, ostruzionismo e un calendario parlamentare fitto di impegni, con la pausa estiva che si fa sempre più vicina.
Come funziona
Presentato dal deputato del Movimento 5 stelle Giuseppe Brescia, la norma sullo ius scholae è piuttosto semplice: il minore straniero nato in Italia o che è entrato nel paese prima dei 12 anni di età, che ha risieduto legalmente e senza interruzioni nel paese, ha diritto a ottenere la cittadinanza italiana dopo aver frequentato regolarmente per almeno cinque anni «uno o più cicli scolastici».
La cittadinanza può essere richiesta dai genitori, oppure dallo stesso minore entro due anni dal compimento del 18esimo anno di età. In caso di cittadinanza ottenuta per richiesta dei genitori, si può rinunciarvi sempre entro due anni dal compimento del 18esimo anno di età.
L’ultima modifica introdotta dal disegno di legge prevede che i funzionari dell’anagrafe abbiano il dovere di comunicare alle famiglie potenzialmente interessate la possibilità di richiedere la cittadinanza nel corso dei sei mesi precedenti il 18esimo anno di età. In caso di mancato avvertimento, i termini per la scadenza della presentazione della domanda vengono sorpresi.
La proposta è simile al disegno di legge approvato alla Camera nel 2015, ma mai confermato dal Senato, che prevedeva un cosiddetto “ius soli temperato”. Lo ius soli è il principio per cui chi nasce sul territorio di uno stato ne acquisisce automaticamente la cittadinanza. La versione temperata discussa in Italia prevedeva la concessione della cittadinanza sulla base della frequenza di un ciclo scolastico.
La situazione politica
Il testo del disegno di legge era stato approvato in commissione da un’insolita maggioranza, formata dal centrosinistra più Forza Italia. Si oppongono Fratelli d’Italia e la Lega, con quest’ultima che era riuscita a far slittare la discussione del disegno di legge da maggio a fine giugno.
Il percoso dello ius scholae ora rimane accidentato. Il calendario dei lavori della Camera è fitto di impegni e la pausa estiva si sta avvicinando. Lega e Fratelli d’Italia hanno già annunciato che si opporranno alla legge presentando emendamenti e con altre strategie ostruzionistiche, mentre non è chiaro quanto solida riuscirà a restare la coalizione che sostiene il provvedimento.
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