Francesco incontra migliaia di giovani provenienti da ogni parte del mondo a Lisbona per la Giornata mondiale della gioventù, e rilancia la sua idea di una chiesa aperta a tutti. Ma sullo sfondo della festa resta irrisolto il grave scandalo degli abusi sessuali sui minori che ha colpito gravemente anche la chiesa portoghese come altre chiese europee, spingendo fra l’altro i vescovi tedeschi a chiedere riforme radicali
«Amici, vorrei essere chiaro con voi, che siete allergici alle falsità e alle parole vuote: nella chiesa c’è spazio per tutti, per tutti! Nessuno è inutile, nessuno è superfluo, c’è spazio per tutti. Così come siamo, tutti…C’è posto per tutti! Tutti insieme, ognuno nella sua lingua, ripeta con me: “Tutti, tutti, tutti!”».
È un papa stile Blues brothers, capace di ricalcare almeno un po’ la coppia formata da Belushi-Aykroyd «in missione per conto di Dio» quello che ha incontrato le migliaia di giovani affluiti a Lisbona da tutto il mondo, nel Parque Eduardo VII, per la Giornata mondiale della gioventù.
Un papa che intende spalancare le porte della chiesa alle persone così come sono, secondo il mantra diffuso dallo stesso Bergoglio in questi anni, con i loro difetti, imperfezioni, paure, sogni e speranze. Un messaggio che è stato ripetuto sabato al santuario di Fatima di fronte a 200mila fedeli e che, probabilmente, tornerà anche nel corso della messa conclusiva dell’evento, domenica mattina.
Il nodo abusi
Non è del resto un caso che Francesco insista sul punto in questione: la chiesa stessa, infatti, lungi dall’essere una comunità di santi o di perfetti, in questi ultimi decenni ha mostrato il suo lato oscuro, fatto di abusi sui minori, di violenze, di coperture.
Pure per questo il papa a Lisbona ha parlato degli scandali che «deturpano il volto della chiesa e che chiamano a una purificazione umile e costante, a partire dal grido di dolore delle vittime (degli abusi, ndr) sempre da accogliere e da ascoltare».
E chissà se quando il papa dice che nella chiesa c’è posto per tutti comprende pure i vescovi e i laici credenti tedeschi che, proprio in ragione degli scandali sessuali che hanno colpito le istituzioni ecclesiali in Germania, da tempo propongono una serie di riforme radicali per cambiare l’insegnamento cattolico in materia di morale sessuale e trasformare profondamente le strutture della chiesa aprendo sul serio le porte ai laici, (uomini e donne), per abbattere quel muro del clericalismo indicato dallo stesso pontefice come il vero moloch a difesa dell’omertà e della strategia del silenzio nella vicenda abusi.
Un format di successo
Nel frattempo c’è da registrare il buon successo della Gmg, secondo il format inventato da Giovanni Paolo II, come un grande festival della gioventù cattolica (e non), che da un pontificato all’altro continua a funzionare, simbolo di quell’universalità della chiesa - e della sua capacità organizzativa e d’attrazione - che ci pare ancora il valore aggiunto del cattolicesimo.
D’altro canto, non è che la Gmg abbia mai messo in discussione la morale sessuale proposta dalla chiesa, né i ragazzi, con qualche eccezione, cambiano le loro abitudini in fatto di amore o sessualità. Né, infine, le gerarchie cattoliche sembrano voler imparare qualcosa dai sentimenti di libertà e impegno che vengono dai giovani della Gmg. Così, l’enormità delle denunce degli abusi sessuali avvenuta solo pochi mesi fa in un Paese di lunga tradizione cattolica come il Portogallo, può rimanere di fatto sullo sfondo della festa.
Quasi 5mila vittime
Da parte sua, Francesco ha incontrato 13 vittime di abusi sessuali, il 2 agosto nella Nunziatura di Lisbona, in gran segreto, nel senso che l’incontro non rientrava nel programma ufficiale del viaggio.
La formula adottata in questi casi dal Vaticano è che la riservatezza è dovuta al rispetto della privacy delle vittime; il che sarà forse pure vero, ma resta il dubbio che un annuncio preventivo avrebbe potuto spostare l’attenzione dei media su un tema che, evidentemente, non si desiderava assumesse rilevanza piena.
Si tenga presente che il report pubblicato lo scorso febbraio in Portogallo, prodotto da una commissione d’inchiesta promossa dalla stessa conferenza episcopale pressata dall’opinione pubblica, ha convalidato 512 testimonianze di abusi sessuali su 564 esaminate, per un totale di almeno 4.815 vittime negli oltre 70 anni considerati. Il 96 per cento degli abusatori è di sesso maschile, e per il 70 per cento sono preti.
Gli abusi sono avvenuti nei seminari, nei centri di accoglienza, nelle scuole e nelle istituzioni sportive. Poco più di 11 anni l'età media delle vittime. I reati sono stati registrati in tutto il paese, con particolare incidenza a Lisbona, Porto e Braga. Si è trattato di un uragano che ha travolto la chiesa portoghese, dopo che analoghe indagini avevano già fatto crollare diverse chiese europee.
Certo non avrebbe senso dedicare un’intera Gmg allo scandalo degli abusi sessuali, tanto più che molti dei giovani che vi partecipano sono spinti dall’impegno in favore dell’ambiente, della pace e del disarmo, della solidarietà verso i più deboli; eppure è forte la sensazione che la questione sia il grande tema rimosso della chiesa collegato con molte altre questioni, la malattia che sta divorando dall’interno l’istituzione.
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