- Buona befana a tutti. Questa settimana torniamo a occuparci di Sars-CoV-2, per raccontare come a Xian è saltato il finora “infallibile” sistema cinese di tracciamento dei contagiati.
- Analizzeremo poi la dichiarazione “pacifista” delle cinque potenze atomiche che si sono impegnate a usare la bomba solo per scopi “difensivi”.
- Parleremo poi delle previsioni economiche asiatiche per l’anno della Tigre e infine ci occuperemo di tatuaggi, con l’apparentemente incredibile decisione delle autorità di Pechino di vietarli per i calciatori e di ordinarne la rimozione per quelli che che già ne hanno. Per iscriverti alla newsletter clicca qui e segui tutti i contenuti di Weilai. Buona lettura!
Nella metropoli di Xian il finora apparentemente infallibile sistema di tracciamento dei contatti dei positivi al Sars-CoV-2 è andato in tilt due volte nelle ultime due settimane. Anche per questo il capoluogo della provincia dello Shaanxi, dove si è acceso un focolaio di variante Delta, è tuttora costretto al coprifuoco. La popolazione di Xian (tredici milioni di abitanti) ha condiviso in una serie di post online il sentimento d’angoscia e le difficoltà del lockdown cinese più rigido dopo quello di Wuhan del 2020.
A Xian i casi sintomatici registrati sono stati anche oltre 150 al giorno, numeri altissimi per gli standard cinesi, tali da mettere in discussione la strategia “contagi zero” perseguita con ostinazione dalla leadership del Partito comunista.
- Perché è importante
Ieri il governo ha sospeso Liu Jun, il funzionario di partito a capo dell’Amministrazione dei big data di Xian per “inadempienza ai doveri” dopo che l’applicazione “Codice sanitario” (la carta verde elettronica cinese necessaria per qualsiasi spostamento) era andata in crash per due volte negli ultimi quindici giorni. Uno dei collassi del sistema si è verificato in coincidenza con la visita nella città dell’esercito di terracotta della vice premier cinese, Sun Chunlan: tutto quello che i residenti dell’antica capitale imperiale potevano vedere sull’app per smartphone era una pagina bianca.
Per sbloccare la situazione è stato necessario l’invio in città di Han Xia, l’ingegnere capo del ministero dell’Industria e dell’informatica. A non aver funzionato nel sistema di tracciamento non è stata solo la app, ma anche il lavoro dei funzionari di base, decine dei quali sono finiti sotto inchiesta con l’accusa di aver permesso all’epidemia di diffondersi dal Covid hotel individuato come principale focolaio cittadino.
- Il contesto
L’epidemia a Xian è in una fase di regressione. In tutta la Cina, ieri la commissione sanitaria nazionale ha segnalato 41 nuove infezioni sintomatiche, 35 delle quali a Xian (il conteggio giornaliero più basso dal 19 dicembre, che ha portato il numero totale di casi sintomatici in città a 1.793) e quattro nella provincia dello Henan.
È probabile che il fallimento a Xian del sistema che ha dato prova di efficienza altrove sia legato alla disorganizzazione del governo locale. Con la diffusione di Delta ed eventualmente di Omicron, le prossime settimane che porteranno alle Olimpiadi invernali di Pechino saranno cruciali per valutare se la grande muraglia anti-Covid è davvero infallibile.
«L’atomica solo a scopi difensivi»
Le cinque potenze atomiche – che sono anche i membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (Cina, Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia) – hanno sottoscritto lunedì scorso una dichiarazione congiunta con la quale si impegnano a utilizzare le armi nucleari soltanto per scopi difensivi. I cinque paesi affermano, tra l’altro, che una guerra nucleare «non può essere vinta e non deve mai essere combattuta», e che «crediamo fermamente che debba essere evitata l’ulteriore diffusione di queste armi».
- Perché è importante
Secondo il vice ministro degli Esteri di Pechino, Ma Zhaoxu, la dichiarazione riflette la volontà politica dei cinque paesi di evitare la guerra nucleare, e una posizione comune sulla salvaguardia della stabilità strategica globale e sulla riduzione dei rischi di un conflitto nucleare, in un momento in cui la sicurezza strategica internazionale sta affrontando molte sfide importanti tra profondi cambiamenti inediti nell’ultimo secolo, come la pandemia di Sars-CoV-2.
Grazie alla dichiarazione congiunta, Pechino ha inteso mostrarsi ancora una volta come “potenza responsabile” e contrastare quelle che giudica “esagerazioni” dei media stranieri sullo sviluppo dei programmi atomici e di armamenti cinesi, come ad esempio i missili ipersonici di cui abbiamo parlato in questo articolo.
- Il contesto
Negli ultimi mesi si sono succeduti gli allarmi – soprattutto di fonte statunitense – sulle intenzioni di Pechino di espandere il suo arsenale nucleare. Secondo il Pentagono la Cina avrà 700 testate atomiche entro il 2027 e oltre mille entro il 2030. Mentre il Washington Post ha rilanciato l’allarme del californiano James Martin centre for nonproliferation studies secondo cui la Cina starebbe costruendo all’interno del paese un centinaio di postazioni che potrebbero servire per il lancio di missili balistici intercontinentali (Icbm) armati con testate atomiche.
Secondo un report dell’indipendente Stockholm international peace research institute, Pechino – che resta ufficialmente fedele alla sua politica di “deterrenza minima” – ha 350 testate atomiche, nessuna delle quali schierata, mentre Washington ne possiede 5.500, 1.800 delle quali pronte all’uso.
Pechino ha stigmatizzato l’alleanza militare Aukus – che Mario Giro ha analizzato in questo articolo – perché scatenerebbe una corsa alle armi e la proliferazione nucleare nell’area Asia-Pacifico.
Yuan, di Lorenzo Riccardi
Pechino nell’anno della Tigre
In base al calendario lunisolare cinese, il 2022 sarà l’anno della Tigre. Tradizionalmente, un segno zodiacale che simboleggia la forza e l’ambizione, caratteristiche che ben descrivono la direzione e le strategie adottate dalla Cina negli ultimi anni in ambito internazionale.
Il 2022 sarà anche il terzo anno “pandemico”. In base alle stime di molti analisti, sarà l’anno in cui la maggior parte delle economie mondiali tenterà di tornare ai livelli pre-Covid, dopo il rimbalzo del 2021 successivo al crollo del 2020.
Le stime più recenti del Fondo monetario internazionale prevedono per il 2022 una crescita globale del 4,4 per cento. La ripresa sarà trainata dall’Asia, con una crescita aggregata del 6,3 per cento. Per quanto riguarda la Repubblica popolare cinese e l’India, è attesa una crescita pari rispettivamente al 5,6 per cento e 8,5 per cento nel 2022.
Da sottolineare, tuttavia, che mentre Pechino ha mantenuto una crescita positiva anche durante il 2020, l’India ha registrato un declino di oltre sette punti del proprio Pil nel corso dello stesso anno.
Tra le economie avanzate nel continente asiatico, il Giappone vedrà il prodotto interno lordo aumentare di circa il 3,2 per cento nel 2022 (superiore al 2,4 previsto per il 2021), in linea con la crescita attesa del 3,3 per cento della Corea del sud.
Per i dieci membri del blocco dell’Associazione delle nazioni del sud est asiatico (Asean) è prevista una crescita del 5,8, ben superiore al 2,9 del 2021. A guidare la ripresa saranno il Vietnam (+6,6 per cento), le Filippine (+6,3 per cento) e la Malesia (+6 per cento). Più moderata invece la crescita prevista per la Thailandia, con un +4,5 per cento atteso nel 2022 dopo le difficoltà del 2021.
Pechino manterrà una crescita stabile e consoliderà il proprio ruolo di leader nel commercio e nell’export con la Regional comprehensive economic partnership (Rcep), con riforme fiscali e con la rete di accordi economici realizzando un nuovo record nel volume di scambi anche nel 2022.
Il governo ordina la rimozione dei tatuaggi dei calciatori
Con una direttiva varata alla vigilia di Capodanno, l’Amministrazione generale dello sport (Gas) ha vietato i tatuaggi ai calciatori delle squadre nazionali cinesi e invitato gli atleti che già hanno il corpo dipinto, a farsi rimuovere i tattoo. «Agli atleti della Nazionale e della Nazionale under 23 è severamente vietato farsi tatuare, e si consiglia a coloro che hanno già dei tatuaggi di cancellarli», recita la direttiva della Gas.
- Perché è importante
Questa nuova disposizione rientra nel più generale sforzo del Partito comunista cinese di spingere vip e personaggi pubblici a rispettare la morale socialista e i valori tradizionali, al cui interno non rientrano i tatuaggi che – al contrario – nella “Nuova èra” di Xi Jinping vengono giudicati una moda decadente e disdicevole importata dall’occidente. In questa scheda una spiegazione del perché i tatuaggi sono tuttora visti con sospetto in Asia orientale.
Nel suo tentativo di “orientare l’opinione pubblica”, con Xi l’azione del Pcc si è fatta più pervasiva che in passato, arrivando fino a dettare precise regole di comportamento per la vita pubblica dei cittadini, soprattutto dei personaggi pubblici. Non a caso la Gas ha reso noto che il divieto anti-tatuaggi fungerà da «buon esempio per la società».
- Il contesto
I tatuaggi tra gli atleti cinesi più famosi si sono diffusi negli ultimi anni. Calciatori cinesi di alto profilo, tra cui il difensore internazionale Zhang Linpeng (abbondantemente tatuato sulle braccia e sul torso), erano già stati invitati dalle autorità sportive a coprirseli mentre sono in campo con la nazionale cinese e con le rispettive squadre di club.
Consigli di lettura della settimana:
- Taiwan’s global prominence grows in 2021
- TPI Replay: Beijing’s Grand Strategy, With Matt Pottinger
- WHY CHINA RAGED OVER AMERICA’S “SUMMIT FOR DEMOCRACY”
- Struggling for Historical Truth
- Hong Kong activist behind Tiananmen vigil sentenced to 15 months prison
Per questa settimana è tutto. Per osservazioni, critiche e suggerimenti potete scrivermi a: exdir@cscc.it
Weilai vi augura una felice epifania, vi invita a seguire il futuro della Cina su Domani, e vi dà appuntamento a giovedì prossimo.
A presto!
Michelangelo Cocco @classcharacters
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