Oltre mille e seicento vittime accertate nel devastante terremoto di magnitudo 7.7 che ha colpito il Myanmar. Ma secondo esperti americani citati dai media statunitensi il numero dei morti potrebbe essere almeno di diecimila. La stima è del servizio geologico statunitense, considerata la popolosità dell’area e la fragilità delle strutture. 

L’ultimo bilancio reso noto dal governo è di 1.644 vittime, almeno 2.900 gli edifici crollati, 30 strade e sette ponti danneggiati. Tra le macerie di una scuola vicino a Mandalay sono stati trovati morti 12 bambini. «Dopo il sisma si rischia un'emergenza sanitaria», è l'allarme lanciato dall'Ong Medacross: «Ospedali vecchi e al collasso, mancano i farmaci». Ciononostante, la giunta militare continua a bombardare i ribelli nelle aree del Myanmar dove è stato dichiarato lo stato di emergenza. Diversi attacchi aerei sono stati segnalati nella cittadina di Chang-U a Sagaing, vicino all'epicentro.

Il numero dei dispersi è imprecisato, mentre i feriti nel paese sono circa 2.400. Vittime anche a Bangkok, in Thailandia. La giunta militare del Myanmar ha lanciato un appello urgente alla comunità internazionale perché intervenga con aiuti umanitari. Il costo finanziario del sisma potrebbe raggiungere decine di miliardi di dollari e superare il Pil del Paese.

Le scosse si sono sentite in tutto il Myanmar centrale e settentrionale e nei paesi vicini, dall’India al Bangladesh alla Thailandia. Sono state avvertite persino nella provincia cinese sud-occidentale dello Yunnan.

E nelle ultime ore la terra è tornata a tremare: si sono susseguite almeno dieci-undici scosse con magnitudo fra 4.1 e 4.5.

Nel paese sono in corso le ricerche dei dispersi, intrappolati sotto le macerie. Come a Mandalay dove si pensa che 90 persone siano intrappolate in un edificio crollato. Chiusi per i danni riportati l'aeroporto principale della capitale del Myanmar, Naypyitaw, e quello di Mandalay.

La macchina degli aiuti internazionali

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato di aver attivato il suo sistema di gestione delle emergenze e la mobilitazione del suo centro logistico a Dubai per preparare i rifornimenti per i feriti e la portavoce Margaret Harris ha sottolineato che sta coordinando la sua risposta al terremoto dal suo quartier generale a Ginevra. La Cina attualmente ha inviato nel Paese una squadra di 82 soccorritori e un'altra squadra, proveniente dalla provincia dello Yunnan, è arrivata a Yangon, il cuore economico del Myanmar.

Il governo cinese fornirà inoltre aiuti umanitari di emergenza per un importo di 100 milioni di yuan (12,7 milioni di euro). Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha promesso che gli Stati Uniti aiuteranno il Myanmar dopo il terremoto. Hong Kong ha comunicato di aver inviato una squadra di 51 persone, trasportando 9 tonnellate di attrezzature tra cui rilevatori di vita e due cani da salvataggio.

L'India ha inviato un aereo militare carico di aiuti umanitari e squadre di ricerca e salvataggio. Il ministero degli Esteri della Corea del Sud ha dichiarato che invierà 2 milioni di dollari in aiuti umanitari «per sostenere gli sforzi di soccorso e salvataggio». Anche l’Ue ha promesso aiuti immediati.

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