- Un investimento di 1 miliardo e 700 milioni di euro per ampliare l’aeroporto di Barcellona, El Prat: questo è il progetto che Aena, società aeroportuale spagnola, aveva previsto per trasformare lo scalo aereo catalano.
- Le istituzioni locali e l’associazionismo ambientalista contestano l’aumento di emissioni di CO2 che ne deriverebbe.
- Un’area di 135 ettari con una laguna circondata da paludi e pinete verrebbe per una sua parte compromessa dall’ampliamento.
Un investimento di 1 miliardo e 700 milioni di euro per ampliare l’aeroporto di Barcellona, El Prat: questo è il progetto che Aena, società aeroportuale spagnola, aveva previsto per trasformare lo scalo aereo catalano in un hub internazionale e che sta dividendo la società catalana e la politica spagnola. Inizialmente concordato tra il governo spagnolo e il governo catalano, è stato infatti sospeso appena un mese dopo per le differenze di vedute tra i due esecutivi sull’impatto ambientale.
Le istituzioni locali e l’associazionismo ambientalista contestano l’aumento di emissioni di CO2 che ne deriverebbe. Inoltre, l’ampliamento della terza pista sconfinerebbe sulla riserva naturale La Ricarda.
Il progetto, denunciano gli oppositori, contraddice la legge da poco approvata in Spagna sul Cambio Climatico e la Transizione Energetica.
I fatti
A inizio di agosto, governo spagnolo e governo catalano accordano l’avvio del progetto all’insaputa dei soggetti locali, come il comune di Barcellona e quello del Prat, contrari all’operazione fin dal principio.
Nel governo spagnolo, i socialisti gestiscono “in proprio” l’accordo sul progetto con Aena e col governo catalano, senza troppo preoccuparsi del socio di minoranza, contrario all’ampliamento. Inizialmente Unidas Podemos sembra delegare l’opposizione al progetto ai sindaci catalani dei Comuns di Barcellona e del Prat; poi è la stessa vicepresidente, leader della federazione viola, Yolanda Díaz a visitare assieme alla sindaca Ada Colau l’area protetta della Ricarda per rendere esplicito il suo dissenso all’interno del governo e rivendicare di aver ottenuto la sospensione del progetto.
Per quanto riguarda il governo catalano, emerge un dissenso diffuso all'interno di Esquerra Republicana, mentre Junts per Catalunya appare d’accordo. Contraria la sinistra radicale indipendentista rappresentata dalla Candidatura d’Unitat Popular.
Il mese di agosto trascorre con rassicurazioni reciproche quanto fallaci: l'ampliamento si farà senza toccare l'area protetta, dicono tutti, mentendo più o meno consapevolmente. Fino a che, la società aeroporti non presenta il suo piano quinquennale, da cui appare evidente che l'ampliamento comporterà il sacrificio di una parte dell'area naturale protetta.
A quel punto, il presidente della Generalitat, il repubblicano Pere Aragonès, non regge più la pressione e afferma che così l'ampliamento è impossibile. E allora, il governo spagnolo, con la ministra dei Trasporti Raquel Sánchez, annuncia unilateralmente la sospensione del progetto, confermata successivamente dal presidente del governo Pedro Sánchez, perché la Generalitat non offre le garanzie di affidabilità per la sua realizzazione.
Una zona protetta
Un’area di 135 ettari con una laguna circondata da paludi e pinete verrebbe per una sua parte compromessa dall’ampliamento: questa è La Ricarda, la cui importanza risiede nelle varie specie di piante e animali che vi albergano, protette da varie normative e che fanno di questa zona un luogo peculiare in Europa in termini di biodiversità. La laguna è un’antica foce del fiume Llobregat, lunga 800 metri e larga 100, ove l’acqua dolce e quella salata si mescolano. Le sue falde acquifere costituiscono una barriera per l’acqua salmastra, proteggendo il delta del fiume dalla salinizzazione e risultando quindi fondamentali per il mantenimento del territorio.
L’area è una zona protetta dalla Ue all’interno della sua Rete Natura 2000, che è una rete di siti di interesse comunitario e di zone protette per la conservazione degli habitat naturali nel continente. Perciò la Commissione interviene nell’approvazione di qualsiasi modifica riguardante queste aree.
Ma è anche l’aumentato volume di emissioni di anidride carbonica, per il derivato potenziamento del mezzo aereo, a preoccupare. Il comune di Barcellona calcola che le emissioni crescerebbero del 33 per cento e ciò rischierebbe di annullare o diminuire il contributo del paese alla riduzione dei gas serra in Europa. In controtendenza con quanto accade in altri paesi europei: il governo francese ha infatti rinunciato ad ampliare l’aeroporto di Parigi, Charles de Gaulle per questa ragione, così come la giustizia britannica ha sospeso l’ampliamento dell’aeroporto di Londra, Heathrow. I voli di passeggeri in Spagna hanno prodotto, nel 2019, quasi 20 milioni di tonnellate di CO2, sei milioni in più rispetto a sei anni prima.
L’opposizione locale
La sindaca di Barcellona Ada Colau è contraria all’ampliamento del Prat, considerandolo un progetto basato su un modello del passato. All’opposizione anche il sindaco del Prat Lluís Mijoler che critica la Generalitat per avere ceduto al ricatto di Aena. In un’intervista sul quotidiano spagnolo El Diario, afferma che l’ampliamento della pista vale solo 300 milioni di euro e che per il resto si dovrebbe scommettere piuttosto su «un sistema aeroportuale di paese, con i tre aeroporti connessi, puntare sulla ferrovia, il corridoio mediterraneo e la connessione delle diverse città catalane con il resto dello Stato».
La società civile, sensibile alle tematiche ambientali in questa zona dove l’agricoltura gioca un ruolo privilegiato nello sviluppo locale, si organizza in piattaforme come Zeroport, Ni un pam de terra e Xarxa per la Justícia Climàtica.
Il loro slogan è “Meno aerei più vita”, considerano l’ampliamento incompatibile con gli impegni in difesa del clima e chiamano la cittadinanza a manifestare domenica 19 settembre a Barcellona.
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