A distanza di un mese, i genitori del giornalista Roman Protasevich e della sua fidanzata, Sophia Sapega, hanno fatto sapere che i due hanno ottenuto un cambio di misura cautelare. Tuttavia sarebbero stati separati, in due diversi appartamenti in affitto a Minsk
Il giornalista Roman Protasevich e la sua fidanzata Sophia Sapega sono stati trasferiti dal centro di detenzione preventiva agli arresti domiciliari. I due erano stati arrestati a Minsk lo scorso 23 maggio, dopo che i militari biolorussi e alcuni ufficiali dei servizi segreti del Kgb avevano ordinato l'atterraggio forzato di un volo Ryanair diretto a Vilnus.
A dare la notizia alla Bbc, i genitori dei due attivisti, secondo i quali i due fidanzati vivrebbero ora separati, in due diversi appartamenti in affitto a Minsk. Gli avvocati di Sapega e l'ambasciata russa hanno confermato l'informazione sul cambiamento della loro misura preventiva. Tuttavia, secondo quanto spiegato dal padre di Protasevich, le accuse nei loro confronti non sarebbero state ancora ritirate.
Entrambi sono accusati dal governo di Aleksandr Lukashenko di aver organizzato disordini di massa, per i quali potrebbero essere condannati fino a 15 anni di carcere.
Per i genitori dei detenuti il trasferimento agli arresti domiciliari sarebbe stato una sorpresa: «Siamo sotto shock», ha detto il patrigno di Sophia, Sergei Dudich. «È difficile per me commentare le azioni delle autorità e comprendere quali sono i loro obiettivi», ha detto invece Dmitry Protasevich, ma «se la misura di contenimento è stata cambiata, è un miglioramento delle loro condizioni di vita. Ciò che accadrà dopo non lo sappiamo», ha concluso.
Le reazioni dall'Europa agli Usa
Da quando i due oppositori politici sono stati arrestati, l'Unione europea ha adottato diverse sanzioni nei confronti della Bielorussia, seguita nelle misure da Regno Unito, Canada e Stati Uniti.
All'unanimità, le più alte cariche dei diversi stati, hanno espresso preoccupazione per gli attacchi ai diritti umani, alle libertà fondamentali e al diritto internazionale portati avanti dal regime di Lukashenko.
L'ultimo pacchetto di sanzioni, il quarto dal 24 maggio, è stato adottato dai ministri degli Esteri dell'Unione europea lo scorso 21 giugno, con l'iscrizione di 78 individui e 8 imprese nella black list dell'Ue, che prevede il divieto dei viaggi e il congelamento dei beni.
Nella lista nera dei sanzionati, oltre a uomini d'affari bielorussi, sono stati inseriti anche i familiari di Lukashenko, militari di alto rango e giudici.
L'impegno congiunto di difendere la democrazia e le restrizioni continue imposte alla Bielorussia, dunque, sembrano avere funzionato.
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