La giocatrice delle Phoenix Mercury annuncia che vuole continuare a giocare a basket nella sua squadra e chiede sostegno per riportare a casa anche gli altri americani nel mondo, primo fra tutti Paul Whelan, condannato in Russia a sedici anni per accuse di spionaggio
Brittney Griner, la giocatrice professionista di basket americana imprigionata per 10 mesi in Russia e liberata attraverso uno scambio di prigionieri, si è espressa pubblicamente per la prima volta dal suo rientro negli Stati Uniti.
Griner ha lasciato la base militare a San Antonio, il Brooke Army Medical Center, dove è stata negli otto giorni passati dal suo rilascio e ha pubblicato un post sul suo canale Instagram in cui annuncia di voler passare il Natale in famiglia e riprendere il suo lavoro con la squadra Mercury quando ricomincerà la stagione, a maggio.
«Voglio rendere una cosa molto chiara» ha scritto su Instagram. «Ho intenzione di giocare per Phoenix Mercury nella Wnba questa stagione e in questo modo spero di essere in grado di ringraziare chi si è speso per me, chi mi ha scritto e chi ha fatto post per me di persona molto presto».
La giocatrice è ripartita da San Antonio su un volo privato ed è stata accompagnata da tre membri della sua squadra: la giocatrice Diana Taurasi, il direttore generale Jim Pitman e il presidente delle Phoenix Mercury Vince Kozar.
La vicenda
In Russia era stata arrestata per un’accusa di detenzione di droga: in aeroporto era stata individuata una piccola quantità di olio di cannabis nel suo bagaglio. Griner è poi stata condannata a nove anni di carcere in una colonia penale nota per le condizioni durissime, ma è poi stata scambiata con il commerciante di armi russo Viktor Bout.
Nel post scrive che negli ultimi dieci mesi «è stato l’amore di così tanti di voi che mi ha tenuto in piedi. Dal profondo del mio cuore, grazie a tutti per il vostro aiuto». Poi, dopo una lunga serie di ringraziamenti, la giocatrice si rivolge al presidente degli Stati Uniti, che ha gestito le trattative per il suo rilascio: «Presidente Biden, mi ha portato a casa e so che si sta impegnando per portare a casa anche Paul Whelan e gli altri americani. Userò la mia esposizione mediatica per fare qualsiasi cosa sia necessaria per aiutarla. Incoraggio anche tutti quelli che hanno contribuito a riportarmi a casa a continuare i loro sforzi per portare a casa tutti gli americani. Ogni famiglia merita di essere completa».
Paul Whelan è stato condannato a una sentenza di 16 anni per accuse di spionaggio. Secondo Washington, la motivazione è politica. Griner ha anche condiviso in un altro post le informazioni per inviare lettere a Whelan.
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