Solo 35 repubblicani della Camera hanno votato a favore della commissione indipendente d’inchiesta per indagare sui fatti di Capitol Hill. I democratici ne fanno anche una questione etica e morale, mentre i repubblicani vogliono invece lasciarsi alle spalle il passato e pensare alle prossime elezioni di midterm che si terranno nel 2022
Con 252 voti a favore e 175 contrari, la Camera degli Stati Uniti ha chiesto l’istituzione di una commissione indipendente d’inchiesta sull’assalto al Campidoglio dello scorso 6 gennaio, quando centinaia di riottosi americani attaccarono le istituzioni democratiche del paese. In quell’evento morirono cinque persone e ne furono ferite altre 140.
I democratici sono riusciti a superare l’opposizione dei repubblicani che vogliono bloccare la proposta al senato per proteggere l’ex presidente Donald Trump e il suo partito da una nuova indagine sui loro ruoli e sulle loro responsabilità negli eventi di quei giorni.
Sono solo 35 i deputati repubblicani che invece si sono opposti alla leadership del partito, il che rende l’idea di quanto sia complicato il voto al senato che è di fatto uniformemente diviso in due.
I legislatori a favore della proposta spingono per una necessità etica e pratica di comprendere cosa sia accaduto in quello che molti hanno definito come un attacco alla democrazia americana, alimentato dalla propaganda di Donald Trump sui presunti brogli elettorali commessi dall’attuale presidente Joe Biden durante le presidenziali del 2020.
La commissione dovrebbe essere formata da 10 membri e consegnerebbe i risultati entro la fine del 2021. «Abbiamo bisogno di andare in fondo a questo per capire non solo ciò che è successo fino al 6 gennaio, ma come evitare che questo accada di nuovo - come proteggere la più antica democrazia del mondo in futuro», ha la rappresentante democratica Zoe Lofgren.
«Dovrete chiedere loro di cosa hanno paura», ha detto invece ai giornalisti la Speaker Nancy Pelosi della California. «Ma sembra che abbiano paura della verità, e questo è molto spiacevole» ha aggiunto.
L’incognita del voto al senato
Diversi repubblicani che inizialmente pensavano di appoggiare l’istituzione della commissione d’inchiesta si sono invece allineati al partito e hanno sostenuto che la proposta non era bipartisan e avrebbe richiesto troppo tempo. Ora appare molto difficile che i democratici possano conquistare i 10 voti repubblicani di cui avrebbero avuto bisogno per raggiungere la soglia dei 60 voti richiesti per il passaggio della legge nel Senato.
Tra i repubblicani che hanno votato a favore della commissione c’è un gruppo di moderati e critici del signor Trump, molti dei quali hanno votato per l’impeachment sull’attacco del 6 gennaio o hanno condannato le sue azioni. Il nome più noto è quello di Liz Cheney del Wyoming, che è stato cacciato dalla leadership del partito la scorsa settimana perché ha rifiutato di smettere di criticare Trump per i suoi tentativi di rovesciare le elezioni.
Tra i due partiti la situazione è ancora tesa con i repubblicani che vogliono puntare alle elezioni di midterm del 2022 e lasciarsi alle spalle il passato. Un nuovo stallo politico è previsto anche per il prossimo voto sul nuovo piano di spesa di 1,9 miliardi di dollari per rafforzare le difese del Campidoglio.
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