Secondo i procuratori federali i manifestanti a favore di Donald Trump avevano l’obiettivo di catturare e assassinare funzionari eletti del governo degli Stati Uniti, mentre una nuova inchiesta giornalistica identifica membri legati agli apparati militari tra gli assalitori al Campidoglio
I procuratori federali che stanno indagando sull’assalto al Campidoglio di Washington hanno rivelato nuovi dettagli allarmanti sui rivoltosi che hanno scosso gli Stati Uniti lo scorso 6 gennaio. «Forti prove, comprese le parole e le azioni di Chansley al Campidoglio, sostengono che l'intento dei rivoltosi era quello di catturare e assassinare funzionari eletti del governo degli Stati Uniti», hanno scritto in un documento i procuratori.
Jacob Chansley è conosciuto anche come Jake Angeli, lo sciamano di QAnon. Le foto di quella giornata che lo hanno ritratto a petto nudo con un copricapo da vichingo, hanno fatto il giro del mondo sui social network. Dopo i fatti di Washington, Chansley ha scritto in una nota «è solo questione di tempo, la giustizia sta arrivando». Nei giorni seguenti è stato interrogato dall’Fbi a cui ha detto che non intendeva fare alcuna minaccia e ha accusato il vicepresidente Mike Pence di essere un «traditore trafficante di bambini». Chansley, così come gli altri sostenitori del presidente Donald Trump, hanno più volte dichiarato di voler tornare a Washington per l’inaugurazione della prossima presidenza del presidente eletto, Joe Biden. Proprio per questo da giorni dozzine di guardie nazionali stanno soggiornando all’interno del Congresso, per evitare nuove rappresaglie. Per evitare l’arresto, Jake Angeli ha chiesto la grazia all’attuale presidente Donald Trump.
L’inchiesta della Associated Press
Nel frattempo, una nuova inchiesta della Associated Press ha identificato almeno 21 membri, attuali o ex, dell’esercito o delle forze dell’ordine tra gli assalitori di Capitol Hill. I riottosi sospetti indossavano giubbotti, caschi e strumenti non comuni e utilizzavano tattiche militari come il “Ranger File” nei loro spostamenti. Il “Ranger file” è una procedura operativa con cui una squadra di combattimento si muove per fare breccia all’interno di un edificio, molto comune tra i marines che hanno servito in Iraq e Afghanistan. Gli assalitori, che indossavano elmetti color olivastro e giubbotti antiproiettile, hanno salito le scale di marmo in fila indiana tenendo ognuno il coltello della giacca del compagno davanti, proprio come fanno le forze speciali dell’esercito statunitense.
Attraverso l’utilizzo di riprese pubbliche e di materiale audiovisivo circolato sui social, i giornalisti, così come gli inquirenti, hanno identificato dozzine di membri collegati agli apparati di sicurezza nazionali. Tra questi ci sono ex colonnelli dell’Aeronautica miliare, due agenti di polizia di una città della Virginia ed ex veterani di guerra. Fino ad ora il Pentagono si è rifiutato di fornire una stima di quanti altri militari in servizio attivo sono sotto inchiesta, ma il clima teso preoccupa i vertici della sicurezza statunitense che temono altre insurrezioni nelle prossime settimane.
I veterani identificati
Un veterano decorato del Texas è stato arrestato dopo che una foto lo ritraeva all’interno del Senato con indosso un giubbotto antiproiettile, mentre nelle mani teneva delle fascette di plastica rigida che fungono da possibili manette.
Sotto indagine da parte delle forze investigative c’è anche un capitano di guerra in servizio attivo della Carolina del Nord. Secondo gli inquirenti avrebbe organizzato il viaggio di tre autobus carichi di persone che si sono dirette a Washington per il raduno "Save America" a sostegno della falsa accusa di Donald Trump sui brogli elettorali.
Adam Newbold, un decorato Navy Seal in pensione, ha detto in un video su Facebook pubblicato il 5 gennaio: «Siamo solo dei patrioti molto preparati, molto capaci e molto abili, pronti a combattere».
Finora sono state arrestate più di 110 persone con accuse che variano da: violazioni del coprifuoco a gravi reati federali legati a furti e possesso di armi. Nel frattempo, i dipartimenti di polizia di grandi città come New York, Los Angeles, Houston e Philadelphia hanno annunciato che stanno indagando se i membri delle loro agenzie di sicurezza hanno partecipato alla rivolta in Campidoglio.
A pochi giorni dall’insediamento della nuova presidenza del democratico Joe Biden, gli Stati Uniti rischiano di dover affrontare nuove rivolte guidate da persone con un buon background militare e che conoscono molto bene gli apparati di sicurezza dello stato. Sullo sfondo di questo clima tesissimo c’è anche l’impeachment da affrontare dall’attuale presidente Donald Trump non gradita dai suoi sostenitori.
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