«La situazione attuale è insostenibile», scrivono i tecnici nel rapporto finale della loro missione. «C’è un urgente bisogno di misure provvisorie per prevenire un incidente nucleare che derivi da danni materiali causati da mezzi militari»
Dopo giorni di attesa, la missione dei tecnici dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) nella centrale nucleare di Zaporizhzhia si è conclusa con un rapporto di cinquantadue pagine in cui si chiede alle parti in conflitto e alle Nazioni unite di mettere subito in sicurezza l’area per evitare che un minimo errore possa dare vita a eventi difficilmente controllabili, soprattutto in un teatro di guerra.
«La situazione attuale è insostenibile e la migliore azione per garantire la sicurezza degli impianti nucleari dell’Ucraina e della popolazione sarebbe porre fine a questo conflitto armato adesso», si legge nel rapporto finale elaborato dai tecnici Aiea dopo la visita della scorsa settimana.
Nell’ultimo mese è aumentata la tensione nell’area dopo che russi e ucraini si sono accusati a vicenda di colpire edifici molto vicini alla centrale. Una situazione che ha ha spinto i leader europei a chiedere al Segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, un sopralluogo dei tecnici dell’Aiea per valutare l’incolumità dell’impianto.
Un’ispezione non semplice come ha affermato il direttore generale dell’Agenzia, Rafael Grossi, che ha guidato la squadra e ha riferito le sue conclusioni al Consiglio di sicurezza dell’Onu.
I danni
«C’è un urgente bisogno di misure provvisorie per prevenire un incidente nucleare che derivi da danni materiali causati da mezzi militari», si legge nel rapporto. Per questo è necessario fermare i bombardamenti nell’area e garantire il «contenimento della radioattività».
Il team «ha testimoniato da vicino i bombardamenti nelle vicinanze della centrale, in particolare il 3 settembre», si legge nel rapporto e «ha osservato danni in diverse località», compresi «alcuni vicino agli edifici del reattore». Un fuoco continuo che secondo il documento presentato all’Onu aumenta il carico di stress e di pressione del personale operativo e rischia di «portare a un aumento degli errori umani con implicazioni sulla sicurezza nucleare». Uno dei dipendenti della centrale è anche stato ferito nel corso degli attacchi dei giorni scorsi.
Per ora, comunque, la situazione resta sotto controllo. «Sebbene i bombardamenti in corso non abbiano ancora innescato un’emergenza nucleare, continuano a rappresentare una costante minaccia per la sicurezza e la protezione nucleare con potenziale impatto sulle funzioni di sicurezza critiche che potrebbero comportare conseguenze radiologiche di grande importanza per la sicurezza», scrivono i tecnici.
Ma fermare i bombardamenti e mettere in sicurezza l’area non è semplice e lo sanno anche gli esperti dell’Agenzia atomica, dato che «richiede l’accordo di tutte le parti interessate». Parti che a oltre sei mesi dall’inizio del conflitto non sembrano voler raggiungere un accordo per il cessate il fuoco.
La missione
A Zaporizhzhia, come riporta il New York Times, sono rimasti ancora alcuni ispettori dell’Aiea per continuare a valutare lo stato della centrale nucleare ma anche avere una presenza di un organismo internazionale che possa limitare i bombardamenti da parte dei due eserciti. I tecnici delle Nazioni unite sono stati inviati dopo lunghe trattative con il governo russo e quello ucraino per verificare lo “stato di salute” della più grande centrale nucleare presente in Europa.
Le truppe di Mosca hanno il comando dell’impianto fin dallo scorso marzo, quando a poche settimane dall’inizio della guerra sono riusciti a prenderne il controllo. A oggi la centrale è ancora in funzione grazie ai tecnici ucraini rimasti a lavorare ma è attivo solamente un reattore, il numero 6, che è già stato scollegato due volte dalla rete elettrica per via dei danni causati dai bombardamenti.
Lunedì, un incendio causato dai bombardamenti ha costretto il personale a interrompere di nuovo l’ultimo collegamento del reattore a una linea di riserva che forniva l’unica fonte di energia esterna, fondamentale per il suo raffreddamento. Secondo il ministro dell’Energia ucraino, Herman Galushchenko, i sistemi di raffreddamento rischiano di dipendere solo dall’alimentazione di emergenza, ma a oggi «qualsiasi riparazione alle linee è ora impossibile» perché «si sta combattendo intorno alla stazione», ha detto.
È ancora presto per capire se sarà un breve documento di cinquantadue pagine a salvare l’Ucraina e l’Europa da un incidente nucleare. Ma proprio come accaduto nell’assedio di Mariupol e nell’eccidio di Bucha anche gli eventi in corso che stanno riguardando la centrale nucleare di Zaporizhzhia marcheranno un prima e un dopo nella storia della guerra in Ucraina. Un conflitto su cui ora incombe anche la minaccia di un incidente nucleare.
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