Dopo l’approvazione del parlamento lo scorso 14 settembre, il consiglio adotta le ultime procedure formali per la direttiva
Il Consiglio dell’Unione europea ha adottato questa mattina la legislazione necessaria a implementare la direttiva sul salario minimo in Europa. La direttiva sul salario minimo era stata approvata lo scorso 14 settembre dal Parlamento europeo e sarà presto pubblicata nella gazzetta ufficiale.
«Questa legislazione è un messaggio di speranza per chi è costretto a contare i centesimi a causa della crisi energetica. I salari minimi e la contrattazione collettiva sulla determinazione dei salari sono strumenti poderosi che possono essere utilizzati per garantire a tutti i lavoratori salari che consentano un tenore di vita dignitoso», ha commentato Marian Jurečka, ministro del Lavoro e degli affari sociali della Cechia e membro del Consiglio.
Cosa c’è nella direttiva
La nuova direttiva si applicherà a tutti i lavoratori dell’Ue con un contratto o un rapporto di lavoro. I paesi membri in cui è già prevista una legislazione in materia non saranno tenuti a introdurre queste norme o a rendere gli accordi già previsti universalmente applicabili.
La direttiva approvata oggi prevede che i paesi membri «potranno determinare un paniere di beni e servizi a prezzi reali, o fissarlo al 60 per cento del salario mediano lordo e al 50 per cento del salario medio lordo». Per semplificare le procedure il parlamento incentiva la contrattazione collettiva a livello settoriale e interprofessionale. «Gli stati membri in cui meno dell’80 per cento dei lavoratori è interessato dalla contrattazione collettiva, dovranno - congiuntamente alle parti sociali - stabilire un piano d’azione per aumentare tale percentuale», si legge nel testo.
A oggi su 27 stati membri 21 prevedono un salario minimo. Le retribuzioni più alte sono quelle previste per i lavoratori in Lussemburgo, Irlanda e Germania, mentre in Bulgaria e le repubbliche Baltiche si registrano quelle più basse. In Italia, così come in Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia e Svezia ci si affida ai contratti collettivi per l’accordo sul salario minimo tra dipendenti e datori di lavoro.
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