Kiev annuncia la riconquista dei primi villaggi, ma i militari mettono in guardia: il grosso delle truppe su entrambi i lati del fronte non è ancora stato impegnato. Nel frattempo, gli alti comandi russi continuano a litigare tra di loro
Kiev rompe il silenzio sulle operazioni militari legate alla sua attesa controffensiva estiva per annunciare la liberazione di alcuni villaggi lungo il fronte meridionale. L’avanzata è confermata da fonti russe, ma fotografie e filmati indicano che le perdite ucraine sono state pesanti. Kiev rassicurare e sostiene di non aver ancora impegnato il grosso delle forze tenute di riserva per l’operazione.
D’altro canto le notizie di uno sfondamento ucraine sono esagerate, come hanno scritto diversi analisti, tra cui quelli dell’Isw nel loro ultimo bollettino. Secondo esperti e analisti indipendenti, le forze armate di Kiev sono ancora ad una decina di chilometri dalla principale linea di difesa russa. In altre parole, i combattimenti sembrano ancora nella loro fase preliminare. «Non abbiamo ancora impiegato le nostre riserve principali e i russi non hanno schierato le loro», ha aggiunto un ufficiale ucraino, parlando in modo anonimo con il settimanale Economist.
La riconquista
Gli ucraini hanno ottenuto i loro principali successi nella parte più occidentale della regione di Donetsk, a sud della città di Velyka Novosilka. Nel corso degli ultimi giorni hanno riconquistato località come Storozheve e Blahodatne, mentre altri villaggi, come la vicina Makarivka, sembrano ancora contesi. In quest’area si trova la linea avanzata delle difese russe.
Più a sud si troverebbe uno dei punti cruciali di questa zona del fronte, la città di Staromlynivka. Se questa località fosse persa, hanno scritto diversi blogger e corrispondenti russi, metterebbe in crisi le truppe di Mosca su tutta la linea.
Oltre a quella di Velyka Novosilka, gli ucraini stanno attaccando lungo altre due direttrici del fronte meridionale. Quella di Orikhiv-Tokmak è la più diretta per arrivare all’obiettivo di dividere in due il corridoio che unisce via terra la Crimea al resto della Russia, ma è anche il punto del fronte in cui gli ucraini hanno ottenuto meno guadagni. Altri attacchi sono in corso più a ovest nei pressi della città di Vuhledar.
Oltre al fronte sud si continua a combattere anche nel Donbass. Secondo la viceminsitra della Difesa ucraina, Hanna Malyar, le truppe di Kiev continua ad attaccare ai fianchi della famigerata città di Bakhmut, mentre i russi attaccano senza particolare successo più a nord. Questo teatro, però, appare secondario, almeno per il momento.
Bilancio e perdite
«Per il momento, la controffensiva ucraina è stata relativamente di successo», ha commentato ieri settimana nella sua newsletter settimanale l’analista militare Konrad Muzyka, aggiungendo che la campagna è comunque destinata a durare ancora settimane, se non mesi, e che la prova principale arriverà quando gli ucraini cercheranno di superare la principale linea di difesa russa. Questi relativi successi sono costati agli ucraini «diverse perdite», scrive Muzyka.
Secondo Oryx, un progetto online che conteggia le perdite dei due schieramenti utilizzando video e fotografie geoconfermati, nei recenti attacchi gli ucraini avrebbero perso almeno 17 Bradley di fabbricazione americana, tre carri armati Leopard, due Leopard modificati per lo sminamento di fabbricazione tedesca e due blindati francesi Amx. Si tratta di perdite che corrispondono al 15, 15, 5 e 50 per cento del totale di veicoli ricevuti dall’Ucraina per ciascuna di queste tipologie.
Tutti gli analisti sono concordi nel dire che gli ucraini stanno soffrendo in particolare la mancanza di superiorità aerea. Diversi blindati ucraini sono stati colpiti a lunga distanza da elicotteri russi, mentre le truppe sul fronte riferiscono che l’aviazione di Mosca non è mai stata così attiva fin dall’inizio della guerra.
Divisioni russe
La controffensiva ucraina non ha messo fine agli scontri interni tra le élite militari russe. Sabato, il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, ha annunciato che entro il primo luglio tutte le unità militari “volontarie” dovranno firmare un contratto con il suo ministero, una mossa largamente interpretata come diretta contro la compagnia militare Wagner, controllata dal suo rivale Evgenij Prigožin. Il finanziatore di Wagner è tra i più duri critici del ministero della Difesa e degli alti ranghi delle forze armate, che negli ultimi mesi ha frequentemente attaccato dai suoi profili social e dai media associati alle sue società.
Prigožin ha immediatamente risposto a Shoigu annunciando che le sue truppe non firmeranno alcun contratto con il ministero. Nello stesso momento, il ministero ha annunciato la firma di un accordo con alcune formazioni paramilitari cecene agli ordini del leader Ramzan Kadyrov. Anche se Prigožin dovesse sfuggire a questo nuovo tentativo di limitare la sua indipendenza, il leadr di Wagner appare al momento sempre più isolato e in difficoltà.
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