- Mancando di uomini e mezzi Kiev avrebbe deciso di dare vita alla controffensiva utilizzando soprattutto mezzi di precisione a distanza come i droni o gli obici a lungo raggio e i sabotaggi dei corpi di élite. L’escalation in Crimea, che è tornata ad essere il terreno di scontro principale del conflitto, ha lo scopo di togliere l’iniziativa all’esercito russo e minarne il morale.
- «Gli Usa vogliono prolungare il conflitto in Ucraina e i paesi occidentali hanno bisogno di conflitti per mantenere la propria egemonia». Per questo hanno «destinato il popolo ucraino ad essere usato come carne da cannone» ha affermato il presidente russo Vladimir Putin in un discorso alla decima conferenza di Mosca sulla sicurezza internazionale.
- Tutto questo mentre il Washington Post pubblica in esclusiva un report secondo cui gli Stati Uniti hanno fatto di tutto per convincere gli alleati e Zelensky del rischio di invasione russa.
L’escalation e la controffensiva ucraina di cui si parlava da tempo potrebbe essere cominciata da una parte del fronte da cui Mosca non si aspettava l’attacco: dalla Crimea, la penisola contesa diventata una base operativa strategica per i russi.
Alcuni funzionari ucraini hanno lasciato intendere che ci sarebbero le forze armate di Kiev dietro una serie di attacchi devastanti avvenuti in pochi giorni nella Crimea occupata dai russi nel 2014 senza colpo ferire, salvo le sanzioni economiche occidentali e la cacciata dal G7. Attacchi che hanno distrutto un nodo ferroviario utilizzato per rifornire le truppe russe e una base aerea militare.
Più nello specifico un alto funzionario ucraino, parlando con il New York Times in condizione di anonimato, ha affermato che le esplosioni nella base militare in Crimea sono state provocate da un'unità militare ucraina d'élite che operava dietro le linee nemiche. Possibile o siamo di fronte solo a propaganda?
Pronta la versione di Mosca, che ha teso ovviamente nella guerra mediatica in corso in parallelo con quella sul terreno a sminuire la presunta controffensiva di Kiev. Ma anche la Tass ha dovuto ammettere che le esplosioni che hanno danneggiato un deposito di munizioni di Dzhankoy in Crimea sono avvenute a causa di un «sabotaggio», aggiungendo che tremila abitanti sono stati evacuati dalle aree limitrofe.
«La mattina del 16 agosto, a seguito di un sabotaggio, un magazzino militare vicino al villaggio di Dzhankoy è stato danneggiato» ha ammesso il ministero della Difesa russo. «Le esplosioni hanno provocato danni a strutture, tra cui linee e centrali elettriche, binari ferroviari». «Non ci sono vittime. Si stanno adottando le misure utili per limitare le conseguenze del sabotaggio», ha aggiunto il ministero.
Dzhankoi, un importante snodo ferroviario nel nord della penisola contesa, è stato utilizzato dall'esercito russo per trasportare truppe a Melitopol, città che Mosca conquistò all'inizio della sua invasione a febbraio. Le esplosioni sono avvenute a circa 200 chilometri dalla prima linea con le forze ucraine.
Colpito un aeroporto
Ma c’è di più. Secondo i media russi, un'altra esplosione è avvenuta in un aeroporto militare nel borgo di Hvardeyskye, poco distante dalla capitale regionale della Crimea, Simferopol. Testimoni hanno riferito di aver sentito forti boati, ha riferito il quotidiano russo Kommersant.
Le immagini satellitari sembrano descrivere che la base ospitasse numerosi caccia Sukhoi, jet con cui Mosca ha il dominio dei cieli in Ucraina. Ci sono video in rete che mostrano i turisti russi che si rilassavano sulla spiaggia e poi costretti a fuggire in tutta fretta, mentre lunghe code di auto si formavano sul ponte appena costruito tra Crimea e Russia in direzione di Mosca. L'attacco sembra essere stato effettuato a distanza utilizzando un drone. Non è la prima volta che l’esercito ucraino, inferiore di uomini e mezzi, utilizza con maggior capacità tecnologica l’arma dei droni, spesso di fabbricazione turca del tipo Bayraktar.
La debolezza della flotta russa
Mancando di uomini e mezzi, Kiev avrebbe deciso di dare vita alla controffensiva utilizzando soprattutto mezzi di precisione a distanza come i droni o gli obici a lungo raggio e i sabotaggi dei corpi di élite.
L’escalation in Crimea, che è tornata a essere il terreno di scontro principale del conflitto, ha lo scopo di togliere l’iniziativa all’esercito russo e minarne il morale. «La flotta del Mar Nero continua a lanciare missili da crociera per supportare l'offensiva di terra» in Ucraina ma la sua «efficacia è limitata e mina la strategia di invasione della Russia». Lo riferiscono i servizi d'intelligence britannici nel bollettino quotidiano sull'invasione russa dell'Ucraina.
Londra ha sottolineato come la flotta russa faccia fatica a «esercitare un controllo del mare efficace: ha perso la sua ammiraglia, Moskva, una parte significativa dei suoi caccia (forse 8 jet) e il controllo dell'Isola dei Serpenti». Sembrerebbe, secondo Londra, che la minaccia a Odessa sia stata neutralizzata. «Ciò significa che l'Ucraina può dirottare risorse per mettere sotto pressione le forze di terra russe altrove» ricordano gli 007 britannici.
Colpita la Wagner
Una foto postata incautamente da un blogger filorusso avrebbe consentito all’intelligence ucraina e ai suoi alleati di risalire alla esatta posizione della base dei mercenari russi della Wagner a Popasna nel Donbass e di colpirla pesantemente il giorno di Ferragosto. La Wagner è una compagnia di mercenari presente su vari fronti come la Libia e l’Ucraina e che segue le indicazioni strategiche del Cremlino.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato Mosca di nuovi attacchi nella zona dell'impianto nucleare di Zaporizhzhi e parla di «feroci combattimenti anche nel Donbass». Tutto questo mentre il Washington Post pubblica in esclusiva un report secondo cui gli Stati Uniti hanno fatto di tutto per convincere gli alleati e Zelensky del rischio di invasione russa.
L’accusa di Putin all’Occidente
«Gli Usa vogliono prolungare il conflitto in Ucraina e i paesi occidentali hanno bisogno di conflitti per mantenere la propria egemonia». Per questo hanno «destinato il popolo ucraino ad essere usato come carne da cannone». Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin in un discorso ai partecipanti della decima conferenza di Mosca sulla sicurezza internazionale. Dimenticando di dire che se non ci fosse stato l’attacco russo a febbraio a Kiev non ci sarebbe stato il conflitto.
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