Dalla Crimea al Donbass: perché otto anni di sanzioni alla Russia non hanno funzionato
A Russian flag cargo ship docks in the port of Boulogne-sur-Mer, northern France, Saturday, Feb. 26, 2022 . French officials say marines patrolling the English Channel area have intercepted a cargo ship sailing under the Russian flag and escorted it to the port of Boulogne-Sur-Mer for an investigation. The interception of the ship, carrying cars, early Saturday was triggered by financial sanctions levied days ago against Russia for its invasion of the Ukraine. (AP Photo/Michel Spingler)
27 febbraio 2022 • 12:58Aggiornato, 01 marzo 2022 • 16:29
Nel 2014 la Russia viola per la prima volta l’integrità territoriale dell’Ucraina e si annette la regione della Crimea, con un conflitto mai davvero finito che ha causato almeno 13.000 morti in otto anni.
Sia l’Unione europea che gli Stati Uniti hanno reagito con vari tipi di sanzioni, alle imprese, agli oligarchi, ai settori, ai singoli prodotti.
Non hanno funzionato perché erano costruite per non funzionare, visto che cercavano al contempo di danneggiare l’economia russa ma anche di proteggere i settori per noi vitali, come quello dell’energia.
FOTO A Russian flag cargo ship docks in the port of Boulogne-sur-Mer, northern France, Saturday, Feb. 26, 2022 . French officials say marines patrolling the English Channel area have intercepted a cargo ship sailing under the Russian flag and escorted it to the port of Boulogne-Sur-Mer for an investigation. The interception of the ship, carrying cars, early Saturday was triggered by financial sanctions levied days ago against Russia for its invasion of the Ukraine. (AP Photo/Michel Spingler)
Nato a Modena nel 1984. Ha studiato economia alla Bocconi con l’idea di fare il giornalista. Ha lavorato per la Gazzetta di Modena, Radio24, il Foglio, il Riformista e poi dal 2009 al Fatto Quotidiano, di cui è stato prima responsabile dell’economia e poi vicedirettore. Nell’estate 2019 si è trasferito negli Stati Uniti per lavorare e studiare alla University of Chicago - Booth School of Business, dove ha curato il sito ProMarket.org dello Stigler Center diretto dal professor Luigi Zingales. Ora è direttore di Domani.