«L’amministrazione Trump ha accidentalmente inviato un messaggio con i suoi piani di guerra». Ha titolato così la rivista statunitense The Atlantic, diffondendo la notizia che il direttore Jeffrey Goldberg è stato inserito in una chat della Casa Bianca su Signal in cui sono stati comunicati i piani di attacco degli Stati Uniti in Yemen.

«Il mondo ha scoperto poco prima delle 14 (ora della costa ovest Usa) del 15 marzo che gli Stati Uniti stavano bombardando target Houthi nello Yemen. Tuttavia, io l’ho saputo due ore prima dell'esplosione delle prime bombe che l’attacco sarebbe stato imminente», scrive lo stesso Goldberg sull’Atlantic. 

A comunicare a Goldberg l’informazione è stato Pete Hegseth, il segretario della Difesa, che con un messaggio delle 11.44 gli ha inviato il piano di guerra, con specifiche sui «pacchetti di armi, obiettivi e tempi».

Il direttore della rivista spiega, in un lungo articolo, di essere stato inserito nella conversazione da Michael Waltz, il Consigliere per la sicurezza nazionale, l’11 marzo gli ha inviato un invito su Signal, l’app di messaggistica criptata. Ma sospettava che non si trattasse del vero Waltz.

Nella chat “Houthi PC Small Group” c’erano in tutto 18 membri: dal vicepresidente statunitense, JD Vance, al segretario della Difesa Pete Hegseth. Così come il segretario di stato Marco Rubio e il direttore dell’intelligence Tulsi Gabbard. Ancora, il consigliere di Trump Stephen Miller, la capa dello staff del presidente Trump’s chief of staff, Susie Wiles e l’inviato speciale degli Usa in Medio Oriente Steve Witkoff.

I contenuti

«Secondo il lungo testo di Hegseth, le prime detonazioni in Yemen sarebbero state avvertite due ore dopo, alle 13:45 ora orientale», ha scritto Goldberg, una cronologia che è stata confermata sul campo in Yemen.

Il 14 marzo, una persona identificata come il vicepresidente JD Vance ha espresso dubbi sull’esecuzione degli attacchi, dicendo che odiava «salvare di nuovo l’Europa», poiché solo «il 3 per cento del commercio statunitense passa attraverso Suez», scrive, mentre il commercio europeo è molto più coinvolto, è «il 40 per cento». E prosegue: «C’è un rischio reale che il pubblico non capisca l’azione o perché sia necessaria».

Una persona identificata come “S M”, che potrebbe essere il consigliere di Trump Stephen Miller, ha sostenuto che «se gli Stati Uniti ripristinano con successo la libertà di navigazione a caro prezzo, è necessario che in cambio venga estratto un ulteriore guadagno economico».

Reazioni

Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, Brian Hughes, ha confermato che il numero del reporter è stato «erroneamente incluso in una chat di gruppo altamente confidenziale» e precisato che si sta «indagando su come il suo numero sia stato aggiunto per errore».

Donald Trump ha però assicurato la «massima fiducia» nel consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz. «Come ha affermato il presidente Trump, gli attacchi contro gli Houthi sono stati altamente efficaci e di successo. Il presidente continua ad avere la massima fiducia nel suo team per la sicurezza nazionale, incluso il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz», ha dichiarato la portavoce della Casa Bianca Leavitt.

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