Nei giorni scorsi l’Fbi aveva perquisito la sua residenza a Mar-a-Lago trovando documenti classificati. Il procuratore generale Merrick B. Garland sta indagando su potenziali reati, tra cui la gestione scorretta di informazioni sulla difesa e la distruzione di documenti
Secondo quanto riportano il New York Times e altre testate internazionali, gli agenti che hanno perquisito la residenza di Donald Trump a Mar-a-Lago in Florida lo avrebbero fatto con l’intento di indagare su potenziali violazioni dell’Espionage Act da parte dell’ex presidente degli Stati Uniti.
È quanto trapela dal mandato di perquisizione desecretato – anche se ancora non è stato reso pubblico – dal tribunale federale della Florida dopo la mozione presentata dal Dipartimento di Giustizia americano e con l’assenso dei legali di Donald Trump.
Stando al contenuto del documento, il procuratore generale Merrick B. Garland sta indagando su potenziali reati, tra cui anche la la gestione scorretta di informazioni sulla difesa e la distruzione di documenti.
Cosa hanno trovato gli agenti
Secondo quanto riporta il New York Times, durante la perquisizione avvenuta lunedì scorso nella residenza di Trump sono stati sequestrati undici documenti, tra questi, quattro documenti contrassegnati come top secret, tre segreti e tre classificati come riservati. Secondo quanto riportato dal Washington Post, alcuni dei documenti erano collegati alle armi nucleari e quindi con grandi implicazioni sulla sicurezza mondiale.
Tra i file sequestrati dagli agenti dell’Fbi c’erano documenti con la dicitura criptica: «Informazioni sul presidente della Francia». Non è chiaro il contenuto dei documenti e l’Eliseo non ha ancora commentato la notizia.
La risposta di Trump
L’ex presidente repubblicano ha pubblicato un post tramite il suo account social di Truth in cui ha detto: «Numero uno, era tutto declassificato. Numero due, non avevano bisogno di 'sequestrare' nulla. Avrebbero potuto ottenerlo quando volevano senza fare politica e irrompere a Mar-a-Lago».
Come nasce la perquisizione
Gli agenti federali nei giorni scorsi avevano cercato di recuperare il materiale che Trump aveva portato con sé lasciando la Casa Bianca. Da tempo l’archivio di stato cerca di avere indietro i materiali. Quando era riuscito a recuperarne una parte aveva individuato carte coperte da segreto e quindi ha allertato il dipartimento di Giustizia.
Mesi prima che l’Fbi entrasse a Mar-a-Lago, Trump aveva ricevuto un mandato di comparizione a cui non avrebbe dato seguito.
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