- L’ex presidente ha reagito con furia alla perquisizione della sua tenuta a Mar-a-Lago, in Florida, dichiarando l’azione dell’Fbi illegittima. Una sua candidatura alle elezioni del 2024 sarebbe il segno di un’estremizzazione ormai senza ritorno della vita politica americana.
- I trumpisti hanno immediatamente chiesto vendetta, parlano di colpo di stato, abuso di potere, chiedono la testa del capo del Fbi, Wray, e del ministro di giustizia Garland.
- È evidente che la perquisizione a Mar a Lago cambierà tutta la vita politica americana, come aveva fatto l’insurrezione del 6 gennaio.
Siamo all’ultimo atto della grande opera? No, ma certo stiamo andando verso la fine. Il set è in Florida, dove Citizen Kane aveva la sua Xanadu e dove Donald Trump passa il suo esilio. Ecco le immagini della immensa villa di Mar-a-Lago nella notte, la silhouette delle altissime palme, i lampeggianti del Fbi arrivato in forze. La cassaforte con i segreti dell’ex presidente! Gli agenti forzano la serratura, sanno benissimo quello che cercano.
La soffiata deve essere stata molto precisa se il ministro della Giustizia, il mite democratico Merrick Garland ha autorizzato l’inaudito raid. Ma cosa cerca Fbi? Carte, forse una carta in particolare. Documenti top secret che Trump si è portato via dalla Casa Bianca, 15 scatoloni (lui dice «di ricordi») che da tempo la giustizia gli richiede.
E deve essere una carta importante, qualcosa che coinvolge la “sicurezza nazionale” se Garland si è deciso a un passo così estremo. Gli esperti legali affollano le televisioni e in genere ripetono quello che si intuisce: i documenti che l’Fbi ha cercato (e trovato?) sono relativi all’inchiesta sul 6 gennaio sull’assalto a Capitol Hill e preludono all’incriminazione dell’ex presidente.
Il precedente Clinton
Per trovare un precedente bisogna andare agli ultimi giorni della campagna per le presidenziali del 2016. Allora era l’improbabile palazzinaro biondo contro la navigata Hillary Clinton che era già stata alla Casa Bianca con il marito Bill e poi era stata segretario di stato.
Trump concludeva i suoi comizi invitando la platea a metterla in prigione (lock her up! Lock her up!) e il terribile crimine che Hilary avrebbe commesso era di essersi appropriata delle mail in cui erano nascosti innominabili segreti di depravazione politica e personale.
Ricorderete che Trump fece un diretto appello al suo amico Vladimir Putin per trovare le mail, che queste infatti ricomparvero, ma non c’era niente di speciale; ma… come nelle fiabe, l’Fbi, indagando su un caso di molestia sessuale risalirono al marito separato dell’assistente speciale di Hilary e sequestrarono il laptop che i due avevano in comune.
I repubblicani lanciarono una campagna forsennata chiedendo al Fbi di intervenire e a dieci giorni dal voto, il capo dei federali, James Comey dichiarò ufficialmente che, sì, stavano indagando sul contenuto di quel laptop. Fu l’ultima sorpresa delle elezioni e una mastodontica campagna diretta da Steve Bannon invase i social network con la notizia che Hillary Clinton stava per essere arrestata.
Trump vinse, ancorché per pochissimi voti. Comey (democratico) ammise poi di aver agito sotto pressione dei repubblicani, volendo apparire come superpartes. (A proposito: le mail ritrovate in quel computer erano assolutamente innocenti).
Terremoto politico
Ora i tempi sono cambiati, ma sembra di essere tornati all’era predigitale: non mail, non hard drive o chiavette, ma i sani, vecchi fascicoli con l’intestazione top secret, quelli che nei film di guerra i nazisti bruciano nel caminetto, quelli che garantiscono agli ex dittatori sudamericani salvacondotti e ricatti, quelli che indicano le cifre di conti segreti in qualche paradiso fiscale.
Le immagini del “raid” stanno provocando un terremoto politico. Trump ha reagito con furia, dichiarando la perquisizione illegittima e degna di un paese corrotto del terzo mondo; si è dichiarato vittima di una persecuzione politica e ha lasciato intendere che questo episodio rafforza la sua decisione di candidarsi alle elezioni presidenziali del 2024.
Ha delle chances? Qui si entra in un terreno rischioso. In primo luogo, se Trump verrà incriminato, è costituzionalmente dubbio che possa candidarsi a un ufficio pubblico. In secondo, la sua candidatura sarebbe il segno di una radicalizzazione della vita politica americana ormai senza ritorno. I trumpisti hanno immediatamente chiesto vendetta, parlano di colpo di stato, abuso di potere, chiedono la testa del capo del Fbi, Wray, e del ministro di giustizia Garland.
Annunci estremi
Ci sono nomi grossi del partito repubblicano su questa linea, in primis il capo dei repubblicani alla Kevin Mccarthy, oltre ai peones più oltranzisti e folkloristici. Sean Hannity, il potente commentatore di Fox News, ha praticamente annunciato che ormai viviamo in uno stato di polizia e che l’Fbi ha il potere di arrivare nelle loro case. Ha lanciato un appello alla mobilitazione. Un altro appello, «state pronti» – e soprattutto mandate soldi – sta circolando su Telegram.
La prima scadenza sono le elezioni di midterm, tra due mesi e mezzo: i trumpisti chiedono la destituzione di tutto il vertice del Fbi e la cacciata del ministro di Giustizia; le due cose sarebbero possibili, secondo loro, se i repubblicani riprendessero il controllo del Senato, che fino a ieri sembrava orientarsi per una vittoria dei democratici. Funzionerà questa linea?
Difficile da prevedere; le elezioni di midterm, per il rinnovo del Senato e della Camera, si svolgono su temi economici e sociali, non ci sono i nomi di Trump o di Biden sulle schede. I senatori repubblicani che vogliono conservare il loro seggio, e parecchi do loro sono in bilico, sono pronti ad andare allo scontro finale, alla dichiarazione virtuale dell’inizio della seconda guerra civile americana?
E Trump? È stato molto furbo oppure molto fesso a mettere la pistola fumante direttamente nella sua cassaforte? Davvero l’Fbi l’ha forzata, o l’ha aperta senza particolare sforzo? C’è una talpa, a Mar a Lago?
La parola ai Federali, come nei migliori film Lunga storia, quella del Bureau, e del suo mitico capo e fondatore, il tenebroso J Edgar Hoover, che sorvegliò, neppure tanto discretamente, la vita privata e le debolezze di ben cinque presidenti. Finora sono stati in silenzio, ma questo evidentemente non potrà durare a lungo. La sceneggiatura prevede, anzi reclama, un altro colpo di scena…
Piccola nota. È evidente che la perquisizione a Mar a Lago cambierà tutta la vita politica americana, come aveva fatto l’insurrezione del 6 gennaio. Avrà un peso anche nella politica italiana? Berlusconi – lui che è stato perseguitato dalla giustizia - avrà qualcosa da dire? E gli ultra trumpiani Salvini e Meloni? L’agosto continuerà ad essere pieno di sorprese, per fortuna
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